Stati Uniti: spenti i siti che vendevano illegalmente album e brani dei Beatles
Come vi abbiamo accennato qualche giorno fa, l’etichetta discografica EMI, detenendo formalmente i diritti di sfruttamento esclusivo del materiale dei Beatles, ha citato in giudizio due siti internet per aver indebitamente digitalizzato e messo in vendita gli album e i singoli brani dei Fab Four senza averne assolutamente l’autorizzazione: per la natura stessa del processo
Come vi abbiamo accennato qualche giorno fa, l’etichetta discografica EMI, detenendo formalmente i diritti di sfruttamento esclusivo del materiale dei Beatles, ha citato in giudizio due siti internet per aver indebitamente digitalizzato e messo in vendita gli album e i singoli brani dei Fab Four senza averne assolutamente l’autorizzazione: per la natura stessa del processo (o, se proprio vogliamo essere maliziosi, per il prestigio dell’accusante), la corte ha già emesso la sentenza.
Il giudice federale americano John F. Walter, infatti, con un decreto ingiuntivo d’urgenza ha ordinato la chiusura immediata dei siti internet Bluebeat e BaseBeat, entrambi controllati dalla Media Rights Technologies di Hank Risan. La doppia macchina organizzativa messa in piedi da Risan permetteva agli utenti di ascoltare in streaming i brani della discografia completa dei Beatles, dedidendo poi di acquistare le canzoni a 25 centesimi di dollaro l’una.
Per rigettare le accuse di EMI e sovvertire un processo la cui sorte, oggettivamente, era scritta ancor prima dell’inizio del dibattimento, quel geniaccio di Risan ha seguito una linea difensiva tra il grottesco ed il circense: secondo lui, i brani dei Beatles inseriti in catalogo nei suoi siti erano perfettamente legali poichè realizzati attraverso una particolare tecnica chiamata simulazione psico-acustica.
via | Rolling Stone