Queen: il 21 novembre di trentasei anni fa usciva il capolavoro “A Night at the Opera”
Queen: il 21 novembre di trentasei anni fa usciva il capolavoro “A Night at the Opera”
Mettiamolo subito in chiaro: “A Night at the Opera” è IL capolavoro dei Queen. Registrato in diversi studi del Regno Unito (il Trident Sarm, il Roundhouse, l’Olympic, il Rockfield, lo Scorpio e i Lansdowne Studios), nacque però come metà di un progetto più ampio. Il progetto prevedeva l’uscita di un doppio album che avrebbe dovuto contenere anche il successivo “A Day at the Races” (pubblicato poi l’anno dopo). Motivo? Un omaggio – e un ‘concept’ – alla folle e geniale comicità dei Fratelli Marx (i rispettivi titoli sono gli stessi di due dei più famosi film del collettivo statunitense).
Se fu possibile separare i due dischi (soprattutto a causa delle insistenze della EMI) divenne invece impossibile separare “A Night at the Opera” da quello che è probabilmente il punto più alto della scrittura del compianto Freddie Mercury. Stiamo – ovviamente – parlando di “Bohemian Rhapsody”, la mini-suite di 5′ e 55′ (curiosa coincidenza: il 5 era la data di nascita di Mercury) che unì opera, pop e rock in un brano epocale. Diffidate dai detrattori che la ritengono troppo ‘pomposa’ e pretenziosa: la Rapsodia è un gioiello di composizione che impreziosisce un album già memorabile.
Nella tracklist tuttavia, non mancano momenti più ‘incerti’ (“Sweet Lady” è un tentativo hard-rock di May un po’ fuori fuoco e l’adattamento di “God Save The Queen” non è dei più riusciti), ma è quando le ambizioni salgono di livello che la band dà il meglio di sé. Esempi sublimi come “Love of My Life” (composta da Mercury per l’allora fidanzata), “Lazing on a Sunday Afternoon” con il suo incedere swing, la parentesi folk di “’39” e – soprattutto – l’altra pietra miliare che fu ed è “The Prophet’s Song”. Otto minuti che mostrano il talento di Brian May nell’orchestrare una canzone in cui la – difficilissima – parte vocale di Mercury viene sostenuta da un arrangiamento impeccabile (tanto che i Queen non la suonarono mai interamente dal vivo).
“A Night at the Opera” conquistò negli anni il triplo disco di platino (il primo della discografia della band a ottenere questi risultati di vendite) e si piazzò in quarta posizione negli Stati Uniti (dove era distribuito dalla Elektra). Un lavoro che fotografa non solo lo ‘stato di grazia’ dei Queen, ma un periodo storico importante per la Musica tutta, in cui le innovazioni tecnologiche permettevano di ottenere in studio risultati difficilmente immaginati prima di allora. La prova? Seguite questo link e divertitevi con le tracce separate di “Bohemian Rhapsody” per apprezzarne fino in fondo la complessità. Di seguito invece trovate il video della canzone e la tracklist dell’album.
Death on two Legs (dedicated to… ) – 3:43 (Mercury)
Lazing on a Sunday Afternoon – 1:07 (Mercury)
I’m in Love with my Car – 3:05 (Taylor)
You’re My Best Friend – 2:52 (Deacon)
’39 – 3:31 (May)
Sweet Lady – 4:04 (May)
Seaside Rendezvous – 2:16 (Mercury)
The Prophet’s Song – 8:21 (May)
Love of My Life – 3:39 (Mercury)
Good Company – 3:23 (May)
Bohemian Rhapsody – 5:55 (Mercury)
God Save the Queen – 1:15 (Tradizionale, arr. May)