Surviving R. Kelly, la docu-serie sulle presunte molestie del cantante, in onda a marzo 2019 su Crime Investigation
Surviving R. Kelly sarà trasmesso anche in Italia
In America è stato il canale Lifetime a mandare in onda la docu-serie, Surviving R. Kelly, in un evento speciale in tre serate. La serie sarà trasmessa, in Italia, a marzo 2019 su Crime Investigation (canale 119 di Sky).
Nell’innovativa docu-serie Surviving R. Kelly, numerose donne emergono dall’ombra e uniscono le loro voci per condividere le loro storie. Celebrato come uno dei più grandi cantanti R & B di tutti i tempi, lo stile di vita del playboy R. Kelly è sempre stata sui tabloid e spesso le voci sopra di lui parlavano di abusi, comportamenti predatori e pedofilia. Nonostante prove incriminanti e molteplici testimoni, fino ad oggi, nessuna di queste accuse lo ha colpito direttamente. Per la prima volta in assoluto, i sopravvissuti e le persone della cerchia ristretta di R. Kelly si stanno facendo avanti con nuove accuse sul suo abuso sessuale, mentale e fisico. Ora sono finalmente pronti a condividere la loro storia e a raccontare la sua vita segreta.
Vi avevamo già parlato in diverse occasioni di questa docu-serie, sottolineando anche la decisione di Lady Gaga di eliminare il brano inciso con l’artista, Do What You Want.
In Surviving R. Kelly, sono state raccolte 50 interviste tra cui quella all’attivista per i diritti civili Tarana Burke, i musicisti John Legend e Sparkle, ospite di talk-show ed ex DJ Wendy Williams, l’ex moglie Andrea Kelly, l’ex fidanzata Kitti Jones, i fratelli Carey e Bruce Kelly e molti altri, la vera storia del controverso passato di R. Kelly viene alla luce. A partire dal 1970 fino ai giorni nostri, si parla di presunti abusi su ragazze afroamericane minorenni, abusi che in gran parte sono stati completamente ignorati dai media mainstream.
Surviving R. Kelly è prodotto dal regista e attivista Dream Hampton, Tamara Simmons, Joel Karlsberg e Jesse Daniels per Kreativ Inc., con un accordo di produzione con Bunim / Murray Productions (BMP) e Brie Miranda Bryant di Lifetime.