Pussy Riot, libere le due componenti del gruppo punk dopo l’amnistia di Putin
Amnistia di Putin per la band al femminile condannate per la performance di protesta contro il Presidente russo.
Sono state rilasciate Maria Alyokhina e Nizhny Novgorod Nadežda Tolokonnikova, componenti delle Pussy Riot, arrestate dopo la loro esibizione – una preghiera blasfema anti-Putin nella cattedrale di Mosca- in segno di protesta per il regime dittatoriale del Presidente della Russia.
Nel corso della mattina di oggi, lunedì 23 dicembre 2013, sono uscite dal carcere di Krasnoyarsk. Per molti, la condanna ricevuta era l’evidente dimostrazione della brutale repressione della libertà di pensiero e parola. In un’intervista telefonica immediatamente successiva all’amnistia decisa da Putin, Maria ha espresso il proprio dissenso dalla scelta, con lo scopo di renderlo benevolo e generoso agli occhi del mondo:
“Penso che questo sia un tentativo di migliorare l’immagine del governo attuale , un po’ prima delle Olimpiadi di Sochi – in particolare per gli europei occidentali. Ma io non considero questo gesto umano o misericordioso”
Sempre la ragazza ha aggiunto:
“Questa è una menzogna. Non abbiamo chiesto alcuna grazia. Mi sarei seduta qui fino alla fine della mia condanna perché non ho bisogno della misericordia da Putin”
Le donne erano state condannate a due anni e si trovavano in carcere dal marzo 2012. Sarebbe state comunque rilasciate entro i prossimi tre mesi.
Maria Alyokhina e Nadežda Tolokonnikova furono condannate insieme ad una terza donna, Yekaterina Samutsevich, la cui sentenza è stata poi ribaltata in appello , con l’accusa di teppismo motivato da odio religioso.
Ma fin da subito, loro avevano insistito ripetutamente sul fatto di essere motivate non da un sentimento antireligioso ma come espressione di opposizione a Putin e al suo sistema politico in Russia.
Via | NewYorkTimes