Mandare tutto all’aria, Marco Mengoni: testo e significato della canzone (video)
Testo e significato di “Mandare tutto all’aria” di Marco Mengoni: l’opportunità di cambiare le cose è sempre ad un passo da noi, gli unici in grado di riscrivere la nostra storia
Da venerdì 29 novembre è disponibile Mandare tutto all’aria (Epic Records Italy / Sony Music Italy), il nuovo singolo di Marco Mengoni che sarà anche in radio. Così viene descritto il pezzo:
Mandare tutto all’aria è la possibilità di far saltare i piani e di cambiare strada, è la voglia di azzerare tutto per ridisegnare il proprio percorso, pronti a ripartire con una prospettiva diversa. Malinconia e nuovi orizzonti si fondono e l’opportunità di cambiare le cose è sempre ad un passo da noi, gli unici in grado di riscrivere la nostra storia.
Firmato da Marco Mengoni insieme a Edoardo D’Erme, Davide Petrella e Andrea Suriani il brano rivendica una chiara matrice cantautorale e al contempo si contraddistingue per la sua dinamica up con sonorità French Touch: bpm alti e cassa dritta che lasciano spazio e perfettamente si sposano con una nota malinconica, fortemente presente anche nel testo.
L’essenza ritmica, armonica e melodica di Mandare tutto all’aria si basa sull’utilizzo di sintetizzatori, drum machine, tracce sequenziate e campionatori.
Il brano è prodotto da Edoardo d’Erme – che torna quindi a collaborare con Marco Mengoni, qui per la prima volta anche in veste di produttore per altri – insieme a Giovanni Pallotti e Andrea Suriani.
Con 15 anni di carriera, 85 dischi di platino e 2.9 miliardi di stream audio e video, Marco Mengoni pubblica questo nuovo singolo dopo l’uscita di Materia (Prisma) a maggio 2023 che rappresenta l’ultimo capitolo della trilogia MATERIA, ad oggi certificato sei volte platino: un viaggio musicale iniziato a dicembre 2021 con Materia (Terra) e proseguito ad ottobre 2022 con Materia (Pelle).
CLICCA QUI PER VEDERE IL VIDEO UFFICIALE DI “MANDARE TUTTO ALL’ARIA”.
Il testo di Mandare tutto all’aria
Ecco il testo di “Mandare tutto all’aria” di Marco Mengoni.
Questa notte me ne torno a pezzi
Non è normale che ci siamo persi
Che certe cose non si spiegano
Perché la gente si ancora i selfiePerché hai voglia di correre ogni mattina
Ma non corri mai
Perché non vedi prima che era meglio prima
Non lo capirai mai
C’ha fottuto anche a noi questa malinconiaMandare tutto all’aria
E magari per una volta cambiare strada
Sono tornato con la faccia rotta
Sotto casa tua
Sono un altro che ti ha detto una cazzata
Ma non vuole
Mandare tutto all’ariaQuesto tempo a me non mi sorprende
Fermo tra la gente che poi non si pente
Dovrei prendermi spazi
Perdermi in viaggi
Meglio stare muti e far finta di niente
Soli come olive dentro al Martini
Parlo in una lingua che tu non capivi
Vesto di bianco
Sarò un po’ stanco quando ritorneròPerché ho voglia di uscire da questa mattina
E poi non esco mai
Se potessi tornare dove stavo prima
(Forse) Non ci tornerei mai
L’ho tenuta per noi questa malinconiaMandare tutto all’aria
E magari per una volta cambiare strada
Sono tornato con la faccia rotta
Sotto casa tua
Sono un altro che ti ha detto una cazzata
Ma non vuole
Mandare tutto all’ariaE non lasciarmi solo a rincorrerti nel buio della città
In un sabato sera d’estate vorrei prendere i muri a testate
Quante ho volte ho giurato di non farlo piùMandare tutto all’aria
E magari per una volta cambiare strada
Sono tornato con la faccia rotta
Sotto casa tua
Sono un altro che ti ha detto una cazzata
Ma non vuole
Mandare tutto all’aria
Mandare tutto all’aria
Mandare tutt’o all’aria
Il significato di Mandare tutto all’aria
Il brano racconta un senso di smarrimento e malinconia che coinvolge sia il rapporto con se stessi che con gli altri. Esprime il dolore di essersi perso, non solo in una relazione ma anche nella vita in generale, sottolineando l’inevitabilità di alcune cose che non si possono spiegare: “Non è normale che ci siamo persi / Che certe cose non si spiegano.” Il mondo attorno sembra intrappolato nella superficialità, con riferimenti a comportamenti vuoti come “la gente si ancora i selfie,” un simbolo di una società distante e poco autentica.
C’è un continuo contrasto tra il desiderio di cambiamento e l’incapacità di agire: “Perché hai voglia di correre ogni mattina / Ma non corri mai.” Questa lotta interna si mescola al rimpianto per un passato che forse sembrava migliore ma che, guardando indietro, non avrebbe senso rivivere: “Se potessi tornare dove stavo prima / Non ci tornerei mai.” La malinconia diventa quindi un compagno silenzioso, qualcosa che “c’ha fottuto anche a noi.”
Nel rapporto con l’altro, l’interprete si mostra vulnerabile. Tornare “con la faccia rotta sotto casa tua” simboleggia il tentativo di riconciliarsi, nonostante gli errori e le bugie che ammette di aver detto: “Sono un altro che ti ha detto una cazzata / Ma non vuole mandare tutto all’aria.” Questo sentimento di pentimento e speranza è al centro del pezzo, con il desiderio di ricominciare senza però riuscire a trovare la forza per farlo davvero.
La narrazione si conclude con immagini potenti che mescolano solitudine e rabbia repressa: “Non lasciarmi solo a rincorrerti nel buio della città / In un sabato sera d’estate vorrei prendere i muri a testate.” Questo senso di frustrazione e incapacità di andare avanti chiude il cerchio, lasciando trasparire un bisogno di cambiamento che però rimane intrappolato in una realtà immutabile.