Home Stone Sour e Pretty Reckless all’Alcatraz: foto-report dal concerto di Milano, 15 Dicembre 2017

Stone Sour e Pretty Reckless all’Alcatraz: foto-report dal concerto di Milano, 15 Dicembre 2017

Accoppiare queste band può sembrare strano, ma ha funzionato: lo spettacolo non è mancato, all’Alcatraz di Milano, per la data finale del tour di Stone Sour e Pretty Reckless.

pubblicato 17 Dicembre 2017 aggiornato 27 Agosto 2020 23:30

Milano è l’ultima tappa del tour europeo 2017 di Stone Sour e Pretty Reckless, tour iniziato poco più di un mese fa e che non ha lasciato praticamente pause.
Se le band sono stanche, questa sera non lo si nota: anzi, c’è una certa euforia da “ultimo giorno di scuola”, e soprattutto (per fortuna) i musicisti non danno segno di essere fuori forma, a partire proprio dalle ugole dei due cantanti, che danno tutto il possibile durante le loro prestazioni.

Si comincia con i The Pretty Reckless, piacevole sorpresa e interessante scelta come gruppo d’apertura – capitanati dalla minuta e dolce Taylor Momsen, decisamente non sono il primo gruppo che si assocerebbe alla carica di Corey Taylor, eppure hanno rappresentato un ottimo modo di iniziare la serata. Hanno anche rappresentato una larga fetta di pubblico: a sentire l’intensità con cui venivano cantati certi cori, si potrebbe pensare o a una incredibile convergenza di ascolti fra Pretty Reckless e Stone Sour, o al fatto che molti spettatori siano qui solo per loro.
Il gruppo era passato a Febbraio per un concerto headliner, ma questi 45 minuti sono decisamente congeniali alla carica di Taylor Momsen, che suona una versione più compatta dei greatest hits della band. Sinceramente, come già notato 9 mesi fa, il gruppo dà il meglio quando si avventura nei ritmi soul/blueseggianti (come la opener Follow Me Down), oppure quando picchia di brutto “(Oh My God”), mentre quando il ritmo cala ma si mantiene sul rock, non sembrano uscire da uno stereotipo di rock band americana che potrebbe fare di più. Taylor la passione e la voce ce le mette, ma vederla su un terreno più soul e meno potente forse potrebbe giovarle.

Nota a margine: per puro caso, ho trovato Taylor Momsen fuori dall’Alcatraz mentre suonavano gli Stone Sour – stava incontrando alcuni fan, a tutti stringeva la mano, sorrideva, e ascoltava ciò che ognuno aveva da dirle. E’ stata decisamente calorosa, ed una sorpresa per chi vede le “star di Hollywood passate alla musica” come fredde e lontane. Ha guadagnato molti punti – e io ho guadagnato una foto che potete vedere su Instagram!

Tocca poi agli Stone Sour, e qui sono fuoco e fiamme – letteralmente. O almeno scintille, ecco: era da tantissimo tempo che non si vedeva all’Alcatraz uno show pirotecnico come quello portato dalla band, che in più riprese illumina il palco con esaltanti scintille. Corey Taylor è uno dei migliori frontmen della sua generazione, e letteralmente si mangia il palco ed il pubblico. Ha ben presente dove si trova, citando i quindici anni di passione che lega Stone Sour all’Italia (i primi concerti furono nel 2003), ringraziando a più riprese l’Italia e gli Italiani… e cominciando lo show con una sonora bestemmia che, ancora nel 2017, scalda l’animo degli spettatori (Corey poi farà il bis addirittura bestemmiando su Instagram, per ringraziarci). Il concerto non è solo interessante da sentire, ma anche da vedere: nonostante Corey domini la scena, tutti gli altri musicisti mostrano la loro personalità e sono acclamati dal pubblico – dalla macchina da guerra dietro la batteria, dal nome di Roy Mayorga (davvero fenomenale), all’eterno preso bene Johnny Chow, all’orgoglio italiano Christian Martucci. Inoltre, dopo le scintille, ad un certo punto arrivano anche i pupazzoni gonfiabili, che ipnotizzano tutti con la loro ignoranza ed il loro buon umore.
La voce di Corey è fortunatamente ben presente – quel che spesso la lega, è l’acustica dell’Alcatraz: fino al mixer i suoi toni erano potenti e chiari, ma dopo la metà del locale, sembrava invece senza voce, quindi i giudizi sulla sua prestazione possono variare, purtroppo, a seconda della posizione da voi assunta durante il concerto. Sappiate che sì, la voce c’era.
Sappiate anche che Corey ha promesso di “vederci l’anno prossimo”. Con che band, è quasi ininfluente: se c’è lui sul palco, il godimento è assicurato.

Stone Sour setlist

Taipei Person / Allah Tea
Knievel Has Landed
Made of Scars
Reborn
Say You’ll Haunt Me
30/30-150
Hesitate
Tired
Rose Red Violent Blue (This Song Is Dumb & So Am I)
Do Me a Favor
Cold Reader
Get Inside
Song #3
Through Glass
—–
Gone Sovereign
Absolute Zero
Fabuless

Pretty Reckless setlist

Follow Me Down
Oh My God
Hangman
Prisoner
Make Me Wanna Die
Sweet Things
Heaven Knows
Going to Hell
Take Me Down