Rocco Hunt, ‘A Verità in esclusiva per Soundsblog: “E’ cambiato il mondo intorno a me, ma io sono lo stesso di sempre”
Il rapper, nella nostra video intervista esclusiva, parla del nuovo disco, delle case discografiche che chiedono di dimagrire, e dei testi ‘da diciannovenne’…
Rocco Hunt, A’ Verità: il nuovo disco del vincitore di Sanremo Giovani 2014 è in uscita (il 25 Marzo, precisamente). Un disco che non è solo Nu Journo Buono, ma molto altro, a partire dai nomi coinvolti ma anche per i temi trattati, sempre con l’occhio del Poeta Urbano diciannovenne, che lasciato il sogno descritto nella canzone che l’ha portato alla vittoria, torna a descrivere in maniera più amara la realtà che lo circonda.
Del featuring con Eros Ramazzotti, dei testi del nuovo disco, del fatto che a Napoli l’hip hop stia sostituendo il neo-melodico, parlaremo a breve, nel resoconto della rassegna stampa che si è svolta oggi pomeriggio con parecchie testate italiane.
Ma Rocco, alla fine della conferenza, ci ha concesso in esclusiva qualche minuto, per approfondire un paio di temi del disco e per ricordarci di qual è stata la strada che l’ha portato fino a qui…
Rocco, su Soundsblog ti abbiamo intervistato 3 volte in 4 mesi: quando è stata annunciata la tua partecipazione a Sanremo, poco prima di salire sul palco dell’Ariston, e ora che esce il tuo nuovo disco, ‘A Verità. Abbiamo parlato con 3 Rocco diversi o sei sempre lo stesso? E’ cambiato qualcosa?
“Avete parlato sempre con lo stesso Rocco, sicuramente. Diciamo che è cambiato il mondo intorno a me, però io fortunatamente sono lo stesso di sempre.”
Una frase ricorrente nel cd è “Ce Magnamm”, che dà il titolo ad una canzone ma che viene poi spesso ripreso come intercalare. Cosa significa esattamente, cosa rappresenta per te?
“Ce Magnamm è la canzone con Clementino, ma prima ancora del titolo di una canzone voleva essere un inno alla forza, alla speranza. Quando un ragazzo è sotto coi problemi, o davanti ad una sfida importante, deve pensare ‘Dai, ce la possiamo fare, Ce Magnamm’, letteralmente ‘Ce li mangiamo’.”
E tu hai ancora tanta fame?
“Sì, ho ancora tanta fame, anche se ho mangiato abbastanza. E infatti ora sono un po’ a dieta!”
Ho in effetti letto molti complimenti alla linea, addirittura qualcuno ipotizza che sia stata la tua etichetta a dirti di dimagrire…
“Ahahah no guarda, anzi: prima sono sceso dal presidente della Sony, e mi ha detto che devo mangiare un po’! E’ il contrario di quel che si pensa, così come l’anno scorso mi si chiedeva se la Sony mi aveva obbligato a mettere sul disco più canzoni in italiano rispetto al dialetto: il presidente della Sony l’anno scorso mi diceva ‘Ma non è che ci sono troppi pochi pezzi in dialetto?. Ora mi viene anche a dire ‘Mangia un po’ che stai troppo dimagrendo’… questa è la dimostrazione che la casa discografica vuole il bene dell’artista!”
Aver vinto Sanremo ti aiuta o ti svantaggia, quando ora devi rispondere alle accuse di cui cantavi in ‘L’ammore Overo’, accuse di essere un un montato, che già tenevi i soldi e che sei raccomandato?
“Quella è stata una cosa del passato, quando il mio personaggio non si conosceva ancora bene, il pubblico giustamente si chiedeva come avevo fatto ad avere un boom del genere, e i più maligni giustamente pensavano che fossi ricorso al metodo che tutti credono sia possibile, quello dei soldi: ma di solito chi ha i soldi, non li va a buttare per fare musica! Ahaha – ok, parlando veramente, io sono partito self-made, vengo da una famiglia solida ma con pochi mezzi, e riuscire ad arrivare a Sanremo da zero e portare a casa il risultato, per me è stata una rivalsa sociale.”
Ma in generale, pensi che quando sei stato selezionato per la gara, qualcuno si fosse ascoltato i testi di Poeta Urbano? O che più che altro li ha compresi? Ad esempio ‘Capocannonieri’ non parla esattamente di calcio, e sai come gira nell’Italia bacchettona in cui non si deve parlare di legalizzazione…
“Diciamo che c’è un po’ il doppio senso di parlare di calcio, di bomber, di gol, eccetera eccetera, ehehe. Sono sicuro che se hanno ascoltato Poeta Urbano prima di chiamarmi, un paio di tracce le hanno saltate!
Però a Sanremo ho voluto portare un’immagine abbastanza pulita e positiva, quindi diciamo che qualche pezzo da diciannovenne ogni tanto ci sta…”
Quando in Dicembre sono andato al concerto di Clementino, all’uscita dall’Alcatraz mi hanno dato un volantino, che annunciava il tuo primo concerto a Milano (al Legend 54). Per molti sembra fantascienza, che un artista in continua crescita e con un cd uscito da mesi, non abbia mai suonato a Milano. Per i milanocentrici, ci puoi rassicurare che esiste una vita musicale lontano da Milano?
“Assolutamente sì! Giù, tanto per dirti la realtà da cui vengo io, nel Sud, c’è molta voglia, molta sete di musica. Già con la vittoria al Festival di Sanremo, già con il fatto che il mio collega Clementino ha già sdoganato il rap in dialetto nelle radio con il suo singolo O’Vient… questo significa che non solo c’è il rap a Milano, ma c’è anche un Rap del Sud! La bellezza di questa scena è che è molto molto varia.”
Una scena che sembra tutta sostenerti: i tweet di supporto mentre eri a Sanremo, e anche dopo, sembrano arrivati da tutti i nomi più importanti. Non c’è nessuno, anche senza fare nomi, che invece ti ha proprio detto che andare a Sanremo era sbagliatissimo?
“Io dalla scena hip hop ho ricevuto davvero solo consensi, all’unanimità proprio, una cosa incredibile. Gli unici commenti negativi sono stati forse i pregiudizi delle persone del Nord, che deridevano forse l’ilarità dei miei festeggiamenti e cose così, che invece secondo me sono state fra le cose più vere di questo Festival. Quindi davvero non rimpiango niente, e sono molto molto contento. Anzi, avrei dovuto abbracciare ancora più persone quando ho vinto!”
Per congedarci, ecco il video del live più recente di Rocco Hunt, Nu Journo Buono all’Hip Hop All Stars, Martedì scorso a Milano (per foto e live report della serata, cliccate sul link!).