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Pinguini Tattici Nucleari, stasera al Core Festival Aperol Spritz: “Che soddisfazione suonare con Calcutta”

I Pinguini Tattici Nucleari si esibiranno sul main stage del Core Festival Aperol Spritz questa sera, poco prima di Calcutta. Per il loro frontman, Riccardo, è un sogno che si realizza. Li abbiamo intervistati ed ecco cosa ci hanno raccontato.

pubblicato 7 Giugno 2019 aggiornato 27 Agosto 2020 13:01

Il loro ultimo album, Fuori dall’Hype, uscito il 5 aprile, ha collezionato in soltanto poche settimane oltre 30 milioni di streaming su Spotify e più di 7 milioni di visualizzazioni su Youtube. Così si presentano anzitutto i Pinguini Tattici Nucleari, giovanissima band evolutasi nel tempo, nata ufficialmente nel 2012, tra i banchi di scuola, prima di iniziare a giocare (o a suonare) sul serio.

Composta da sei elementi giovanissimi, per una media di 24 anni di età, quella dei Pinguini Tattici Nucleari è una storia che insegna l’arte della perseveranza e della passione, quella che ti fa battere il cuore per un sogno che decidi di inseguire e che non vuoi mollare più. Così, ai tempi delle scuole superiori, viene formata una band ad oggi completamente rinnovata che, con all’attivo quattro dischi, tra poco si preparerà a calcare anche il palco del Core Festival Aperol Spritz di Treviso, al suo debutto proprio questa sera.

Abbiamo intervistato Riccardo Zanotti, frontman del gruppo oltre che autore e compositore dei brani dei Pinguini, ed ecco cosa ci ha raccontato.

Anzitutto, come nasce la vostra band? 

In realtà i Pinguini Tattici Nucleari che vedete oggi un tempo non esistevano affatto. Tutto è cominciato nel 2012, quando per caso mi hanno chiesto di sostituire un cantante in una band, quella dei Pinguini. Quella sera, con davvero poco preavviso, mi sono dovuto improvvisare parte di quello strambo gruppo, e da lì non l’ho più mollato. I Pinguini esistevano già prima di me, erano giovani ragazzi conosciutisi tra i banchi di scuola, erano miei amici. Il tempo e il futuro ci ha divisi. Io da quella sera entrai a far parte del gruppo, ma alcuni ragazzi che suonavano con me, quando è iniziato ad arrivare il primo successo vero, hanno deciso di cambiare strada. Nessuno pensava che saremmo davvero riusciti a vivere di questo. Quando è accaduto, ovviamente abbiamo dovuto fare una scelta importante: quella di vivere per la musica, o quella di proseguire il nostro percorso in modo differente. Io ho deciso di non mollare, e sono ancora qua.

Quindi, per capirci meglio, tutti i ragazzi che suonavano nei Pinguini Tattici Nucleari quando nel gruppo arrivasti tu, ad oggi hanno intrapreso strade diverse e non fanno più parte della band…

Esattamente, proprio così. Il bello è che avendo cambiato formazione siamo anche riusciti a crescere molto dal punto di vista artistico e musicale. Ad oggi, quelli che suonano con me non sono soltanto i miei amici, i miei musicisti. Non siamo più un gruppo, siamo migliori amici e questo ci ha aiutato e ci aiuta tuttora moltissimo.

Dal punto di vista prettamente artistico, invece, cosa pensi sia davvero cambiato, si sia davvero evoluto, per voi?

I testi dei nostri precedenti album sono sempre stati scritti da me. Sono sempre stato io l’autore e il compositore della band, quindi di fatto posso dire che sia forse cambiato un po’ io. Grazie ai nuovi elementi che negli anni la nostra band ha acquisito, ad oggi posso dire di essermi avvicinato molto di più a stili e generi musicali che prima conoscevo poco. Ad esempio l’elettronica, della quale uno dei ragazzi che suona con me è davvero molto molto appassionato, oppure il rock. Quello che esce ad oggi dalla nostra musica è quindi una fusione del mio essermi evoluto come autore, e del nostro esserci evoluti come persone prima che come musicisti e come band.

Il vostro ultimo album è stato un immenso successo di streaming e visualizzazioni. Vi aspettavate così tanto successo, tutto ad un tratto?

Onestamente, soprattutto con questa cosa di Spotify, abbiamo voluto sondare il terreno. Ci siamo messi in gioco, ci siamo messi alla prova. Credo di parlare a nome di tutti dicendo che non ci aspettavamo di raggiungere certi numeri con gli streaming ne tanto meno con le visualizzazioni su Youtube, quindi, più genericamente no, non pensavamo che sarebbe andata così bene. Ma ovviamente ne siamo davvero molto soddisfatti…

E la cosa immagino si noti ancor di più nel corso dei vostri concerti…

Assolutamente sì. La cosa davvero bella per noi è stata constatare come nell’ultimo anno e mezzo sia cambiato il clima durante i nostri live. Ora abbiamo un pubblico che davvero ci segue perché ci conosce e perché conosce tutte le nostre canzoni. Prima ci capitava spesso di aprire concerti di artisti più famosi. Il pubblico rimaneva ad ascoltarci con interesse, quando ci vedeva sul palco, ma molti di loro ancora non ci conoscevano. Ora invece è diverso, abbiamo un pubblico molto targetizzato e – per quanto la cosa possa contare – per noi è impressionante vedere come cresca anche di pari passo il nostro profilo Instagram alla fine di ogni nostro live. Dopo ogni nostro concerto, infatti, riusciamo ad avere picchi di anche 400, 500 nuovi followers, che probabilmente non ci conoscevamo molto prima ma che dopo averci ascoltati live hanno iniziato a seguirci sui nostri canali social. Insomma, da questo punto di vista per noi è davvero strabiliante.

Stasera suonerete al Core Festival Aperol Spritz. Calcherete un palco davvero importante. Come vi state preparando a questa serata live?

Posso dire che l’anno scorso ero al Core Festival per aprire il concerto di un artista molto più famoso di me, e ricordo come fosse ieri che ascoltando Calcutta ripetevo tra me e me: “Che artista forte questo, chissà se riuscirà a conquistare tanto successo di pubblico”. Un anno dopo, non solo Calcutta è diventato qualcuno di davvero importante nel panorama musicale, e per il genere che fa lui sono felicissimo perché è davvero un traguardo importante, ma addirittura il Core Festival Aperol Spritz avrà anche noi, i Pinguini Tattici Nucleari, come band per la sua prima serata. L’idea che calcheremo lo stesso palco di Calcutta mi lascia sbigottito. Siamo felicissimi.

Ogni artista ha un suo ‘rituale magico’ prima di ogni data live. Qual è il vostro?

Fino a poco tempo fa, ogni qual volta che ci era possibile, chiedevamo che ci venisse messo a disposizione un calcio-balilla, un biliardino. Dietro le quinte, nel backstage, giocare tra di noi ci rilassava e riusciva a farci un po’ liberare la mente da quello che saremmo dovuti andare a fare poco dopo. Un’altra delle nostre ritualità più tipiche è sicuramente quella di giocare ai video giochi. Si può dire? Giochiamo a Fifa, così evitiamo di farci paranoie sulla nostra esibizione. Tra di noi c’è anche chi fa flessioni ed esercizi fisici pur di far calare la tensione. Effettivamente siamo un gruppo di giovani molto molto ansiosi, quindi dobbiamo sempre cercare di distrarci il più possibile per non impazzire. Non c’è ancora nessuno di noi che prima di un concerto si sia mai dedicato allo Yoga, ma conoscendoci posso dire che prima o poi arriveremo a testare anche quello.

Dopo aver raggiunto il traguardo di suonare sullo stesso palco di Calcutta, quale altro traguardo, quale altro sogno, vi prefiggete di raggiungere?

Io personalmente ho un sogno nel cassetto che spero di realizzare. Quale? Quello di fare una data a San Siro, con tutto esaurito, e il giorno dopo, intendo proprio il giorno dopo, cioè proprio 24 ore dopo, alla sera, organizzare lo stesso concerto del giorno prima all’oratorio del mio paesino. Gratuito, ovviamente, per tutte le persone che conosco. So che non mi permetteranno mai di fare una cosa così, non avrò mai la possibilità di realizzare questo sogno, ma se c’è una cosa che vorrei fare è proprio questa: la notte prima San Siro, la notte dopo casa mia, a gratis.

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