Red Hot Chili Peppers, canzoni utilizzate come tortura a Guantánamo: la reazione della band
Chad Smith non ha gradito la notizia apparsa sui giornali in questi giorni
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Musica utilizzata come strumento di tortura? Metaforicamente parlando e con toni ironici questo concetto può essere usato da chi predilige un particolare genere e non ne sopporta magari un altro. E’ semplicemente questioni di gusti, di preferenze. Normale. Umano. Quello che, invece, sorprende è la notizia che rivela come certe canzoni siano davvero state scelte come metodo per torturare qualcuno.
La rivelazione è stata fatta nelle scorse ore da alcuni funzionari anonimi degli Stati Uniti che hanno ammesso alcune tecniche inusuali durante l’amministrazione di George Bush con procedure ” rafforzate” negli interrogatori dopo l’11 settembre.
Tra queste, a coloro che erano sospettati di essere terroristi veniva fatta ascoltare, a ripetizione continua, musica dei Red Hot Chili Peppers. Non esattamente un modo per celebrare la band californiana che, successivamente, ha espresso apertamente il poco entusiasmo per la notizia trapelata. L’idea che i loro pezzi siano stati considerati motivo di tortura per il genere umano non deve essere qualcosa di cui vantarsi…
Il batterista Chad Smith, a Tmz, ha dichiarato:
“Ho sentito che usano più … come dire, hard rock, metal … La nostra musica è più positiva, dovrebbe far sentire bene la gente e questo è… è molto sconvolgente per me, non mi piace affatto . E ‘ una stron*ata- Forse alcuni pensano che sia fastidiosa, non mi importa, ma sai… (loro) non dovrebbero farlo. Loro non dovrebbero fare nulla di tutta questa mer*a”
Via | Nme