Pino Daniele, Gigi D’Alessio mediatore per i funerali a Napoli: “Ne sarebbe stato contento”
Gigi D’Alessio racconta Pino Daniele e il loro rapporto con Napoli all’indomani delle esequie in Piazza del Plebiscito.
Gigi D’Alessio ‘artefice’ del funerale a Napoli di Pino Daniele, celebratosi mercoledì 7 gennaio alle 19.00 in piazza del Plebiscito. Il feretro sul palco, come per un ultimo concerto, la piazza stracolma e commossa, tra silenzi e canzoni, applausi e lacrime. Dopo le polemiche delle prime ore per la decisione della famiglia di ricordarlo solo con un rito pubblico a Roma, Napoli ha ‘avuto’ il ‘suo’ funerale, organizzato più in funzione della pressione popolare che della volontà dei congiunti.
All’indomani del doppio funerale, Il Mattino svela che tra gli artefici del ‘ritorno a Napoli’ di Pino Daniele c’è stato Gigi D’Alessio, adoperatosi per ‘mediare’ tra le volontà dei figli del cantante, la famiglia d’origine e il popolo napoletano.
«Sono contento di aver fatto da cuscinetto tra concezioni diverse sino a trovare una sintesi come quella di ieri sera. Napoli è stata contenta di salutare Pino, lui sarebbe stato contento, e orgoglioso, del saluto della sua città. E tutti i suoi familiari sono andati via, ieri notte, con un groppo in gola, con una diversa consapevolezza di quanto era amato il loro uomo, padre, fratello…»
ha detto a Il Mattino, al quale ha raccontato anche il legame che li univa tra loro e con Napoli.
“Lui era arrivato a Roma come in un esilio necessario per sopravvivere alla pressione popolare, io con qualche tranquillità in più, anche per essere più vicino al cuore dello show-business. Ma sapevamo benissimo quello che dovevamo a Napoli, alla sua canzone, alla sua musica”.
E a proposito di musica:
“Una volta, ascoltando un mio pezzo, mi disse: ”Ma lo sai che sei ancora molto napoletano?”. Non sapevo se prenderlo come un complimento o un’offesa… forse era un po’ l’una e un po’ l’altra cosa, quasi a sintetizzare luci e ombre di una metropoli antichissima e modernissima, fatta di contraddizioni e di ossimori”.
Contraddizioni che si sono spesso concretizzate in ostilità verso D’Alessio, messe in luce anche nel ricordo a Porta a Porta. Ma tra D’Alessio e e Daniele c’era un’amicizia, una frequentazione fatta di cene e rapporti di vicinato:
“Aveva un caratteraccio: oggi ti amava, domani si annoiava di te, dopodomani ti ignorava… Ma la musica sgorgava dalle sue mani come un miracolo. (….) Ma più che di musica con lui parlavo di vita. Abbiamo passato insieme un Capodanno, persino un Carnevale in maschera, non lui si intende. Fabiola e Anna si intendevano, eravamo un bel quartetto di zuzzurelloni”
ha aggiunto D’Alessio, ricordando così i tempi in cui Daniele viveva ancora con Fabiola Sciabbarrasi, la moglie da cui il cantante era ormai separato da un paio di anni. Non per questo rientra nel novero di quanti ‘sospettano’ della compagna del cantante, Amanda Bonini, che l’ha accompagnato a Roma la notte fatale:
“Questa sua morte sta diventando una telenovela e non vedo l’ora che finisca. Capisco i dubbi sulla sua corsa disperata verso Roma, sono anche i miei, ma non riesco a immaginare la sua compagna Amanda spingerlo verso la morte. Chi conosceva Pino riuscirà benissimo a immaginarselo ostinato nel voler arrivare a Roma per mettersi nelle mani fidate del suo cardiologo”.
Ora l’autopsia, l’inchiesta, il giallo sui soccorsi, le questioni ereditarie:
“Ora spero che tutto si chiarisca e il mio amico possa trovare finalmente il suo estremo riposo. Che i suoi figli possano crescere con il ricordo di un padre affettuoso, oltre che strepitoso artista. Che Napoli sappia tributargli il giusto omaggio e approfittare della sua lezione per non cadere più vittima di provincialismi e razzismi”.
Speriamo.
Foto | Vincenzo Schettino