6SEI6, Kid Yugi feat. Massimo Pericolo: testo e significato della canzone
Testo e significato della canzone “6SEI6” di Kid Yugi e Massimo Pericolo, rappresentazione della dura realtà e della vita di strada.
6SEI6 è una canzone di Kid Yugi insieme a Massimo Pericolo e tratta dalla versione deluxe del disco “Tutti i nomi del diavolo”, disponibile dal 1 novembre 2024.
Qui sotto potete leggere testo e significato della canzone.
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Il testo di 6SEI6
Ecco il testo di 6SEI6 di Kid Yugi e Massimo Pericolo.
Tutti i nomi del diavolo
Gyeah, gyeah, ah-ah-ah-ah-ah‘Sta musica disturba i fan, fa schifo anche ai fonici
.38 special, non saranno più un problema i bossoli
Stagnola al parco, qua si fumano l’oppio dei popoli
Arrivo fino a 666, ma non fotto coi 12
Ho visto cose da bambino che vedi e poi vomiti
I tic schifosi dei tossici, a casa volano i mobili
Polverine raffinate, combustibili fossili
Per andare a letto prendo il mio cocktail di ipnoticiSputo solo facts, nel rap game siamo atipici
Quando scrivo guardo il vuoto come i bimbi autistici
Penso al mio tornaconto come gli uomini viscidi
Non arrivano le mani, arriveranno gli indici
G un po’ come Biggie, Sean John come Diddy
Bianca come i cigni, ho più pezzi di Skinny
Un eroe come Siegfrid, mi sale il killer instinct
Sono The Man come 50, the Kid come Billy
Ho una troia bionda e alta, sembra Alicia Keys B
Alle quattro in una grotta come Studio Ghibli
È il mio sonno agitato in un letto di spilli
Io li ho avuti da sveglio i miei peggiori incubi
Quest’oro, se non è rubato, è sicuro Risivi
Ho venduto cento chili, ho letto cento libri
Mi analizzano a scuola, mi ascoltano gli assassini
E non importa dove parti, ma solo dove arrivi‘Sta musica disturba i fan, fa schifo anche ai fonici
.38 special, non saranno più un problema i bossoli
Stagnola al parco, qua si fumano l’oppio dei popoli
Arrivo fino a 666, ma non fotto coi 12
Ho visto cose da bambino che vedi e poi vomiti
I tic schifosi dei tossici, a casa volano i mobili
Polverine raffinate, combustibili fossili
Per andare a letto prendo il mio cocktail di ipnoticiBrutto stronzo, questo non è un brutto sogno
Ma è la vita di ogni giorno di ogni stronzo che conosco
Sai che vengo dalla strada e farò casa in mezzo al bosco
Giro coi gioielli addosso, anche se sto in un brutto posto
Ho fatto prima il gangster del successo, no il contrario
Non mi fotterò la vita proprio adesso che posso evitarlo
Ho dietro gente che morirebbe, che ucciderebbe
Soltanto perché sanno che io sarei il primo a farlo
Kid Yugi e Massimo Pericolo, ‘sta merda è culto
Per chi ha visto cose da bambino, che diventi adulto
Per chi ha preso cose da bambino, che diventi stupido
Per chi si sente come noi, anche se ne dubito, fanculo
Cercano saggezza in ogni mia strofa (Na-na)
Io sono un rapper, no una bella persona (Na-na, na-na)
E questa qui è la vita vera che suona (Na-na-na)
Ho letto più libri in galera che a scuola‘Sta musica disturba i fan, fa schifo anche ai fonici
.38 special, non saranno più un problema i bossoli
Stagnola al parco, qua si fumano l’oppio dei popoli
Arrivo fino a 666, ma non fotto coi 12
Ho visto cose da bambino che vedi e poi vomiti
I tic schifosi dei tossici, a casa volano i mobili
Polverine raffinate, combustibili fossili
Per andare a letto prendo il mio cocktail di ipnotici
Il significato della canzone 6SEI6
Questa canzone è una rappresentazione intensa della vita di strada, delle sue brutture e della sua cruda realtà. Il testo si apre con la consapevolezza che questa musica, “disturba i fan, fa schifo anche ai fonici,” suggerendo che non è fatta per piacere o per conformarsi, ma per esprimere verità scomode. L’artista descrive il proprio vissuto difficile, il contatto con la criminalità e la tossicodipendenza, evidenziando l’uso della “stagnola al parco” per fumare “l’oppio dei popoli” e facendo riferimento al numero “666,” simbolo di un percorso pericoloso e oscuro, da cui si dissocia dicendo “ma non fotto coi 12” (la polizia).
Racconta esperienze traumatiche dell’infanzia che lo hanno segnato profondamente, come “cose da bambino che vedi e poi vomiti” e i comportamenti disturbanti dei tossicodipendenti (“I tic schifosi dei tossici”). Per affrontare la sua realtà, si affida a “un cocktail di ipnotici” per riuscire a dormire, suggerendo come il peso delle esperienze vissute abbia un impatto psicologico continuo.
Nel brano emerge anche un contrasto tra la durezza della strada e il desiderio di elevarsi culturalmente e mentalmente. Dice di aver “letto cento libri” e fa notare come le sue rime siano apprezzate anche da persone che hanno vissuto vite difficili (“mi ascoltano gli assassini”). Tuttavia, nonostante la consapevolezza, c’è anche un’amara rassegnazione verso le influenze negative dell’ambiente: “Questa non è un brutto sogno, ma è la vita di ogni giorno.”
Alla fine, con frasi come “ho letto più libri in galera che a scuola,” evidenzia come, per molti, la cultura e la saggezza vengano acquisite più nella sopravvivenza che attraverso un percorso convenzionale, mostrando una visione disillusa della propria esistenza e della società che lo circonda