Home Notizie Slipknot: rivelazioni-shock sulla morte per overdose di Paul Gray

Slipknot: rivelazioni-shock sulla morte per overdose di Paul Gray

Secondo la moglie, gli altri della band non avrebbero aiutato il bassista ad uscire dal tunnel della dipendenza, nei giorni prima della morte.

pubblicato 23 Aprile 2014 aggiornato 29 Agosto 2020 19:45

Si sta svolgendo in questi giorni il processo a carico del dottor Daniel Baldi, accusato di aver involontariamente aiutato la morte di Paul Gray, prescrivendogli troppe medicine che, assunte tutte insieme e per lungo tempo, lo avrebbero portato alla morte per overdose quel fatale 24 Maggio 2010, all’età di 38 anni.
Il capo di imputazione per il dottore è grave: omicidio involontario, ovvero preterintenzionale, per il quale rischia 18 anni.
Stando ad alcune fonti, altre persone avrebbero denunciato il dottore per lo stesso reato.

Ovvio quindi che sul banco dei testimoni stiano salendo parecchie persone, ed attesissima era la testimonianza della mgolie di Paul, Brenna. Riassumendo, ha detto che gli ultimi giorni di vita di Paul furono una girandola di abuso di droghe e farmaci che nè il dottore nè i membri degli Slipknot avrebbero aiutato a fermare.

Parlando del dottor Baldi, Brenna dice:

“Continuava a prescrivergli Xanax. Io so che lo xanax era la sua droga preferita, quella contro cui doveva disntossicarsi, eppure continuava ad avere accesso a ricette mediche che glielo fornivano.”

Durante il contro-interrogatorio della difesa, però, si è scoperto che nella stanza d’hotel dove è stato trovato il corpo di Paul c’erano tante confezioni di farmaci, ma solo una era stata prescritta da Baldi, ed era di Subuxone, una medicina che serve proprio a combattere la dipendenza da droghe. Inoltre, le analisi post-mortem hanno rivelato che Paul è andato in overdose di antidolorifici e morfina, nessuna delle quali era stata prescritta da Baldi.

Altra rivelazione amara è legata al rapporto degli Slipknot e Paul, negli ultimi giorni di vita.
Brenna afferma di aver provato a chiedere aiuto a qualche membro della band solo pochi giorni prima della scomparsa del bassista, ma che nessuno avrebbe voluto immischiarsi nella vicenda.

“Uno di loro giocava a golf a due minuti da casa nostra, ma ha detto di non poter mai venire a trovarci. A nessuno fregava niente, nessuno voleva immischiarsi. Mi dissero che era un mio problema.”

Stando al giornale locale, il Des Moines Register, a questo punto il cantante Corey Taylor e il percussionista Shawn “Clown” Crahan potrebbero finire sul banco dei testimoni, essendo stati tirati in causa dalle parole di Brenna.

Infine, Brenna ha confessato perchè non aveva cercato aiuto presso le autorità: aveva paura che Paul sarebbe stato arrestato e che il figlio le sarebbe stato portato via dall’assistenza sociale, visto che il marito teneva in casa parecchi farmaci e ‘droghe’.

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