Sanremo 2010: commenti sulle esibizioni della “Nuova Generazione” (seconda serata)
Ieri sera al Festival di Sanremo hanno esordito i primi cinque “giovani” in gara. Ecco alcune considerazioni (con tanto di contributi audio e video) a riguardo. Nina Zilli “L’uomo che amava le donne” – Devo ammettere che mi aspettavo di più da lei e dalla sua canzone. Ha cantato bene dimostrando di avere molta padronanza
Ieri sera al Festival di Sanremo hanno esordito i primi cinque “giovani” in gara. Ecco alcune considerazioni (con tanto di contributi audio e video) a riguardo.
Nina Zilli “L’uomo che amava le donne” – Devo ammettere che mi aspettavo di più da lei e dalla sua canzone. Ha cantato bene dimostrando di avere molta padronanza del palcoscenico e della propria vocalità. C’è stato però qualcosa che ha stonato. Forse l’inghippo è rinvenibile in questa atmosfera retrò che viene evocata: l’intento della cantante sarebbe quello di optare per una piccola incursione nel mondo della musica del passato, tentativo riuscito fin troppo visto che quest’incursione ha dato spazio ad un vero e proprio pernottamento nella dimensione del “vecchio” il che ha decretato l’abbandono della musica più moderna. Peccato! Voto 5
Broken Heart College “Mesi” – Imbarazzante! Ecco l’aggettivo che si addice di più alla loro esibizione. Il testo della canzone sembra essere stato scritto da un dodicenne alle prime armi con la penna, la melodia pare essere una scopiazzatura di “T’Appartengo” di Ambra (come ci fanno notare i nostri cugini di tvblog), l’aspetto vocale non è nemmeno degno di commento. Conclusione? Se stavano a casa era meglio. Senza voto
Mattia De Luca “Non parlare più” – Perchè in Italia c’è questa convinzione che per fare una ballata ci debba essere quasi per forza la batteria in sottofondo? La canzone del giovane artista sarebbe stata di sicuro più gradevole se fosse mancato lo strumento prima citato e l’inizio del pezzo ne è la dimostrazione. Detto ciò bisogna comunque affermare che nè brano e nè vocalità brillano per originalità. Carina la parte dei falsetti. Voto 5 meno
Jacopo Ratini “Su questa panchina” – La canzone ha la pretesa di essere ricordata per il suo ritornello a mò di filastrocca: il “…tutti giù per terra” è l’elemento principale che ci induce ad esternare la supposizione appena avanzata. Magari i presupposti di base affinchè questo avvenga ci sono pure ma, parlando seriamanete, quanto lontano andrà questo brano? Forse rimarrà “su quella panchina”, assieme al cantante che ce la propone, senza alzarsi mai. Voto 5 meno
Luca Marino “Non mi dai pace” – Ecco l’ennesima ballata melodica all’italiana piena di chitarre che servono a dare al pezzo un sapore nostalgico. Basta! Non ne possiamo più delle solite canzonette e ci stringe ancora di più il cuore quando queste vengono proposte da artisti giovani che invece dovrebbero portare innovazione. Il ragazzo sarà pure bravo (anche se di voci come la sua ce ne sono a milioni) ma purtroppo non riesce comunque a raggiungere la sufficienza. Voto 4.
Chi aveva detto che quest’anno i “giovani” di Sanremo sarebbero stati più “vecchi” (musicalmente parlando) dei “big”? Non ricordo bene ma comunque “sante parole”.
Nina Zilli e Luca Marino si sono salvati? Chissenefrega. Un unico autobus con gli altri eliminati, incluso Valerio Scanu, sarebbe l’idea più giusta da implementare. Destinazione “ospizio”! Ovviamente in cambio accogliamo molto volentieri Nino D’Angelo.