Pete Doherty: “Amy Winehouse? Non aver mai fatto musica con lei mi perseguiterà finché vivo”
Il frontman dei Babyshambles racconta il suo più grande rimpianto musicale…
Pete Doherty ha di recente dedicato una bellissima canzone, Flags od the old regime, a Amy Winehouse. Ai microfoni di NME, il frontman dei Babyshambles ha voluto ricordarla di nuovo, parlando anche del suo più grande rimpianto legato alla cantante prematuramente scomparsa a causa della droga: non aver mai fatto musica con lei. Anche se ci erano andati vicini, molto vicini…
Lei era davvero molto cambiata a causa della sua dipendenza dall’eroina. Lo si vedeva a cominciare dal modo in cui camminava, parlava e si poneva con gli altri. Quando la conobbi per la prima volta era una ragazza piuttosto dolce ma col passare del tempo era come se volesse prendere a pugni chiunque incontrasse sulla propria strada. Ci siamo visti molte volte per scrivere della musica nuova, ma non siamo mai arrivati da nessuna parte, non del tutto. Non aver mai fatto nemmeno una canzone con Amy mi perseguiterà fino al giorno in cui morirò. Ho dovuto starle lontano negli ultimi tempi della sua vita perché era come me: voleva sempre di più di ogni cosa.
Ma prima dei drammatici mesi che portarono Amy alla morte, i due artisti avevano avuto modo di incontrarsi per scrivere qualcosa insieme. Anche se, a quanto racconta Pete, la Winehouse non si distingueva per essere particolarmente tenera nei suoi confronti:
Mi criticava piuttosto duramente. A volte ci ritrovavamo insieme per scrivere canzone e lei mi diceva: “Dai, suonaci qualcosa di nuovo”. Io suonavo qualche accordo particolare su cui stavo lavorando e lei mi interrompeva perché: “Insomma, non mi sembra un granché, non trovi, Pete?”. Quindi io ero ancora più motivato ad usare proprio quegli accordi.
Infine, Doherty esprime tutta la sua difficoltà nello scrivere Flags of the old regime:
Quando ho scritto Flags of the old regime e soprattutto la prima volta che l’ho suonata è stato molto…è stato quasi impossibile farmi uscire davvero quelle parole. Provavo una strana contraddizione tra la volontà di mettere a nudo la mia anima e la necessità di incastonare quei versi in una melodia che fosse a suo modo orecchiabile.