Sanremo 2013, Daniele Silvestri a Soundsblog: “A bocca chiusa mi ha permesso di avvicinarmi ad una battaglia di civiltà come quella della lingua dei segni italiana”

Daniele Silvestri ha rilasciato una bellissima video intervista a Soundsblog, coadiuvato da Renato Vicini, l’interprete della lingua dei segni che lo sta accompagnando nella sua avventura al Festival.Il cantante, in gara a Sanremo 2013 con il brano A bocca chiusa, spiega la genesi della canzone:

La canzone è nata la note prima della scadenza ultima del Festival di Sanremo. Io non pensavo di farlo, ma la mattina successiva alla nascita della canzone ho deciso di provarci. Ho mandato il brano senza neanche aver avuto il tempo di riflettere. Meno male che l’ho mandato, perché oggi sono felice per questo. E’ una canzone a cui tengo tantissimo, come raramente mi capita e il fatto che poi la canzone mi ha permesso di avvicinarmi ad una battaglia di civiltà, come quella della lingua dei segni italiana, lingua non ancora completamente riconosciuta, è stato davvero straordinario. Anche dal punto di vista estetico e poetico, mi verrebbe da dire. Spero che questo sia arrivato guardandoci, non semplicemente ascoltandoci.

E sul significato della canzone il cantautore aggiunge:

La canzone si chiama A bocca chiusa e cerca di spiegare non solo i motivi per cui anche oggi si scende in piazza, nelle strade, non solo da noi, non solo nella Roma di cui canto, ma in quasi tutto il nostro Vecchio Continente, piuttosto malandato, ma anche del fatto che lo si può fare in tanti modi. La comunicazione è fatta di tante lingue diverse e anche la lingua dei segni è una di queste. E’ sicuramente uno dei tanti modi con cui insieme possiamo dire le cose.

Nel corso dell’intervista Silvestri parla del suo prossimo disco (le canzoni escono subito, ma il disco uscirà solo successivamente), del gusto di fare un album, di Pietro Mennea e delle donne che lo adorano. Se siete curiosi cliccate sul tasto Play.