Home Festival di Sanremo Sanremo 2020, Blogo intervista Matteo Faustini: “In ogni persona c’è una parte di bene e una parte di male, ma quante persone sono disposte ad amare entrambe?”

Sanremo 2020, Blogo intervista Matteo Faustini: “In ogni persona c’è una parte di bene e una parte di male, ma quante persone sono disposte ad amare entrambe?”

Sanremo 2020: Blogo intervista Matteo Faustini, in gara tra le nuove proposte con il brano Nel bene e nel male.

pubblicato 5 Febbraio 2020 aggiornato 27 Agosto 2020 09:39

Matteo Faustini partecipa al Festival di Sanremo 2020 nella categoria Nuove Proposte con il brano Nel bene e nel male. Blogo l’ha intervistato per voi. Ecco cosa ci ha raccontato.

Cosa sarà per te nel bene e nel male questo Festival?

Per me ci sarà solo nel bene, perché anche nel male cerco di risolverlo, di imparare da esso e di tenere solo il bene. Da quando sono qua c’è solo il bene. Mi sento super privilegiato. E’ bellissimo e sto cercando di trasformare tutte le cose male che mi stanno succedendo in bene e farle mie.

Riavvolgiamo il nastro della tua storia e ricordiamo la sera in cui ti hanno annunciato che saresti stato tu a partecipare al Festival di Sanremo 2020: come ti sei sentito? Cosa hai provato?

Non me l’aspettavo, perché prima di entrare mi avevano detto che non ero passato. Ero un po’ triste. Avevo la febbre a 40, stavo malissimo. Quando sono arrivato là ho abbracciato Amadeus. Mi sono sentito appagato. Mi sono detto: “Per la prima volta posso avere voce e ho uno spazio”. Mi sono sentito a casa.

Per scrivere questa canzone, ma anche per interpretarla, a cosa hai pensato?

Ogni canzone che scrivo nasce da un bisogno, da una necessità di comunicare un preciso contenuto. In questo caso mi sono reso conto un giorno che non stavo tanto bene, che c’erano delle persone che stavano accanto a me non solo quando le cose andavano bene, ma soprattutto quando andavano male. Sono pochissime. Ognuno di noi le ha, ma sono pochissime. Ho detto: “Ho bisogno di scrivere una canzone che sia un omaggio per tutte quelle persone che abitano in modo permanente le stanze del mio cuore”. In ogni persona c’è una parte di bene e una parte di male, ma quante persone sono disposte ad amare entrambe? Il male che c’è dentro di noi non è semplicemente da accettare, ma da perdonare e da risolvere. Se risolvi quel male c’è il bene. Io dovevo parlare di questo.

La cosa più bella che si sente in giro di te è che sei una brava persona, che credo che sia la cosa migliore rispetto a qualsiasi altro complimento…

Ah bello! Credo che sia la cosa più bella!

Cosa c’è di male in te, visto che bisogna anche saper amare il male? Cosa cambieresti di te?

Vorrei curvare tanti angoli del mio carattere. Nella mia testa è un casino. Sono autolesionista, schizofrenico e bipolare. Cerco di contenere tutto questo in modo abbastanza pacato e cerco di avere le cose sotto controllo. Sbaglio anch’io tante volte e quando sbaglio cerco di chiedere scusa. Cerco di essere con meno maschere possibili e cerco di non offendere le altre persone. Odio i giudizi, ma a volte sbaglio e li do anch’io. Ho tante cose da migliorare.

Cosa insegni ai tuoi bambini (Matteo è un insegnante N.d.Sounds)?

Ai miei patatoni, che hanno otto anni, insegno musica e ginnastica. E’ un lavoro che richiede tanta energia, ma te ne ritorna indietro il doppio la maggior parte delle volte. E’ bello! Sono andato a trovarli settimana scorsa. Ho portato loro una valangata di caramelle. Ci siamo abbracciati un po’ tutti.

Però il tuo futuro lo vedi nella musica, prima o poi dovrai abbandonare questi bambini, anche se cresceranno e diventeranno uomini. Dovrai fare una scelta: essere educatore o portare il tuo messaggio a più persone. Non ti fa star male pensare di lasciare una cosa per l’altra?

L’ho sempre detto a tutti: ho due piani. Ho bisogno di uno stipendio, che mi serve per autoprodurre il mio sogno, che è la musica. Ho trovato questo lavoro che mi piace, perché sto a contatto con dei bimbi che vivono nelle favole e io amo le favole, tanto da aver scritto un disco che si chiamo Figli delle favole. E’ un lavoro che mi piace, ma non è il mio mestiere. Ho bisogno di fare altro. Io lavoravo lì con impegno e con il sorriso, ma sempre con il fine sempre ben puntato all’orizzonte che era quello di soddisfare il piano A, ovvero la musica.

Allora concludiamo parlando di questo piano A: dopo Sanremo, a prescindere da quello che accadrà – intanto hai già vinto il premio Lunezia – cosa farai? Quale è il tuo futuro?

Il premio Lunezia per il miglior testo, wow ragazzi! Ero lì nella cameretta a scrivere e mi danno il premio. Mi fa strano: non riesco ancora a capacitarmene. Per quanto riguarda il futuro purtroppo non ho la sfera magica, però, ci sarà il disco da promuovere, indipendentemente da come andrà e spero che quei contenuti possano far del bene. La musica può fare tanto bene. 

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