SoundsFactor sezione Cover, leggi l’intervista al vincitore Cristian Scarpone
SoundsFactor, il vincitore è Cristian Scarpone leggi l’intervista su Soundsblo
Per settimane e settimane, voi lettori di Soundsblog avete votato, avete condiviso i due sfidanti sulla pagina Facebook e avete deciso il vincitore di SoundsFactor nella sezione cover. Non è stato facile ma alla fine avete decretato il vincitore.
Lui è Cristian Scarpone e noi di Soundsblog abbiamo voluto fargli qualche domanda, chiedendogli dove nasce la sua passione, quali sono i cantanti fonte di ispirazione e dei talent show. Qui sotto potete leggere le sue risposte, le parole di un ragazzo che ama la musica, che sogna di essere cantante e che lancia un messaggio ad un eventuale talent scout che legge il nostro blog. Qui trovate la sua pagina Facebook, qui il suo canale YouTube. A te la parola, Cristian, e complimenti ancora!
1) Prima di tutto complimenti per la vittoria: dopo numerose sfide sei stato il più votato e ‘condiviso’. Vuoi raccontare ai lettori chi è Cristian?
Ciao e innanzitutto grazie per i complimenti. Due sono le cose belle di questa vittoria: aver avuto la conferma del sostegno di tanta gente che mi conosce di persona o che mi ha conosciuto ed apprezzato tramite la rete e aver avuto la possibilità di entrare in contatto con ragazzi che condividono la mia stessa passione. Chi sono? Un ragazzo di 23 anni che ama la comunicazione, studia giornalismo e spera di realizzarsi nel campo dell’informazione. Ho però una grande passione che mi accompagna fin da quando avevo nove anni: la musica. Canto da sempre e da quattro anni prendo lezioni da una vocal coach perché sono fermamente convinto che le doti vadano coltivate, allenate, perfezionate. Il canto non si improvvisa, non è da prendere sotto gamba. Chi mi conosce da più tempo mi dice che sono intuitivo, empatico, passionale e ipercritico con me stesso e con gli altri, sensibile ma a volte irruento. Tento di tenere a bada la mia permalosità con l’ironia e l’autoironia anche se a volte mi portano a farmi fraintendere. Sono un ragazzo come tanti ma con le idee e gli obiettivi prefissati in mente, la voglia di realizzare i miei sogni e la consapevolezza delle mie doti ma soprattutto dei miei limiti.
2) Hai presentato diverse cover rilette in italiano: come mai questa scelta?
Il mio unico strumento al momento è la voce, non suono chitarra, pianoforte o altro ma ho sentito il bisogno di esprimere in qualche modo me stesso e le emozioni che ho provato sulla mia pelle. La scrittura era la via più efficace. Amo molto la musica internazionale e tra l’altro sono un grande appassionato di viaggi, culture e lingue straniere quindi un giorno mi sono chiesto: “Perché non provare a tradurre?”. Il mio obiettivo non era una semplice traduzione dei pezzi bensì una rilettura personale che comunque non si distaccasse dal messaggio originario. Per questo motivo ho scelto due brani, “Trouble” dei Coldplay e “Rewind” di Paolo Nutini, che sentivo molto vicini musicalmente e testualmente, così da poter lavorare in maniera quasi empatica con le versioni edite. Per la versione italiana di “Trouble” inoltre ho chiesto una grossa mano a Valentina Tafuni, che ho conosciuto via internet grazie ad una passione in comune, Dolcenera. Leggevo di tanto in tanto alcuni suoi pensieri molto profondi ed emozionali e quindi ho pensato potesse aiutarmi a creare un testo che non fosse banale o patetico, non me lo sarei perdonato.
3) Hai mai partecipato a qualche casting per talent show? Quali? E che ricordi ti hanno lasciato?
Ho partecipato due volte ai casting di X Factor (quarta e quinta edizione). Il ricordo che mi viene subito alla mente è uno: il caldo. L’attesa è estenuante però l’adrenalina ti aiuta a superare le ore in coda. La prima volta ho avuto la fortuna di essere richiamato qualche mese dopo per i provini come new entry con Mara Maionchi (con lei c’erano Rossana Casale, Syria e il direttore artistico di Radio e Video Italia Tony Vandoni). L’esperienza, nonostante l’esito negativo, mi è stata utile per scoprire e confermare alcuni meccanismi televisivi che ci sono dietro questi programmi. La voce è sì, importante, ma è necessario anche avere una personalità e un trascorso molto “televisivi”, che catturino il pubblico. Non penso che sia del tutto sbagliato, d’altronde si sa, una popstar deve avere immagine e capacità di comunicazione, il problema è quando questi aspetti superano la quota artistica e sul palco ritroviamo concorrenti poco preparati scelti per strategie solamente televisive, introdotti con clip basate troppo sull’effetto pietà. Se c’è una cosa che proprio non sopporto è lo sfruttamento delle situazioni familiari e personali poco felici in uno show che si basa sul talento. La personalità artistica superiore alla capacità tecnica invece non mi disturba, quando viene espressa sul palco però. Se un performer riesce a bucare lo schermo e ad arrivare al pubblico anche senza grandi doti vocali ha sicuramente un talento, quale non sta a me deciderlo. Concludo dicendo che l’anno dopo sono tornato spinto dall’euforia generale per il passaggio dalla Rai a Sky ma ammetto di non aver notato grosse differenze nell’organizzazione. Gli autori che avevo incrociato a Como e Sesto San Giovanni il primo anno li ho incrociati nuovamente a Milano l’anno dopo. E’ cambiata quindi solo la rete di trasmissione anche se Sky a differenza della Rai ha la capacità di sfruttare in maniera esemplare le potenzialità del web e di essere al passo coi tempi, è indubbio
4) Quali sono i cantanti che preferisci e che segui?
La mia decade preferita è quella del 1980-1990, il mio genere preferito il synth-pop di quegli anni per cui tutta la scena musicale di allora è da considerarsi selezionata. Per il resto… sono troppi, davvero, proverò a dividere in italiani e stranieri. Nella scena italiana: Dolcenera, Marco Mengoni, Fiorella Mannoia, Nina Zilli, Giorgia, Elisa, i Subsonica, Mario Biondi, Naif Herin. Nella scena internazionale: Mika, Lady Gaga, Lana Del Rey, Coldplay, Muse, Depeche Mode, Gwen Stefani, Cee Lo Green, Florence and the Machine, Beyoncé, Paolo Nutini. Fra i mostri sacri: i Queen, Stevie Wonder, David Bowie.
5) Quali quelli che ti hanno ispirato di più?
Indubbiamente devo citare gli artisti che mi hanno accompagnato nell’infanzia e nell’adolescenza tramite gli ascolti di mio padre e mio fratello: Mina, Adriano Celentano, Lucio Battisti e Mango da un lato e i Red Hot Chili Peppers, gli Smashing Pumpkins e gli Skunk Anansie dall’altro. Da un’esperienza amorosa ormai finita invece mi porto dietro la stima per Renato Zero e la sua poliedricità. Ci sono poi artisti che ho scelto come mie guide “vocali”: Antony Hegarty, la voce più bella del mondo a mio parere e George Michael; altri che ho deciso di scoprire da solo ascoltando tutta la loro discografia attentamente: Giuni Russo e Franco Battiato; infine non posso non citare anche un’icona assoluta: Klaus Nomi. Chiudo citando un’artista che con solo due dischi ha formato una parte consistente della mia espressione artistica e del mio repertorio di cover: Amy Winehouse.
6) Hai scritto o registrato anche qualche canzone inedita?
Al momento non ho nessuna canzone inedita nel mio repertorio. Ho scritto molti testi in passato ma non sono mai stati musicati, ricordo che i primi li avevo tutti in un floppy disk in formato blocco note, sembra passata una vita da allora. Molti altri scritti su carta li ho persi addirittura nei traslochi. Forse dovrei scrivere una canzone sulle canzoni perse e ritrovate da altri, mi si aprono davanti scenari molto poetici a pensarci. Ho avuto varie proposte da autori che mi hanno scoperto in rete ma ho rifiutato perché non sentivo quei brani affini alla mia voce e al modo in cui voglio esprimere i miei pensieri. Mi riesce difficile cantare un brano che sento lontano sia nella musica che nel testo. Inoltre, ironia della sorte, avevo opzionato alcune canzoni scritte da un altro concorrente di SoundsFactor, Scio, e nonostante apprezzi la sua scrittura e i suoi brani (penso che per la sua età sia davvero molto talentuoso) il progetto non è andato in porto perché arrangiare e registrare dei pezzi inediti in maniera professionale richiede tempo e soprattutto denaro, per cui prima di lanciarmi in progetti inediti voglio trovare canzoni che mi rispecchino al 100% anche a costo di non sfondare mai, ma non è un problema per me.
7) Qual è l’ultimo album che hai comprato?
“Born to die: Paradise Edition” di Lana Del Rey, in cui sono incluse due perle: “Bel Air” e “Yayo”. Lei la seguo fin dagli albori della sua carriera mainstream, quando “Video games” stava facendo capolino fra i blog ma non era ancora scoppiata la Del Rey-mania. Chi mi conosce sa quanto tedio abbia provocato parlando di Lana come “the next big thing” quando nessuno la conosceva e il fatto che poi il tutto si sia avverato mi ha un po’ inorgoglito, non lo nascondo. E’ come se c’avessi visto lungo e giusto. Piccole (quanto inutili) soddisfazioni alla fine… 🙂 Spero di vederla prossimamente in una delle tre date italiane previste, mi sto organizzando, non posso perdermela.
8) Un cantante sottovalutato e uno sopravvalutato?
Una domanda impegnativa! Di cantanti sottovalutati in Italia e nel mondo ce ne sono tantissimi. Bisognerebbe capire cosa si intende precisamente per sottovalutato, ovvero, se guardiamo la questione dal punto di vista delle vendite o da quello prettamente artistico. Molti artisti ad esempio non raggiungono grandi risultati nelle classifiche ma riscutono grande stima dagli addetti ai lavori, i colleghi, il pubblico che li segue dal vivo. Conferme del valore della loro musica. Per cui possono essere considerati sottovalutati dalla massa ma hanno lo stesso le loro soddisfazioni che compensano. Per farla breve cerco di considerare la cosa dal punto di vista delle vendite e dico che a mio parere due artisti italiani che non hanno ricevuto ciò che meritavano con i loro ultimi lavori sono Dolcenera e Marco Guazzone. In campo internazionale citerei la svedese Lykke Li. Ecco, ne approfitto per dire che la Svezia è fra le realtà musicali più interessanti d’Europa. Per i sopravvalutati non c’è molta difficoltà: tutti i cantanti da tormentone brasiliano e affini che ogni anno infestano la penisola e non solo: da Michel Telò a Gustavo Lima passando per Don Omar e gli Aventura. Le radio non perdono l’occasione per martoriarci l’anima con queste melodie irritanti e le classifiche vengono infestate. Siccome la musica alla fine deve arrivare alla gente e la maggior parte viene ‘plagiata’ da questo tipo di musica allora senza dubbio tutti questi “artisti” ricadono perfettamente nell’etichetta di sopravvalutato.
9) Qual è il tuo più grande sogno?
Cantare in luoghi sacri per la musica come la Royal Albert Hall a Londra, l’Olympia di Parigi o la Carnegie Hall a New York. Anche il pensiero di cantare in uno stadio come San Siro mi fa venire i brividi.
10) Magari c’è un talent scout che legge questa intervista. Cosa gli diresti?
C’è una voce che ha voglia di farsi ascoltare, di mettersi alla prova, di crearsi uno spazio nel frastagliato mondo musicale ed ha bisogno di una guida. Quella voce è la mia, la guida potresti essere tu, diamo inizio ad una collaborazione come fosse una stimolante sfida.
11) Qualcosa che non ti ho chiesto e che vuoi dire?
Faccio una cosa un po’ marzulliana, mi faccio una domanda e mi do una risposta! Cosa non dovrebbe mancare nei tuoi brani? Arrangiamenti curati con belle partiture d’archi e sintetizzatori a gogò. In questo modo fonderei le mie due anime musicali come ascoltatore e si spera futuro artista, quella più elegante e profonda e quella più aggressiva e spensierata. Un mix che può coesistere, basta crearlo, mi auguro di poterlo creare.
Grazie a Cristian per la disponibilità e in bocca al lupo per il futuro da Soundsblog!