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Sanremo 2020, Blogo intervista Marco Sentieri: “No al bullismo”

Sanremo 2020: Blogo intervista Marco Sentieri, in gara tra le nuove proposte con il brano Billy Blu.

pubblicato 4 Febbraio 2020 aggiornato 27 Agosto 2020 09:46

Marco Sentieri partecipa al Festival di Sanremo 2020 nella categoria Nuove Proposte con il brano Billy Blu. Blogo l’ha intervistato per voi. Ecco cosa ci ha raccontato.

Come si fa a scrivere una canzone sul bullismo? Da dove nasce?

Billy Blu non nasce dalla mia penna, ma da quella di Gianpiero Artegiani, a cui dedicherò la mia esibizione perché ricorre il primo anniversario della sua scomparsa (è scomparso il 4 febbraio 2019). Billy Blu è una storia vera. Se non l’ha vissuta sulla pelle, credo che abbia fatto sua una storia che gli è stata raccontata. Anche perché sennò non riesci a scrivere un testo così diretto, a tratti struggente e crudo allo stesso tempo. Non l’ho scritta io Billy Blu, ma è come se l’avessi fatto. Tra le tante proposte, senza sapere chi l’avesse scritta, ascoltandola ebbi subito un brivido alla schiena alle prime due battute. La feci mia, anche perché tengo in particolar modo a questo tema. No al bullismo.

Come si fa a fare propria una canzone sul bullismo? Tu hai vissuto atti di bullismo sulla tua pelle?

Io da piccolo ho subito atti di bullismo. Devi pensare che avevo un altro aspetto. La musica mi ha salvato. Ero paffutello e soffro di una grave miopia, quindi porto degli occhiali molto spessi e venivo spesso preso in giro per queste cose. Poi, passata l’età adolescenziale, anche grazie alla musica, mi sono scrollato di dosso tutte le mie insicurezze. Fortunatamente ce l’ho fatta a forgiare il mio carattere e ad essere più sicuro di me stesso. Sono molto vicino alle persone che subiscono il bullismo. Mi sento di dire: “Ragazzi, fate dei vostri difetti, ammesso che si possano definire difetti, i vostri punti di forza. Lo so che è difficile nell’età adolescenziale capire queste cose, perché si è vulnerabili. Se riuscite a capire questa cosa, fregatevene! Poi pensate che è solo un momento. L’adolescenza è un periodo difficile, però tenete duro!”

Il problema bullismo in questi anni è aumentato causa social, causa amplificazione di messaggi sbagliati o c’è sempre stato ed è difficile superarlo, perché è qualcosa di insito? Si dice tanto “i bambini sono la bocca della verità! I bambini sono cattivi tra di loro”, quando penso che dipenda tutto dall’educazione che uno riceve…

Bulli non si nasce, lo si diventa. Nel mio testo si dice:”Quando hai una famiglia distratta e disattenta”. Non so se quella è l’unica causa. Sicuramente bimbi poco seguiti dai genitori incorrono in questo tipo di atteggiamento, magari scaricando le proprie frustrazioni sul compagno di banco più debole. Magari non è l’unico motivo, ma sicuramente se non hai alle spalle una famiglia compatta, è più facile essere così. Non so se si può definire bullo solamente chi picchia un ragazzino. Anche se ti guardo e ti disprezzo con gli occhi sto attuando in quel momento un atto di bullismo.

Tu hai due figli: come fai a trasmettergli il messaggio: “No al bullismo, aiuta le persone”?

E’ un’educazione mentale. Quello che cerco di insegnare ai miei figli io è quello di amare il prossimo. Ovviamente il lavoro lo sto facendo più sulla mia prima figlia che ha quasi cinque anni. Il mio secondogenito ha solamente sei mesi. Quello che dico a Gaia, la mia prima figlia, è di condividere, dai giochi ad una merendina. Ovviamente è difficile. Il lavoro del genitore è difficilissimo. Lo noto dalle differenze con l’educazione che ho avuto io dai miei genitori rispetto a quello che cerco di trasmettere io ai miei figli. E’ difficile essere genitore, ma bisogna insistere. Oggi si è presi da tante cose: lavoro, problemi sociali, familiari e sentimentali. Tutti hanno problemi, ma non bisogna scaricarli sui propri figli o lasciare che i figli non vengano seguiti. Io stra-amo la mia famiglia. Devi immaginarti che io sono un mammo: avendo mia moglie che lavora io seguo i miei figli a 360° dal cambiargli un pannolino al prepararli per mandarli a scuola. Ci tengo: non voglio i soldatini, voglio persone che sappiano rispettare le altre persone.

Con cosa baratteresti la vittoria di Sanremo? Con un premio della critica? Con un futuro radioso?

Baratterei la vittoria di Sanremo con il pane quotidiano. Avere la fortuna di vivere di musica come già facevo prima, ma erano contesti più piccoli. La batterei con una … non voglio chiamarla carriera, perché non sono qui per cercare la fama… se quella arriva ben venga, non dico che quella mi faccia schifo, però, il mio augurio è quello di riuscire a vivere sempre di musica, riuscire a trasmettere quello che ho dentro e rendere orgogliosa la mia famiglia.

L’intervista si conclude parlando dei progetti del prossimo futuro…

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