Il padre di Beyoncé dichiara: “Ecco come ho protetto le Destiny’s Child da R. Kelly”
Alla luce di quanto rivelato dal documentario Surviving R. Kelly, il padre di Beyoncé Mathew Knowles ha raccontato come è riuscito a salvare le ragazze delle Destiny’s Child dagli abusi dell’artista di I Believe I Can Fly.
Alla luce delle dichiarazioni shock di un gruppo di ex vittime di molestie sessuali da parte del celebre R. Kelly, raccontate nel corso del documentario di Lifetime Surviving R. Kelly, il padre di Beyoncé nonchè suo ex manager Mathew Knowles ha finalmente avuto l’occasione di vuotare il sacco.
In un’intervista esclusiva concessa a Metro, Knowles ha raccontato nel dettaglio come sia riuscito ad evitare che le ragazze delle Destiny’s Child, celebre girlband di cui faceva parte la figlia, non finissero nelle grinfie di R. Kelly. Ecco le sue dichiarazioni:
ero lì, e anche Tina (la madre di Beyoncé, NdR) era lì. Il fatto è che ad R. Kelly piaceva registare tardi la sera, intorno a mezzanotte. E quello che il suo studio aveva di diverso era che una delle sale aveva uno studio di registrazione con di fianco una piccola discoteca, c’erano circa 40 o 50 persone che ballavano. R. Kelly era gestito dalla Sony, da parte di una persona che non nominerò, e a quel tempo in pratica ti obbligavano a registrare con i loro artisti. E R. Kelly non era certo a buon mercato, costava 75.000 dollari, più i costi del viaggio, quindi stiamo parlando di 100.000 dollari per una canzone. Io personalmente l’ho rifiutata, perché non pensavo fosse la scelta giusta. E questo non a causa della sua reputazione, stiamo parlando del 1998, certe voci sul suo conto avevano appena iniziato a circolare.
In aggiunta, Knowles ha dichiarato:
al tempo le ragazze avevano solo 16 anni. Quando andavano in bagno, Tina le accompagnava. Non toglievamo mai loro gli occhi di dosso.
A quel tempo, nessuno (o quasi) era a conoscenza delle abitudini, se coì le vogliamo chiamare, di R. Kelly. Il cantante venne formalmente accusato di pedopornografia soltanto nel 2002, quando apparvero una serie di filmati che lo vedevano consumare un rapporto sessuale con una ragazza allora minorenne. Il caso fu poi archiviato nel 2008 per mancanza di prove e l’artista fu scagionato.