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Raige, Affetto Placebo il nuovo album: “Racconto delle mie ferite, del mio modo di essere umano”

A tre anni di distanza dal suo ultimo album, con Affetto Placebo riscopriamo un Raige nuovo e molto più maturo. Lo abbiamo intervistato per SoundsBlog ed ecco cosa ci ha raccontato.

pubblicato 25 Maggio 2019 aggiornato 16 Ottobre 2020 15:34

Un nuovo album dopo tre anni di assenza, e dopo una scelta coraggiosa come quella di tornare indipendente abbandonando una major che a livello di marketing avrebbe sicuramente potuto aiutarlo di più. Anche questo è il nuovo Raige, il rapper di 35 anni che si fa riscoprire e ri-conoscere dal suo pubblico con un disco nuovo, così come nuovo si mostra lui – a suon di ballad e storytelling musicale, con 11 brani e 4 pezzi inediti disponibili soltanto per chi acquisterà la versione fisica del disco.

Affetto Placebo, questo il titolo dell’album uscito proprio ieri venerdì 24 maggio, ci mostra dunque un Raige diverso ma interessantissimo: sicuramente mutato, trasformato, e tanto più maturo, oltre che pronto a farsi conoscere a tutti gli effetti come un capace autore in quanto tale.

Affetto Placebo, spiega Raige, “è il disco che stavo aspettando da tempo. L’ho scritto mettendoci dentro tutto me stesso, e l’ho fatto perché sentivo un’esigenza artistica che mi chiedeva di far ritorno al vero me. In ogni canzone ho racchiuso una parte della mia vita molto speciale. Si tratta della mia personalissima auto-psicanalisi”.

Abbiamo intervistato Raige per SoundsBlog ed ecco cosa ci ha raccontato.

 

Inizierei col chiederti di questo titolo, Affetto Placebo. Un word play non da poco…

Un vero gioco di parole che mi ha divertito molto. Io sono un ipocondriaco vero e al ‘mal di vivere’ ho sempre cercato una cura, accorgendomi solo col passare del tempo che l’unica cura possibile fossero i legami che io avevo creato nel tempo e che mi avevano fatto da scudo così come da spada nei confronti di tutte le mie avversità. Ho deciso di intitolare così l’album per far capire, ancora una volta, che nonostante abbia provato ogni possibile cura alle mie ferite e alle mie difficoltà di normale essere umano – solo l’affetto, e i legami con le persone alla fin fine mi hanno salvato.

E a proposito della copertina del tuo disco, invece, che ci racconti?

La copertina è stata realizzata da un bravissimo fotografo di Still Life, e ci tengo molto a sottolinearlo. Non è fatta al computer ma è reale, e raffigura sul davanti un blister di pillole con soltanto una pasticca rimasta, e sul retro un bicchiere d’acqua. Ho anche deciso di prendere una decisione coraggiosa a tal proposito non pubblicando il mio volto in copertina, ne la tracklist sul retro del disco. Mi sembrava più corretto così, mi rispecchiava di più. Anche la copertina ovviamente richiama il messaggio per intero del disco: non servono le medicine, servono le persone a cambiarti e a salvarti la vita.

I pezzi contenuti in Affetto Placebo ci presentano un Raige completamente nuovo. Stavolta ci mostri uno stile molto cantautorale forse più assente nei tuoi precedenti album…

Quello che mi stai facendo per me è un complimento che non ha valore, ti ringrazio molto. Effettivamente sì, volevo che passasse il messaggio che io ho sempre scritto testi di canzoni, e che l’ho sempre fatto mettendo me al primo posto, regalando talvolta anche le parti più fragili di me. Infatti è proprio così che è nato questo disco: tirando fuori un disagio, e raccontandolo – facendo quindi quello che con la scrittura faccio ormai da tempo. Ad esser sincero, nonostante l’hip-pop e la black music di importazione mi abbiano sempre fatto battere il cuore, posso comunque dire che io venga da quel mondo lì – da quello della canzone d’autore. In Italia abbiamo una scuola di parolieri che è invincibile, e anche io sono cresciuto ascoltando quel genere di canzoni. In questi ultimi tre anni ho intrapreso a tempo pieno la carriera di autore, e ho scritto brani per Tiziano Ferro, per Nek, per Annalisa, dando loro canzoni molto mie, decisamente autobiografiche per me. E’ stato proprio quel processo a darmi la possibilità di capire quanta forza e quali strumenti ci fossero nella mia cassetta degli attrezzi. Per me le parole sono state sempre fondamentali, e credo che questo disco a livello di liriche sia davvero molto bello.

Affetto Placebo è stato anticipato dall’uscita di 1 milione di sassi, canzone che tu hai dedicato alla tua mamma. Come mai proprio questo brano come singolo di presentazione del disco?

Io ho perso mamma quattro anni fa, e dopo averle dedicato già due canzoni in passato ho voluto dedicarle anche questo brano. Mia madre, da ragazzino, mi raccomandava tante cose, ma io ne capivo un decimo della metà. Questo perché quando si è ancora molto giovani si vive il presente con euforia, senza pensare a niente e tanto meno al futuro. Crescendo ho invece ricordato e compreso tutto ciò che mi ha sempre insegnato, capendo soprattutto che la differenza nella vita non la fa niente se non l’affetto che provi e che hai ricevuto dalle persone, oltre che i legami che hai costruito nel tempo. Anche per questo mi sembrava doveroso che il primo singolo di Affetto Placebo fosse per lei.

Gli instore ti porteranno in tutta Italia, e verranno caratterizzati anche da tanti tuoi piccoli live. Come mai questa scelta?

Non è una cosa così scontata poter regalare un piccolo live a tutti i fan che mi seguiranno nel corso di tutti i miei instore, e anche per questo ringrazio tutti i negozi che mi ospiteranno. Gli instore li vivo con molta energia, molta carica. Credo fermamente che il mio album Affetto Placebo abbia bisogno di essere spiegato, di essere raccontato a chi lo ascolta, affinché lo possa comprendere meglio. Anche per questo canterò e spiegherò personalmente alcuni dei miei brani a chiunque mi verrà a trovare nel corso del mio tour di firma-copie in giro per l’Italia, e così facendo nel corso degli instore mi esibirò live.

Nonostante l’estate sia alle porte, ancora non ti abbiamo sentito parlare di concerti o di tour…

Il mio tour di date partirà sicuramente, ma ad ottobre. Ho molta voglia di esibirmi live, ma non me ne avete ancora sentito parlare perché è tutto in divenire, e sicuramente non accadrà questa estate. Il motivo è che proprio questa estate sarò molto molto impegnato in due progetti bellissimi dei quali ancora non posso rivelare nulla. Sarò molto impegnato, e sono contento. Appena mi sarà possibile vi svelerò tutto. Quindi, sì ai concerti ma soltanto in autunno. Nei prossimi tre mesi non ne avrò proprio il tempo.

 

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