Pupo a Reputescion: “Non ho vinto Sanremo per un imbroglio. La Clerici ci ha marciato”
Il cantante di Gelato al cioccolato riesuma la polemica sul Festival, con nuovi dettagli!
Pupo non ha peli sulla lingua neanche su La3. Ospite di Andrea Scanzi a Reputescion, il cantante di Gelato al cioccolato ha preso di petto la Rete, che ha sempre irriso via social la sua megalomania:
“Non ho nessun interesse a sapere se la Rete mi vuole bene o male. Io sono un uomo fisico, a me piace sfidare le persone giudicandole negli occhi. Io ho ricevuto molte offese in Rete, anche brutte, che non hanno mai minimamente scosso il mio equilibrio. Solo una volta, quando andai col Principe a Sanremo, arrivarono delle offese brutte con delle minacce di morte e con anche un tentativo di mettere del fango sulla mia pulizia morale che, ti dico con grande serenità, è altissima. Io sono una persona incorruttibile. Io ho fatto una scelta precisa. Sapevano che avevo preso dei soldi, allora misi in moto il Colonnello Rapetto, capo all’epoca del Centro Anti-Frodi telematiche, e in tempo di tre mesi portai in tribunale il cretino che aveva scritto quelle robe lì. Lui ha chiesto scusa, si è messo a piangere e io l’ho perdonato”.
Poi ha ammesso di aver fatto pace con il suo nome d’arte:
“C’è stato un momento in cui addossavo a questo pseudonimo molte delle cause dei miei insuccessi. Invece era completamente sbagliato, adesso convive con me perfettamente. E’ una cosa senza più significato. Io non mi sarei mai chiamato Pupo, me lo propose la casa discografica. Tornai a casa, feci vedere il disco e mia madre disse che le sembrava una bischerata”.
Ogni volta che si chiede a Pupo del Sanremo con Filiberto, lo si invita a nozze e la polemica è riaperta:
“Col Principe avevamo stravinto, poi è stato tutto un imbroglio. Che avevamo vinto era palese, eravamo in vantaggio. Da quell’anno in poi la Rai ha fatto dei comunicati, dove non si prendevano responsabilità perché non controllava i call center. Quando riazzerarono i voti la gente non riusciva più a votare. Non mi ha dato fastidio, non mi è fregato niente. Per me era l’operazione da una parte mediatica, dall’altra di reale amore per l’Italia che io ho. Quella canzone non l’ha scritta il Principe, Pinco pallino o Fracazzo di Velletri. Quella canzone l’ha scritta Enzo Ghinazzi, parola e musica. Ho preso il Principe, ho fatto un’opera di convinzione stratosferica non su di lui, su Clothilde, per convincerlo a venire a Sanremo. Il Tenore era un amico. Io, quando ho sentito dire da qualche cretino intellettuale e snob, che quella è la canzone più paracula del secolo, lì mi incazzo. Uno può dire, ‘la canzone mi fa schifo’. Io questa canzone la canto in giro per il mondo, emoziona le persone, mi chiedono il bis. E’ una delle poche canzoni delle nuove per cui mi chiedono il bis. E’ scritta da uno paraculo innamorato per l’Italia, che sono io. Anche la Clerici l’ha marciata molto sta cosa. La ragazza, Malika, era stata penalizzata, come dire loro qui e lei… Anche lì c’è tutta una strumentalizzazione. Portare un Reale a Sanremo, che poi è l’ascolto più alto che ha fatto… Io difendo la canzone, è disonestà intellettuale dire che è la canzone più brutta di tutti i tempi”.
Pupo ha, infine, commentato le critiche rivoltegli per un altro Sanremo, in cui figurava come spalla di Adriano Celentano in un siparietto:
“Le prove le ho fatte bene, ho fatto la puttanata di stare chiuso con Celentano e la Mori a provare, fino a un certo punto in onda fu credibile, poi è stato raffazzonato. In molti se la sono presa con me, invece prenditela con lui. Questa è una società in cui il forte attacca il più debole, ma fa il debole con chi è più forte di lui. Anche a Sanremo se la prendono con quelli più attaccabili, non potevano farlo con Rocco Papaleo emergente, con Morandi il conduttore. Io ho fatto la parte in maniera perfetta”.
Tanto di cappello all’umiltà di Pupo.