Rkomi e i suoi ex coinquilini Tedua e Sfera Ebbasta: “Tre anni dopo ce l’abbiamo fatta tutti e tre”
Rkomi si racconta prima dell’esordio a X Factor 2022. Dagli ex coinquilini Tedua e Sfera Ebbasta al successo del tour estivo
Rkomi ha rilasciato un’intervista per il Corriere, a poche settimane di distanza dal suo debutto come giudice di X Factor Italia 2022 e durante il tour che sta portando, in giro per l’Italia, durante questi mesi. Il cantante ricorda il suo periodo prima del successo, quando aveva Tedua e Sfera Ebbasta come coinquilini:
“Ero con Tedua e Sfera. Il mio dispiacere è non essere tanto erudito, tendo a essere un credulone, ma almeno in una cosa sono stato intelligente: ero consapevole che bisognasse lavorare per sentirsi liberi di dire: “Mamma, voglio fare musica”. Perché è importante sognare ma essere anche realisti; dovevo lavorare e pagarmi l’affitto per poter cantare; tre anni dopo ce l’abbiamo fatta tutti e tre”
Rkomi, anno 1994, ha raccontato di aver lasciato la scuola appena diventato maggiorenne -senza il diploma- e di essere andato a lavorare senza abbandonare il suo sogno di sfondare nella musica. E di vivere proprio grazie a quella.
Con il padre non ha avuto rapporti (“Lui non era pronto ad avere un figlio, non sono nemmeno arrabbiato con lui perché non è mai stato una presenza nella mia vita”) mentre le figure femminili della sua famiglia sono state fondamentali:
Mia mamma ha cinque sorelle (e un fratello) e ha cresciuto da sola me e mio fratello; a sua volta mia nonna — una che si è fatta da sola — ha cresciuto da sola tutti quei figli
Se i primi soldi guadagnati li ha un po’ sperperati, poi ha iniziato a risparmiare e, col tempo, ha investito in qualcosa di più importante e concreto (” Ora ho comprato una casa, ho la mia macchina, sto attento a come amministrare i soldi”).
Infine, sempre sul Corriere, parlando dei concerti che sta eseguendo in questa estate, sottolinea l’adrenalina che prova sul palco e la sensazione opposta quando si trova in albergo, da solo:
È difficile mantenere l’equilibrio tra l’adrenalina del palco e la noia dell’hotel: quando finisce il calore del pubblico, devo combattere la depressione da post concerto