Sanremo amarcord: il vecchio che incontra il nuovo?
Sanremo amarcord: quanto il festival rischiava, innovava, sperimentava e coinvolgeva
Perchè ripescare Pippo Baudo e Mike Bongiorno? Per entrare meglio nel tema del presente post. Il topic è questo: quando Sanremo era ancora in grado di essere originale, sperimentale; quando aveva il coraggio di proporre cose diverse, addirittura più attuali di quelle moderne; quando non aveva paura di innovare. Insomma, quando il vecchio incontrava il nuovo, circostanza che anno dopo anno va sempre più controcorrente: adesso è il nuovo che incontra il vecchio e senza nemmeno avere, ahimè, il gusto del vintage (Nina Zilli esclusa).
L’idea è quella di proporre un Sanremo amarcord con cui mostrare che effettivamente la kermesse nei tempi d’oro era più all’avanguardia delle ultime edizioni. C’era più divertimento nel seguirlo proprio perchè si presentano diversi spunti di riflessioni, sia nel campo musicale che, di conseguenza, in quello della critica.
Dopo il salto troverete la mia selezione personale di vecchie canzoni che sono state in grado di portare sull’Ariston freschezza, tematiche attuali, belle melodie, sperimentazione e modernità, a prescindere dal successo che hanno avuto. Nel 2013 potremmo avere, a mio parere, un cast formato proprio da questi brani senza avere la benchè minima impressione del loro essere, per una questione anagrafica, datati. Il punto interrogativo inserito nel titolo dell’articolo ha lo scopo di creare una discussione su questo tema: vi chiediamo se siete d’accordo con quanto detto e sulle proposte effettuate. La mia opinione, già esplicitata sia qui che in un’altra occasione, la esprimo dicendo simpaticamente “aridateci Pippo e Mike”.
Sanremo 2000 – Subsonica: Tutti i miei sbagli
Quando l’elettronica incontra l’orchestra ed il pop mainstream. Uno dei maggiori successi della band, ancora oggi tremendamente attuale.
Sanremo 1999 – Marina Rei: Un inverno da baciare
Anche in questo caso un pizzico di elettronica che va a creare un perfetto connubio con la vocalità avanguardista della cantante. Adesso sono tante le emulatrici di Gianna Nannini.
Sanremo 2011 – Quintorigo: Bentivoglio Angelina
Quando la pazzia incontra il retrò e l’urlo “heavy metal”. Pezzo geniale dalla struttura musical scombussolata ed estremamente accattivante. Allora si aveva il coraggio di rischiare.
Sanremo 2000 – Luna: Cronaca
Tra le nuove proposte si affacciò Luna che, portando un pezzo dalla forte tematica, si classificò terza. Da allora l’oblio. In quel caso riuscì a mischiare la bella melodia, l’influenza partenopea nella voce ed un pizzico di pop’n’b nell’arrangiamento (ma molto molto lontanamente). Interpretazione magistrale condita con perfezione tecnica. Un modo diverso di invocare Dio.
Sanremo 1986 – Mango: Lei Verrà
Mango con la sua vocalità in falsetto (Justin Timberlake è venuto dopo) è stato sempre avanti. Il pezzo estremamente fresco ed originale. Adesso molte canzoni proposte sono lagne pesanti.
Sanremo 2006 – Anna Oxa: Processo a me stessa
Quando si dice il coraggio, la voglia di non campare sugli allori cristallizzandosi in forme pregresse già consolidate. Anna Oxa è la risposta italiana a Madonna e ce la teniamo stretta nonostante il pubblico ultimamente l’apprezzi poco (in quell’edizione fu scartata subito).
Sanremo 2003 – Lisa: Oceano
Quando l’eleganza incontra l’arrangiamento solenne, quasi celtico (non di sicuro tricolore) e la bella vocalità.
Sanremo 1999 – Anna Oxa: Senza pietà
Quando l’immagine fa parlare. Erano i tempi in cui la Oxa, nuovamente proposta in questa selezione, dettò moda: il tanga fuori dai pantaloni è una sua invenzione, mica di Britney Spears (I’m A Slave For You?). La canzone, dal piglio arabo, fu una delle prime che richiamò le caratteristiche orientali.
Sanremo 2011 – Sottotono: Mezze Verità
E l’hip hop oggi dove è finito? Nel 2001 non lo snobbavano. La canzone riprende gli schemi attuali del genere: strofe rappate (anche se in questo caso sono anche molto melodiche) unite al ritornello cantato.
Sanremo 2011 – Bluvertigo: L’assenzio
Quando sull’Ariston saliva la musica alternativa, maschio truccato compreso.
Sanremo 1996 – Federico salvatore: Sulla porta
Vogliamo parlare di omosessualità? Come farlo ce lo spiega Federico Salvatore che nel 1996 sapeva come non cadere nel luogo comune del “io non ho niente contro gli omosessuali”.
Sanremo 1989 – Mia Martini: Almeno tu nell’universo
Non si può fare a meno della classica canzone sanremese? Beh, allora teniamoci queste.
Sanremo 1995 – Neri Per Caso: Le ragazze
X Factor ci insegna che non bisogna dimenticarsi dei gruppi vocali. Noi abbiamo uno dei migliori a livello internazionale che incastra l’armonia al beatbox. Più moderno e spettacolare di questo si muore.
Sanremo 1997 – Pitura Freska: Papa Nero
La spensieratezza, il gaudio del reggae. E fatece un pò divertì a stò festival.
Sanremo 2002 – Valentina Giovagnini: Il passo silenzioso della neve
L’originalità che ti colpisce al first listen. Riposa in pace Valentina.
Sanremo 1998 – Eramo e Passavanti: Senza Confini
Un’altra canzone sanremese. Quando si dice “la melodia struggente e coinvolgente”.
Sanremo 1998 – Avion Travel: Dormi e sogna
Quando il tradizionale diventa accattivante. Mandolini e chitarre a go go. Questa è la nostra tradizione che un festival nazionalpopolare non dovrebbe mai scordare.
Sanremo 1999 – Elena Cataneo: Nessuno può fermare questo tempo
Il nu soul sul palco dell’Ariston. Avete visto che voce? Qualcuno la ricordava? Scommetto quasi nessuno. L’agilità vocale, tipica dell’r’n’b, che adesso vediamo col cannocchiale.
Sanremo 2003 – Maria Pia and Superzoo: Tre Fragole
Volete a Sanremo i reduci dai talent? Ecco allora chi dovremmo prendere.
Sanremo 2007 – Tosca: Il terzo fuochista
La sagra paesana non tamarra ma di qualità. Anche questa è l’Italia. Quanto gaudio.