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Sapore, Fedez feat. Tedua: ascolta la canzone (testo e significato)

Fedez feat. Tedua, Sapore: testo e significato canzone. Ascolta il brano tratto da “Disumano”, ecco di cosa parla il pezzo

19 Dicembre 2021 14:21

Sapore è il nuovo singolo tratto da Disumano, il disco di inediti di Fedez in uscita venerdì 26 novembre 2021. Nella canzone è presente anche il featuring di Tedua. Punto di riferimento della scena rap in Italia, Tedua è stimato dallo stesso Fedez, e ha ottenuto un ottimo riscontro grazie ai suoi album “Orange County”, certificato doppio disco di platino, e “Mowgli”, doppio disco di platino. Come anticipato, l’artista arricchisce il brano “con una strofa estremamente originale nella scrittura e un flow sincopato, con incastri di rime dall’incredibile retorica”.

Sapore, Fedez feat. Tedua, significato canzone

Di cosa parla Sapore? Il brano, prodotto da d.whale, racconta di una relazione complicata, in cui però allontanarsi è impossibile. Ad ogni mancanza ci si riavvicina, lasciandosi addosso quel buon sapore che solo un amore vero, difficile e intenso riesce a trasmettere, sullo sfondo di una Milano romantica e complice. La canzone è inclusa nel nuovo album di Fedez, in uscita il 26 novembre per Sony Music, pubblicato a due anni di distanza da “Paranoia Airlines”. Il disco è stato anticipato dal brano “Morire Morire”.

Sapore, ascolta canzone

Sapore, testo canzone

No, era un po’ accelerato, ma era a cento perché mi sa che ero allenato
E ho camminato fino alla spiaggia, sono andato in spiaggia
Lui stava passando
E quando ho visto che vomitavo ho preso cinque gocce

Tu lo sai
La gelosia come ci fotte
E dove vai?
Come ti bruci questa notte?
Io non ho più l’età
Per restare fuori da un locale
Sai che non amo mai
E se amo è un odio amatoriale
Dove vai? (Dove vai? Dove vai? Dove—)
La gelosia come mi fotte

Ah, ah, Milano, che brutto cielo
Che fai, respiri davvero?
Dio, lo sai che non ci credo
E poi ci siamo lasciati
Fottuti е rivisti
E poi ci siamo baciati nei posti più tristi
Io ho ancora addosso il tuo sapore
Mi lasci semprе un buon
Sapore

Mi lasci sempre un buon
Mi lasci sempre un buon

Tu sei la sorgente, il mio sogno ricorrente (Uoh)
Vedi oltre l’orizzonte della mente (Yeah)
Nei paesaggi tropicali
Tra le dune e i deserti
Nei tuoi immensi rompicapi
Ti lancerai come in cielo un deltaplano
Mi lascerai chiuso dentro al becco di un pellicano (Ah)
Nelle pupille, papille gustative (Yeah)
Tu sei come un fiore, tu sei la mia fine (Uoh)
Quando mangio, bevo, sento solo il tuo sapore (Sai)
E non si leva col sapone (Mai)
Fa le scintille ciò che voglio dire
Qua sono parole, qua sono precise
Lasciami addosso il sapore come le commesse
Al reparto profumi de La Rinascente

Ah, ah, Milano, che brutto cielo
Che fai, respiri davvero?
Dio, lo sai che non ci credo
E poi ci siamo lasciati
Fottuti e rivisti
E poi ci siamo baciati nei posti più tristi
Io ho ancora addosso il tuo sapore
Mi lasci sempre un buon
Sapore
Mi lasci sempre un buon
Mi lasci sempre un buon
Mi lasci sempre un buon

Sono numerose, per Fedez, le collaborazioni presenti in “Disumano”: oltre a Tedua, Dargen D’Amico, Achille Lauro, Orietta Berti, Cara, Tananai, Crookers, Myss Keta, Speranza e Francesca Michielin. La produzione musicale del disco è stata per la maggior parte curata da d.whale e, in alcune tracce, da DADE, Dargen D’Amico, Michelangelo, Nic Sarno, Ted Fresco e Crookers.

Fedez ha annunciato da settimana il rilascio di “Disumano” e, per l’occasione, nei giorni successivi, aveva dato il via ad una promozione legata ad una finta discesa in campo nella politica, con un “video discorso” creato ad hoc:

L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti. Qui ho imparato, da mio padre e dalla vita, il mio mestiere di truffatore. Qui ho appreso la passione per i preti che fanno i TikToker, ho scelto di scendere in campo e di frodare la cosa pubblica perché non voglio vivere in un Paese civile, governato da forze mature e da uomini legati a doppio filo ad un passato di conquiste sindacali e diritti per tutti. Il movimento politico che vi propongo si chiama, non a caso, “Disumano”. Vi dico che è possibile realizzare insieme un grande incubo. Quello di un’Italia sempre più ingiusta, menefreghista verso ci ha bisogno e che nelle recite di fine anno della Comunità Europea ha il ruolo del cespuglio. VI dico che possiamo, che dobbiamo costruire insieme, per noi e per i nostri figli,  un nuovo miracolo italiano”

 

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