Sanremo 2020, intervista ad Anastasio: “Mi sono sentito disinnescato, soprattutto dopo il successo”
Anastasio è in gara al Festival di Sanremo 2020 con Rosso di Rabbia. La videointervista di Blogo.
Un anno fa era salito sul palco del teatro Ariston come ospite. Stavolta sarà in gara. Anastasio si chiede: “E’ un upgrade o un’involuzione? Secondo me è un passo avanti. Sai, concorrere a Sanremo è un diploma. Perlomeno così pensa mia madre. In ogni caso conta fare bella figura“. Il rapper di Meta proprone il pezzo Rosso di Rabbia, che i bookmakers danno come potenziale vincitrice del Festival di Sanremo 2020. “Non me ne frega niente. Più che grattarmi da buon scaramantico… non c’hanno mai azzeccato”, commenta.
“Non ho mai fatto un pezzo così, con i chitarroni, bello rock. E’ un pezzo potente nel sound, sicuramente. Io credo anche nel testo. Ci sono due linee parallele, in questa canzone. C’è un po’ di autobiografico, ma è costruito su questo personaggio che è il sabatatore. Questo sabotatore ha pianificato un piano articolatissimo che prevede l’esplosione di una bomba per cambiare le coscienze, ma si ritrova con un nulla di fatto. La bomba disinnescata e lui applaudito“, racconta Anastasio del brano in gara.
“Ti sei mai sentito disinnescato?“, chiedo, a lui che canta “C’ho 21 anni posso ancora permettermi di incazzarmi“. “Mi sono sentito disinnescato molto spesso, soprattutto dopo il successo. Appena ho capito che mi seguivano tante persone mi sono sentito meno capito che mai. E’ un semplice paradosso“.
Sulle polemiche legate (anche) a Junior Cally dice: “L’arte può e deve dare fastidio, e anche essere scorretto. Non esiste la correttezza nell’arte. Se fai un’opera rilevante usando la violenza tanto di buono. Se fai un’opera inutile usando la violenza, il problema è che la tua opera è inutile. La violenza, così come tutte le cose che possono dare fastidio, è uno strumento“.
Atto Zero è il primo album di Anastasio, in uscita