Psy sotto accusa per frasi anti americane: l’autore del Gangnam Style si scusa pubblicamente
In un concerto del 2004, Psy famoso con l’attuale Gangnam Style, aveva insultato e minacciato gli Yankees. Il cantante chiede scusa pubblicamente
Il periodo d’oro di Psy e della sua Gangnam Style che sta facendo ballare il mondo intero ha subito un contraccolpo per la notizia di un video di un suo concerto del 2004, nel quale il cantante aveva fortemente insultato il popolo americano. Proprio lo stesso Paese che lo sta portando -insieme a molti altri- a livelli davvero alti di fama e gloria
La notizia la riporta il sito Mtv.com. Nell’ottobre del 2004, la star coreana era impegnato in un’esibizione di “Dear American” e, microfono alla mano, attraverso versi rap, aveva dichiarato:
“F—ing Yankees” and their families, should be killed “slowly and painfully”
La performance risale ad alcuni mesi dopo il rapimento della missionaria sud coreana Kim Sun da parte di un gruppo islamico che chiedeva a gran voce che fosse annullato l’invio di oltre 3000 truppe in supporto agli Usa per la guerra in Iraq. E quando il governo coreano rifiutò la richiesta, la donna fu uccisa, l’esecuzione venne filmata e fu mostrata. Il tutto aveva solamente riacceso la rabbia dopo la morte involontaria di due ragazzine tredicenni innocenti da parte di alcuni soldati Usa.
Questo provocò polemiche, rivolte e anche la nascita di un sentimento anti americano nel Paese. Il video della performance live non è stato mostrato e si dubita anche dell’esistenza. C’è chi l’ha visto e giura si tratti di un equivoco linguistico: non dice Yankees ma Bitc*es. In ogni caso, visto il polverone che segue questa rivelazione, è arrivato un comunicato ufficiale da parte di Psy che ammette la sua responsabilità e chiede scusa:
“Come orgoglioso Sud Coreano educato negli Stati Uniti e abitante del luogo per una lunga parte della mia vita, capisco i sacrifici dei militari americani -uomini e donne che hanno protetto la libertà e la democrazia nel mio paese e in tutto il mondo. La canzone che stavo eseguendo – esattamente otto anni fa- faceva parte di una profonda reazione emotiva alla guerra in Iraq e all’uccisione di due innocenti giovani civili. E’ stata una parte del sentimento anti bellico condiviso anche da altre persone. Come sono fiero e grato della libertà d’espressione, allo stesso tempo ho imparato che ci sono limiti del linguaggio e cosa sia appropriato: sono davvero dispiaciuto per come queste frasi siano state interpretate. Chiederò scusa per sempre per ogni minimo dolore che posso aver causato con quelle parole. Ho avuto l’onore di esibirmi di fronte ai soldati americani, negli scorsi mesi (anche in un’apparizione da Jay Leno) e spero che gli Americani possano accettare le mie scuse. Sono rammaricato per il linguaggio utilizzato. Nella mia musica cerco di dare alla gente un motivo per sorridere. Ho compreso che attraverso la musica il nostro linguaggio universale può unirci tutti quanti come una cultura di umanità e spero ancora una volta che possiate accettare veramente le mie scuse”