Sigur Rós in concerto a Ferrara, 26 Luglio 2013: live report, foto e scaletta
La recensione del concerto della band islandese in Piazza Castello, che ha chiuso definitivamente il Ferrara Sotto Le Stelle 2013.
L’ultima data del Ferrara Sotto Le Stelle sfodera un sold out d’eccezione e un gradito ritorno sui ciottoli roventi di Piazza Castello: la chiusura della diciottesima edizione della manifestazione ferrarese è affidata ai Sigur Rós, la band islandese che il mese scorso ha pubblicato il nuovo disco, Kveikur, con grande e gradito riscontro di pubblico e critica che ne ha apprezzato appieno le atmosfere più cupe e aggressive rispetto al precedente lavoro.
Atmosfera, non a caso, è una parola chiave quando si parla dei Sigur Rós: ruota tutto intorno a questo concetto creativo, che funziona come un balsamo su una certa isteria da concerto live. Assistere ad uno show dei Sigur Rós significa essere predisposti ad un’attenzione diversa rispetto al solito concerto: serve concentrazione ma anche capacità a lasciarsi andare, ascolto e meditazione, silenzio e abbandono. Colpisce la pace quasi religiosa e mistica dei cinquemila fan, tanta la capienza di Piazza Castello, che salutano l’ingresso della band alle 21.35 con applausi rispettosi, attenti a non distruggere l’equilibrio di luci e suoni che attende la compagine islandese nel caldo di Ferrara.
Tra giochi di luce, incroci di strumenti e falsetti di Jónsi, si ha l’impressione di assistere ad una funzione sacra dove la magia della musica viene posta al centro completo dell’attenzione. Non ci sono mosse da star, ammicamenti, tendenze alla piacioneria: tutta l’emozione è concentrata negli insondabili testi in islandese, nei suoni e nelle immagini proiettate sul maxischermo alle spalle del palco; è una tensione emotiva che scioglie il pubblico in lacrime silenziose di commozione, abbracci, persino qualche svenimento imputabile anche al troppo caldo.
I brani di Kveikur, prima tra tutte Brennisteinn che si disvela seconda in scaletta con una potenza cupa incredibile, sono una sorpresa piacevole e dal vivo funzionano benissimo. La selezione lascia molto spazio all’ultimo disco e a Takk, il lavoro più famoso e forse più riconducibile alle atmosfere ricercate in Kveikur, mentre Valtari, ( ) e Ágætis byrjun offrono circa un brano a testa alla scaletta.
Seguire i Sigur Rós dal vivo significa sapersi abbandonare e molti occhi chiusi, in trance, spiegano la venerazione dei fan per il collettivo islandese. La chiusura del concerto sposta l’asse verso dei suoni dark industrial che ricordano qualcosa dei Nine Inch Nails e Bjork; e un lungo feedback di chitarra, a riempire il vuoto e il silenzio dell’abbandono del palco, sancisce la fine di un percorso liberatorio durato un’ora e mezza.
Non sono facili, i Sigur Rós, ma scoprire le loro capacità dal vivo è un’iniziazione notevole. Possono non piacere, possono annoiare, possono persino mettere sonno (e qualcuno deve essersi addormentato, io l’ho visto). Serve un’attenzione seria quando li si ascolta, attenzione che non sempre si è in grado di portare, e questo implica una predisposizione al feeling, inteso proprio nel duplice senso di sentire/ascoltare. Il mio consiglio è di provare almeno una volta questa esperienza anche se non li apprezzate, per riconoscere obiettivamente il valore di veri musicisti in grado di portare avanti uno spettacolo visivo e uditivo di livello altissimo.
Sigur Rós in concerto a Ferrara, 26 Luglio 2013: scaletta
1. Yfirborð
2. Brennisteinn
3. Glósóli
4. Vaka
5. Ísjaki
6. Sæglópur
7. Svefn-g-englar
8. Hrafntinna
9. Varúð
10. Hoppípolla + Með bloð
11. Kveikur
12. Festival
13. E-bow
14. Popplagið
Sigur Rós: le foto del concerto a Ferrara (copyright Soundsblog e Arianna Galati)