Perturbazione a Blogo: “(dis)amore, l’innamoramento e disinnamoramento, due energie opposte che fanno parte dello stesso magma”
Perturbazione, (dis)amore è il nuovo disco: leggi l’intervista su Soundsblog.it
(dis)amore, è il nuovo lavoro dei Perturbazione, l’ottavo disco di studio, un concept album di 23 canzoni che esce oggi, 29 maggio per Ala Bianca Records, sulle piattaforme digitali, in cd e vinile.
“Finalmente (dis)amore c’è. Doveva uscire a marzo, ma così non è stato. Doveva uscire ad aprile, stessa cosa. Il mondo attorno a noi e quanto accaduto ha distrutto ogni altro pensiero. Ma il disco c’era da tempo, il disco c’è. Fra le varie cose parla di una vita di coppia consumata in un interno. L’ironia della sorte. Appena abbiamo avuto la possibilità di metterlo in circolo, abbiamo così deciso di farlo uscire, d’accordo con Ala Bianca. Complice poi l’invito ricevuto da Salone del Libro di Torino Extra di suonarne un estratto dal vivo, benché in streaming. A quel punto rimandare a data da destinarsi non avrebbe avuto nessun senso: (dis)amore parla di noi, di quello che saremo e di quello che siamo stati, certo. Ma anche di quello che siamo oggi.”
Scritto, arrangiato e suonato dai Perturbazione, (dis)amore è un album che parte, si sviluppa e si conclude attraverso il racconto di una storia. Una storia d’amore. E di disamore. Due persone, di cui non sappiamo nulla. Possono avere qualunque età, possono vivere e muoversi ovunque. Due persone che si conoscono, diventano intime, s’innamorano e che stabiliscono una relazione affettiva fortissima.
Il tempo passa e la relazione – complici le mille distrazioni dentro e fuori il mondo attorno – cambia pelle e porta i due ad allontanarsi sempre più. A non riconoscersi. Tutto qui, ma solo apparentemente. Perché la storia è raccontata in ordine cronologico, con le canzoni che fanno da commento alle varie fasi del rapporto fra i due protagonisti. La scoperta, l’innamoramento, la pienezza della condivisione, il consolidamento, i primi dubbi, le crepe, le bugie, i silenzi, i muri, la distanza, il dolore, le assenze. La pubblicazione del disco è stata anticipata dai brani “Mostrami una donna”, “Ti stavo lontano”, “Le spalle nel’abbraccio” e dal nuovo singolo “Io mi domando se eravamo noi” accompagnato da un video diretto dal regista Fabio Capalbo, girato in esterni a Milano il 7 marzo e rimasto nel cassetto per due mesi diventando per questo la fotografia di quell’attimo prima e di quell’istante successivo, quando le vite di tutti noi sono cambiate senza che nemmeno lo immaginassimo
Questa la tracklist del disco: 01. le spalle nell’abbraccio 02. le regole dell’attrazione 03. ti stavo lontano 04. mostrami una donna 05. la nuda proprietà 06. regime alimentare 07. le sigarette dopo il sesso 08. il ragù 09. chi conosci davvero 10. il paradiso degli amanti 11. non farlo 12. silenzio 13. taxi taxi 14. l’inesorabile 15. lasciarsi a metà 16. conta su di me 17. le nostre canzoni 18. come i ladri 19. la sindrome del criceto 20. temporaneamente 21. dieci fazzolettini 22. io mi domando se eravamo noi 23. le assenze
In attesa di sapere quando potrà tornare ad esibirsi dal vivo, la band, composta da Tommaso Cerasuolo (voce), Cristiano Lo Mele (chitarra), Rossano Lo Mele (batteria) e Alex Baracco (basso), ha partecipato la scorsa settimana all’evento live streaming in occasione del SALTOEXTRA, l’anteprima del Salone del Libro di Torino, dove ha suonato due brani.
Abbiamo sentito Tommaso per parlare proprio di Dis(amore) e dell’amore, protagonista di questo interessante concept album.
(dis)amore, un concept album dove si parla dell’amore, dall’incontro fino alla fine della relazione. Come è nata l’idea di questo disco, di questo concept album?
E’ andato tutto stratificandosi. Ci siamo resi conto tutti insieme che avevamo accumulato tanto materiale sull’innamoramento e sul disinnamoramento, da prospettive non didascaliche o legate ai luoghi comuni. L’innamoramento è sempre una cosa meravigliosa, magica, una cosa per cui strapparci i capelli. Noi abbiamo cercato di vedere come queste due energie opposte che fanno parte dello stesso magma. Ci siamo resi conto, a un certo punto, che volevamo percorrere proprio tutto l’arco narrativo della loro storia. Tutte le contraddizioni che ci possono essere dall’essere instupiditi dall’amore, essere inghiottiti dall’altro. Poi la convivenza, serenità, quotidianità. E tutti i tormenti che nascono dagli incidenti di percorso, un’avventura inaspettata. Non si riesce a dominare ad avere una maturità in una relazione e che questa cosa finisce dove non ti aspettavi assolutamente finisse. Pensiamo di dominare tutto razionalmente ma veniamo sbattuti dal vento come foglie. Quello che è importante del disco è come i due protagonisti scelgono di conservare il tutto. Mi piace moltissimo la copertina che ha fatto Matteo Baracco: la capsula del tempo. Come sei questi due innamorati/disinnamorati stessero consegnando a una delle scatole di latta, dicendo “ok la disotterreremo fra vent’anni”. Ma è fondamentale la chiave di accesso. E quello che si dicono è “O mettiamo tutto dentro o teniamo la verità”. Oppure possiamo solo mettere solo le cose belle o solo il dolore, ma allora avremo la menzogna.
Il tuo disco punta all’essenza che non vuole abbellimenti, artificiosità.
Sì, credo sia anche una forma di arrangiamenti, è meno sovraprodotto di tanti altri, abbiamo puntato alla sottrazione, all’essenzialità. Hai colto nel segno. Ho cominciato a scrivere di insoddisfazioni, assenza, vuoti, casini, perché mi sembrava importante dare il senso vero dell’incontro, piuttosto che idealizzarlo. Quando inizi a togliere orpelli, inizio a pensare che ci sono tante cose di noi che togliamo, che nascondiamo. Siamo mediamente più brutti di quello che diciamo di essere (ride).
Ne “Le assenze” mi sembra ci sia una sorta di voler abbandonare il rimpianto di come sono andate le cose. Come se alla fine è qualcosa a cui non si può fuggire…
Quella capsula del tempo nostra è solo nostra ed è colma anche di tutti gli errori che abbiamo fatto ma non possiamo capovolgere tutto e trasformarlo in nostalgia e rimpianto. Le cose sono andate così ma è la nostra storia come quella di chiunque altro. Soprattutto oggi ci si rispecchia molto nelle storie altrui, ho l’impressione che attraverso le canzoni si possa raccontare tutto quello che è impossibile definire. L’amore e il (dis)amore è come se fossero una stessa cosa, un Tao emotivo che si rincorre. E’ questo che ci piace delle canzoni. E, particolarmente mi piace molto questo pezzo perché proprio dice “Teniamo dentro tutto nella capsula”, può essere vera solo se guardiamo a tutto quanto…
Nel brano “Io mi domando se eravamo noi”, secondo te -nell’amore che diventa (dis)amore- uno dei momenti di crisi maggiori è darsi per scontato? Ed è possibile magari adattarsi, pensiamo a matrimoni o relazioni “piatti”…?
Penso che sia importantissimo cambiare. I protagonisti di questa storia non ci riescono insieme: lo faranno singolarmente, per conto proprio. Cambiare insieme, in una coppia, è una delle cose più difficili. Di solito ci sono dei momenti clou nelle relazioni: matrimonio, figli. Bene o male devi fare i conti con questa cosa ma devono costringersi a mutare. Anche le forme di desiderio mantenendo una forma di rispetto uno per l’altro. Credo sia inevitabile e necessario. Sono energie con le quali devi fare i conti. Se lo fai tutti i giorni, rischi, vai a finire che ti lasci. Ma prima o poi, ogni tanto, è necessario guardare le cose assieme. Senza nascondersi.