Pantera a Bologna, i sentimenti prima di tutto: live report del concerto – 2 Luglio 2023
Chi vuol essere lieto (nel metal), sia: i Pantera a Bologna non hanno deluso nessuno dei presenti. Chi è stato a casa avrà avuto le sue ragioni, ma si è perso qualcosa di grosso.
Ci sono alcuni pilastri su cui si fonda il metal: il più importante è la fratellanza. Quello spirito di trovarsi tutti insieme a vedere un concerto (altro pilastro) della band preferita, il senso di appartenenza mentre tutti insieme si canta un coro, l’unione e il rispetto che si trovano in un moshpit mentre scambiamo sudore con sconosciuti.
Quindi, per tagliare corto con tutti gli amanti delle polemiche che da mesi dicono che “questi non sono i veri Pantera”: la risposta è che sì, lo sappiamo. Lo sanno tutti.
Però questi fake-tera, questa reunion finta, questa reunion per soldi, questa reunion cinica, è comunque riuscita nel compito principale del metal: riunire una fratellanza, far cantare migliaia di persone in coro, permettere loro di sudarsi addosso. Non credo che nessuno abbia pianto di commozione durante il concerto, ma credo che nessuno sia andato a casa insoddisfatto – tanti come me si sono ricordati di quando erano ragazzini e andarono a vederli nella formazione originale, tantissimi altri erano contenti di sentire questi brani storici cantati dal vivo per la prima volta nella loro vita, suonati da metà band originale e l’altra metà da amici di chi, purtroppo, non c’è più. Il tutto è riassunto da un sondaggio di Phil: “Alzi le mani chi ci ha visti negli anni Novanta. Non mentite, quanti siete? (non tantissimi – NdR) Adesso, quanti stanno vedendo i Pantera per la prima volta? Beh, ringraziate i vostri genitori se siete qui, i genitori cresciuti negli anni Novanta sono i migliori.”
Gli unici che potessero portare credibilità a questo progetto erano Zakk Wylde e Charlie Benante: unirsi a Phil Anselmo e Rex Brown è stata cosa buona e giusta, per chi avesse voglia di un altro (ultimo?) giro sul carro dei Pantera.
E allora via, non si perde tempo: dopo una intro che proietta sugli schermi un montaggio dei Vulgar Videos, si inizia come si iniziava negli anni Novanta, con A New Level, la cui strofa iniziale assume tutt’altro significato oggi, con questa reunion criticatissima e al contempo amatissima (“Forget the past / Present tense works and lasts / Got shit on, pissed on, spit on, stepped on / Fucked with pointed at by lesser men”). Segue immediatamente con l’altro grande inno motivazionale dei Pantera, Mouth For War (“Pulling and punching the rest of duration / No one can piss on this determination”).
Cito questi due pezzi di testo perché possono esemplificare il Phil Anselmo che ci troviamo davanti oggi: determinato, sobrio, fresco fresco di 55 anni compiuti il giorno precedente e festeggiati con una torta sul palco stasera, mentre il pubblico lo chiama “Filippo”. Sa che l’occasione era importantissima, e ci si impegna al massimo, tirando fuori corde vocali che si temevano perse, anche se a volte cedono (Fuckin’ Hostile è stata forse l’unica performance deludente, cantata a metà della velocità). E’ anche per questo che è stato suonato solo un pezzo da Cowboys From Hell, ma bisogna guardare in faccia la realtà e sapere che Phil non può più fare certe cose – ma comunque le fa meglio di una volta.
Accanto a lui, Rex fa quel che ha sempre fatto, e se Benante è nascosto dietro alla batteria, gli occhi di molti vanno spesso verso Zakk Wylde, chiamato a dare vita ai riff di un chitarrista immortale. Zakk rende perfettamente omaggio a Dimebag, usando una delle sua chitarre, indossando un bellissimo gilet in pelle che ritrae la santità dei fratelli Abbott, ma soprattutto modificando il meno possibile il groove creato da Dime. In molti potranno rompere le palle su questa reunion/tributo, ma Dimebag starà sicuramente sorridendo, vedendo un suo amico fraterno riportare in vita la sua musica con tale dedizione.
Il pubblico, alla luce di tutto questo, reagisce alla grande: applausi, cori, pogo, grida – e molti telefonini alzati al cielo, ma questo è il prezzo da pagare per vedere un concerto storico nel 2023.
Tutti sembrano concordi che a questo concerto si andava per 80% di sentimento, e 20% tecnica (soprattutto vocale). Io ci sono andato con uno dei due amici che erano con me quandi vidi i Pantera nel 1994. Abbiamo cantato come all’epoca. Ho poi reincontrato fotografe che non vedevo da prima della pandemia, amici “di Facebook” che non vedevo di persona da anni, il marito di una amica che non vedevo probabilmente da 15 anni. Eravamo tutti felici di vederci, e felici di essere lì Cosa potrei chiedere di più? Grazie, Pantera.
Ah, d’accordo. Quella era una buona chiusura per l’articolo. Ma ok, ci sono stati altri gruppi prima dei Pantera. Questo si chiamava “Return Of The Gods Festival”. Ma siamo onesti: la gente era qui per i Pantera. Tutti gli altri sono stati un bel bonus, la presenza di qualche nome ha contributo a far venire qualche indeciso. Ma noi volevamo Phil Anselmo. E’ stato bello vedere i Kreator che scatenavano poghi massicci, mentre è stato un colpo al cuore scoprire a metà pomeriggio che i Behemoth erano rimasti bloccati in Polonia. E no, allungare il set degli Elegant Weapons non è stata la stessa cosa – il pubblico sembrava essersi addormentato, fino alla cover finale dei Black Sabbath. Ma tanto noi volevamo sentire Mouth For War.
Le divinità che ritornano, sono quelle che non andavano in tour da 20 anni (anche se ci sono stati escamotage vari). Gli altri li abbiamo visti di recente. Ci fa piacere rivederli. Ma ci scusino Coroner, Fleshgod Apocalypse, Sadist, Vektor se non parliamo nel dettaglio di come hanno suonato. Han tutti suonato bene. Hanno aperto bene per i Pantera, nonostante il caldo soffocante. L’onore delle armi è tutto per loro.
Pantera a Bologna: la setlist del concerto
A New Level
Mouth for War
Strength Beyond Strength
Becoming (w/Throes of Rejection outro)
I’m Broken (w/”By Demons be Driven” outro)
Suicide Note Pt. II
5 Minutes Alone
This Love
Fucking Hostile
Planet Caravan (Black Sabbath cover)
Walk (Members of Kreator as backing singers)
Domination / Hollow
Cowboys From Hell
—–
Yesterday Don’t Mean Shit
Pantera a Bologna: i video del concerto
Youtube è già pieno di video del concerto: vederli su un computer non rende l’emozione di essere presenti al concerto, ovviamente, ma può dare l’idea di come è stato.