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Certe cose, Lazza: testo e significato della canzone

Testo e significato della canzone “Certe cose” di Lazza, incentrato su un percorso di riflessione e crescita

20 Settembre 2024 12:01

Certe cose è la quarta traccia dell’album “Locura” di Lazza, disponibile dal 20 settembre 2024. Prodotto da Drillionaire & Richard Church, potete ascoltare il brano a seguire, insieme a testo e significato.

CLICCA QUI PER VEDERE IL VISUAL VIDEO DI “CERTE COSE” DI LAZZA.

Il testo di Certe cose di Lazza

Ecco il testo di “Certe cose” di Lazza.

Certe cose, no, non le farò mai più
Questa sera mi serve tregua, respiro appena e tu
Mi apri ferite che non chiuderai
Che mi ricordano di mille guai
Se inizia a piovere stanotte, non smette mai
Non smette mai, no

Certe cose, no, non le farò mai più
Non basterà una vita intera per tutti i miei tabù
Tanto lo so che mi maledirai quando io non ci sarò più per te
Bruciamo i soldi, bruciamo i sogni, bruciamo i giorni
Non dirmi di no

E una bugia potrebbe suonare vera
Ma poi evito di dirtela perché rischio di bermela
Le parole che ho scritto le canta l’Italia intera
E ci sono ancora dei giorni che non so come prenderla
Tu non dirlo, tipo “ma però”
Qua è tutto un Control-C, Control-V
Un copia incolla di giornate no
Mi sento in guerra, sì, ma contro chi?
Come si fa a stare dritto se ti crolla il mondo addosso?
A stare zitto anche se sai la verità?
Anche dovessero puntarmi il dito contro
In fondo al buio so come stare senza affondare, ma

Certe cose, no, non le farò mai più
Questa sera mi serve tregua, respiro appena e tu
Mi apri ferite che non chiuderai, che mi ricordano di mille guai
Se inizia a piovere stanotte, non smette mai
Non smette mai, no

Certe cose, no, non le farò mai più
Non basterà una vita intera per tutti i miei tabù
Tanto lo so che mi maledirai quando io non ci sarò più per te
Bruciamo i soldi, bruciamo i sogni, bruciamo i giorni
Non dirmi di no

Ho un orologio da duecento
Come cercassi scuse per ripagare il mio tempo
Ogni volta che ci ripenso
Era meglio che stessi all’oscuro di questo scempio
Tutto una foto dentro a una foto dentro a una foto
Dentro a una foto, mi sembra Inception
Ho visto l’inferno e c’è di peggio, tipo la Terra per esempio
Sarà stupendo come un minuto di silenzio in uno stadio
E sentirai il tuo cuore rompersi a metà
Quando ti passerà la mia voce alla radio
E ti ricorderai solamente di quanto male fa

Certe cose, no, non le farò mai più
Questa sera mi serve tregua, respiro appena e tu
Mi apri ferite che non chiuderai, che mi ricordano di mille guai
Se inizia a piovere stanotte, non smette mai
Non smette mai, no

Certe cose, no, non le farò mai più
Non basterà una vita intera per tutti i miei tabù
Tanto lo so che mi maledirai quando io non ci sarò più per te
Bruciamo i soldi, bruciamo i sogni, bruciamo i giorni
Non dirmi di no

Il significato della canzone Certe cose

Il brano “Certe cose” di Lazza riflette una profonda introspezione su errori passati, rimpianti e la consapevolezza di dover lasciare indietro certi comportamenti e relazioni che hanno causato dolore. Fin dall’inizio, con il verso “Certe cose, no, non le farò mai più“, l’artista esprime la decisione di abbandonare alcune azioni che hanno portato a soffrire, sia per sé stesso che per gli altri. Il bisogno di tregua, di staccarsi da questo circolo di ferite, è forte: “Questa sera mi serve tregua, respiro appena e tu / Mi apri ferite che non chiuderai“.

La canzone sottolinea anche il peso emotivo di queste esperienze, che sembrano non avere fine, come indicato dalla metafora “Se inizia a piovere stanotte, non smette mai“. Qui la pioggia rappresenta il dolore che si prolunga nel tempo, come se una volta iniziato fosse impossibile fermarlo.

Lazza affronta anche il tema della verità e delle bugie, riconoscendo quanto sia facile cadere nella trappola di raccontarsi una versione distorta della realtà: “E una bugia potrebbe suonare vera / Ma poi evito di dirtela perché rischio di bermela“. La sua lotta interiore è evidente, con giornate che si ripetono senza cambiamento, quasi come un “Control-C, Control-V”, un copia e incolla di momenti negativi.

Nonostante tutto, Lazza mostra una certa resilienza, dichiarando che, anche se il mondo sembra crollare, sa come sopravvivere senza farsi sopraffare: “In fondo al buio so come stare senza affondare“. Resta comunque il dolore per le ferite emotive inflitte, e la consapevolezza che, nonostante le sue decisioni, qualcuno continuerà a maledirlo dopo la sua partenza: “Tanto lo so che mi maledirai quando io non ci sarò più per te“.

Il tema del tempo perduto emerge nella strofa in cui Lazza riflette su un orologio costoso, che diventa simbolo del tempo che non può essere ripagato: “Ho un orologio da duecento / Come cercassi scuse per ripagare il mio tempo“. Il rimpianto per le scelte passate si mescola con un senso di disorientamento, come se la sua vita fosse intrappolata in un ciclo continuo di immagini e ricordi, paragonato a una scena di “Inception“.

In conclusione, “Certe cose” parla di un percorso di riflessione e crescita, in cui Lazza si confronta con il dolore, i rimpianti e le conseguenze delle sue azioni, promettendo di non ripetere più gli stessi errori, pur sapendo che il peso di questi errori resterà per sempre.

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