Slayer a Milano l’8 Giugno 2017: il live-report che vi serve
Avete davvero bisogno di un live report degli Slayer? Han suonato bene? Secondo voi? Non è meglio approfondire altri lati del loro live show?
Fidatevi di me: non avete bisogno di un live report degli Slayer. Davvero siete curiosi di sapere se nel 2017 hanno suonato bene, o di sapere che canzoni hanno suonato? Hanno fatto War Ensemble? Sì. I volumi erano alti? Sì. Si sentiva abbastanza bene? Sì, almeno nel lato sinistro dove ero io, si sentivano bene anche tutte le parole di Tom.
Siete fan della band? Non vi serve sapere altro. Se c’eravate avete goduto, se non c’eravate ora starete rosicando, qui ci sono le foto e buon divertimento.
Non vi basta, come commento?
Qui c’è la setlist suonata.
Repentless
The Antichrist
Disciple
Postmortem
Hallowed Point
War Ensemble
When the Stillness Comes
You Against You
Mandatory Suicide
Necrophiliac
Dead Skin Mask
Spirit in Black
Captor of Sin
Seasons in the Abyss
Born of Fire
—-
South of Heaven
Raining Blood
Chemical Warfare
Angel of Death
Ancora non basta? Possiamo allora essere onesti sugli Slayer?
Partiamo da un presupposto: ieri sera a Milano gli Slayer hanno suonato bene. Sì, senza remore, hanno suonato bene – meglio degli ultimi 3-4 tour, in cui (ad esempio l’anno scorso) scrivevo “Non c’è passione, non c’è rabbia… si spera ci sia la voglia di suonare, anche se lo si fa come macchine guidate dal pilota automatico. Questa volta hanno suonato stando concentrati, proprio con la voglia di esibirsi per il pubblico di Milano. Forse anche perchè è solo la quinta data del tour europeo, la noia non li ha ancora colti… fatto sta, che dopo anni di attese, questo è stato un concerto con le palle.
Eppure… eppure c’era meno gente del solito, fra il pubblico.
Nel 2010 dovettero raddoppiare la data all’Alcatraz, e anche con due show, c’era una calca immane, perchè avrebbero suonato tutto “Seasons In The Abyss”.
Nel 2011 erano al Big 4: folla incalcolabile.
Nel 2013 riempirono l’Alcatraz insieme a Jason Newsted e la sua band.
Nel 2014 al Live Club di Trezzo non si respirava, per quanta gente c’era: gli Slayer suonavano con un altro dei Big 4, gli Anthrax, un avvenimento imperdibile.
Nel 2015, il bis: pienone assurdo all’Alcatraz, per Slayer, Anthrax e Kvelertak.
Nel 2016, il bill fantastico al Market Sound di Milano: Slayer, Carcass e Behemoth. Una giornata di bestemmie e moshing, imperdibile.
Nel 2017, ieri, all’Alcatraz era stato calato il telo nero che “copre” un/terzo del club. Vuol dire che c’era un/terzo della gente in meno, per uno show in data unica italiana. Non voglio dire che gli Slayer, negli ultimi anni, abbiano fatto i soldout utilizzando “trucchetti”, ma visto l’elenco di special guest e special event degli anni scorsi, si può immaginare che forse i Sadist (che han fatto un gran concerto e a cui vogliamo bene), non hanno attirato tanta gente come le altre band, e che quindi il pubblico degli Slayer è un po’ saturo di vedersi “solo gli Slayer”.
Oppure molta gente… si è un po’ rotta le palle degli Slayer, soprattutto se suonano con il pilota automatico come nelle ultime volte. Per quanto voi possiate urlare al mondo “str0nzi non capite niente di metal!”, vi assicuro che c’è anche tanta gente a cui è successo (e, sì, anche tanti giornalisti che in pubblico non lo ammetteranno mai): in molti si sono un po’ stancati. Magari è per via della scomparsa di Hanneman, forse è per colpa del fattaccio con Dave Lombardo, o (ripeto ancora) suonare a volumi potentissimi ma con atteggiamento da scazzati, non invoglia l’ascoltatore a vederli per la decima volta.
Sarà anche che negli ultimi tre tour, la scaletta è quasi sempre stata la stessa. Sarà che sono in Italia ogni anno. Chi lo sa.
Una certa stanchezza c’è, ma ora ribadiamolo: chi si è perso il concerto di ieri, si è in realtà perso un buon concerto. Potente. Assordante. Un concerto degli SSSSSSSSSSSSSSSSSSSLLLLLLLLAAAAYERRRRRRRRRRRRRRR.
Ps: davvero vogliamo bene ai Sadist. Hanno fatto un buon concerto in apertura, e tutte le volte che Trevor diceva “vi amo” e ringraziava, parlava con il cuore, cosa molto apprezzabile. E anche il pubblico li ha tributati con i giusti applausi e canti.