Skillet all’Alcatraz di Milano: foto-report da un concerto che fa bene all’anima – 10 Maggio 2023
Gli Skillet hanno riempito l’Alcatraz di Milano, con uno show carico di energia: ecco tutte le foto e il racconto della serata.
Gli elementi per godersi un robusto rock show sono semplici: avere band che suonano cariche di energia e con volume alto, buone canzoni, un pubblico caldo, e lasciare a casa i pregiudizi.
Che pregiudizi?
Quelli riguardo al Christian Rock.
Chi va al concerto degli Skillet sa cosa aspettarsi: una band che suona carica di energia e con volume alto, buone canzoni, e un paio di apprezzamenti al Signore. Niente prediche, niente croci sul palco, niente cose pesanti. Da una parte può far strano sentire che la canzone “Hero” viene dedicata “a Gesù, il mio eroe”, ma si può passare sopra questa affermazione inconsueta, se viene pronunciata dopo un discorso pieno di positivà e inclusione: “Ci sono giorni in cui siamo in difficoltà, incontriamo ogni giorno fan che ci parlano della loro depressione, di quanto si sentano soli. Voglio dirvi che non siete soli, se ascoltate musica non siete soli, e che gli Skillet vi vogliono bene.”
Non si sente spesso parlare di depressione e isolamente sociale ad un concerto, e il discorso motivazionale era più incentrato sulla musica e su quello che gli SKillet vogliono costruire con i loro fan, non tanto su Gesù – e questo può bastarmi per superare il pregiudizio (che, ammetto, possiedo: sono più a mio agio con chi canta The Heretic Anthem o Ecclesia Diabolica Catholica, o suona vestito da Papa-Zombie, anche se denuncio l’ipocrisia di chi si marchiò a fuoco una croce rovesciata in fronte).
Quindi, godiamoci il rock show. Com’è stato?
E’ stato suonato da tre band che hanno suonato cariche di energia e con volume alto, buone canzoni, davanti a un pubblico caldo come solo quelle italiano può essere.
In effetti il pubblico era rumorosissimo e appassionato fin dalla prima band, gli Eva Under Fire, accolti con applausi e urla solitamente dedicati agli headliner. La passione di Eva Marie e la simpatia di Chris Slapnik (vestito con un sobrissimo completo con scritto ovunque il nome della band) conquistano tutti, e in molti mostrano di conoscere le loro canzoni.
I Like A Storm sono leggermente più cerebrali, con parti strumentali più lunghe e complesse, ma quando si tratta di urlare e andare più dritti con il rock, non si tirano indietro. Sanno anche calare la carta da maestri: in un momento in cui l’attenzione rischiava di abbassarsi, tirano fuori una cover di TNT degli AC/DC, cantata da Chris Brooks in mezzo al pubblico.
La platea del Palco A dell’Alcatraz è poi pronta ad accogliere gli Skillet, che partono in quinta con Feel Invicible, offrendo anche uno spettacolo visivo oltre che musicale: certo, ci sono enormi pannelli led alle loro spalle, e John Cooper a un certo punto indossa un esoscheletro che spara aria, ma gli occhi sono tutti per l’energia sprigionata da Korey Cooper che picchia sulla chitarra, e per Jen Ledger – la batterista è migliorata tantissimo sia dietro le pelli, che con il lato vocale, e infatti ci sono parecchi momenti in cui prende in mano il microfono e si posiziona al centro del palco per duettare con John.
Ci sono brani irresistibili come Back From the Dead e Feel Invincible, e il ritmo non cala mai: un buon rock show che serve a far star bene l’anima, indipendentemente a chi siano votate le nostre preghiere.
Skillet a Milano: la setlist
Feel Invincible
Rise
Surviving the Game
Legendary
Awake and Alive
Back From the Dead
Hero
Not Gonna Die
Whispers in the Dark
Psycho In My Head
Anchor
Comatose
Undefeated
Monster
Rebirthing
—–
The Resistance