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La città addosso, La Rappresentante di Lista: testo e significato della canzone

Testo e significato della canzone “La città addosso” de La Rappresentante di Lista. Ecco di cosa parla, ascolta il nuovo singolo.

27 Settembre 2024 01:59

La città addosso è il nuovo singolo de La Rappresentante di Lista, disponibile dal 27 settembre 2024. Con questo brano la cantante, attrice e autrice Veronica Lucchesi e il polistrumentista, autore e produttore Dario Mangiaracina, proseguono il percorso verso il loro nuovo lavoro discografico, di cui non sono ancora stati rivelati dettagli, inaugurato con l’uscita di “Paradiso” la scorsa primavera.

Si tratta di un pezzo che si inserisce nel lungo viaggio sonoro di LRDL, iniziato 13 anni fa: un viaggio senza soluzione di continuità, con un suono ben riconoscibile, ma sempre alla ricerca di nuove evoluzioni musicali e di approfondimenti poetici e tematici. LRDL continua a esplorare l’emotività umana e a metterla in rapporto col mondo: ne “LA CITTÀ ADDOSSO” la strofa, segreta e personale, racconta un’intimità che esplode poi nel ritornello con il dolore e la nostalgia che si ripercuotono nel disagio sociale e culturale della città.

A seguire potete ascoltare la canzone, leggere testo e significato.

CLICCA QUI PER ASCOLTARE “LA CITTA’ ADDOSSO” DE LA RAPPRESENTANTE DI LISTA SU YOUTUBE.

Il testo di La città addosso

Ecco il testo del brano “La città addosso” de La Rappresentante di Lista.

Giocavi con me, come un bambino
Videogiochi, pelle d’oca, sembrava il destino
Cantavi per me, passavano ore
Il tuo odore sul cuscino, stammi vicino

Mi sento la città addosso, la confusione nella radio
La musica, io non mi riconosco
La televisione ha detto: “È tutto a posto”
La mia delusione: “Non ho scelto quello giusto”
Mi sento la città addosso, la confusione nella radio
La musica, io non mi riconosco
La televisione ha detto: “È tutto a posto”
La mia delusione: “Non ho scelto quello giusto”

Ta, ta-ra, ta-ra-ra-ra-ra
Ta, ta-ra, ta-ra-ra-ra-ra
Ta, ta-ra, ta-ra-ra-ra-ra
Ta, ta-ra, ta-ra, ta-ra

Pensavi di me che ero speciale
Tra le stelle е i vestiti, fare l’amore
Cullami qui, fammi sognarе
Se solo sapesse che vita mi aspetta
Avrei anche meno paura

Mi sento la città addosso, la confusione nella radio
La musica, io non mi riconosco
La televisione ha detto: “È tutto a posto”
La mia delusione: “Non ho scelto quello giusto”
Mi sento la città addosso, la confusione nella radio
La musica, io non mi riconosco
La televisione ha detto: “È tutto a posto”
La mia delusione: “Non ho scelto quello giusto”

Ta, ta-ra, ta-ra-ra-ra-ra
Ta, ta-ra, ta-ra

Dove si va?
E ci troveremo sfiorare
La felicità
Corri, dai, non farti fregare

Mi sento la città addosso
E il sole, e il mare, la fame
Le tue mani sul mio collo
Sono notti che non dormo, mhm-mhm
Mi sento la città addosso
E il sole, e il mare, la fame
Le tue mani sul mio collo
È un cosa che non voglio, mhm-mhm
Mi sento la città addosso
E il sole, e il mare, la fame
Le tue mani sul mio collo
È una storia che non scorgo
Mhm-mhm-mhm-mhmh

Il significato della canzone La città addosso

Ecco la spiegazione del significato della canzone direttamente dal duo de La Rappresentante di Lista:

La città addosso è un videogioco dentro il quale la protagonista è imprigionata. La città, così come certi schemi sociali, così come certi nostri pensieri, può essere una gabbia, può costringerti nelle stesse dinamiche, reiterare gli stessi modelli, metterti di fronte quotidianamente agli stessi mostri. È quando ci si sente già sconfitte, pur lottando, che ci ritroviamo mute, con i desideri fatti a pezzi, non ascoltate, incomprese. E la città non riflette altro che questa sconfitta. Questa canzone è uno spunto, è un pretesto per raccontare anche altre situazioni in cui ci siamo sentite inglobate, divorate. Un momento prima felici, un momento dopo imprigionate con la libertà negata, la nostra scelta pilotata, la nostra pace bombardata.”

E continuano:

Parla di quando dentro si sente un tumulto, quando ci si trova all’interno di un vortice e la confusione si riflette nella percezione di ciò che ci circonda: anche la città, con i suoi stimoli e la sua bellezza, può crollarti addosso, può essere un peso che si aggiunge a quello che senti dentro. Fare musica comunque ci salva. Cercare la bellezza, trovare un modo di risolvere quei tumulti interiori, volare sfruttando i vortici pericolosi che ci attraversano, resistere all’impulso di buttarsi giù, amare, darsi la possibilità di costruire, cerchiamo sempre nella nostra musica il veleno e il suo antidoto”.

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