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Crash, Marracash: testo e significato della canzone

Testo e significato di “Crash” di Marracash, una denuncia potente della superficialità, della disuguaglianza e dell’indifferenza di un mondo che si avvia verso il collasso

13 Dicembre 2024 14:01

Crash è una canzone di Marracash tratta dall’album “È finita la pace”, disponibile da venerdì 13 dicembre 2024. Qui sotto potete ascoltare il brano prodotto da Marz, Zef & Fritz Da Cat, leggere testo e significato.

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Il testo di Crash

Leggi il testo della canzone “Crash” di Marracash.

Non serve una sonda per sapere che è tutto marcio
Non serve la bolla per vedere che è tutto piatto
Non siamo in pericolo, siamo il pericolo
Marracash
Yeah

Si allarga la forbice
Non si chiuderà senza qualche collo da torcere
Muovi solo il pollice matto con mente complice
Governo di fasci che dice frasi preistoriche
Pensano che basti riempire il vuoto con l’ordine
Figli per i social, nuovo proletariato
Aumentano l’engagement, l’ingaggio, l’inganno
Senza passaggi cruciali casi umani fanno passaggi da Cruciani
Dalle base ai vertici
Tutti i poveri si assomigliano, tutti i ricchi sono identici
Chi potrà proteggervi
Se quei pochi si moltiplicano, e si girano gli eserciti
Cambia in fretta credimi
Cresce l’odio per i privilegi e il sentimento anti-celebrity
Vedo solo debiti
Tu che flexi gli orologi come nel 2016
Zona d’interesse
Oggi come ieri conta essere efficiente
Chi vuole essere più americano a parte i rapper?
Gente di potere sa il potere della gente
Sa che chi ha un potere e non lo esercita lo perde
Uomo sotto scrivania di donna presidente
Perché è una questione di potere, non di gender
Cattive intelligenze, influenza
Fuck evil Musk, ho venduto la Tesla

E una folla assiste
(E una folla assiste)
C’è una guerra in background, -ground
(C’è una guerra in background)
Cattive notizie
(Cattive notizie)
La tua mente è il playground, -ground
(La tua mente è il playground)

Sempre più vicini al crash
Crash, crash, crash
Così di colpo
Crash, crash, crash, crash

Le mille bolle di Mina
La bolla finanziaria, la bolla speculativa
Profeti dei profitti, la bolla matta del clima
Finto naturale, una bolla di chirurgia
Quella immobiliare, quella della pandemia
I nuovi padroni di Seattle
Le vecchie istituzioni che non contano un cazzo
Di generazioni in letargo
Instupiditi dalle bollicine di Vasco
Quella dell’AI, dei concerti live
Di voglia di cambiare il mondo con i like
Di news di cui ti ingozzi ogni giorno
I morti con due scrolling te li scrolli di dosso
La bolla del presente non vissuto
Paura del futuro e passato come rifugio
Tutti zitti in un luogo chiuso
La bolla di ciascuno a sicuro nel suo pertugio
Fatti
Tutti che si cagano quando escono dai party
La puzza di fogna che ha raggiunto i piani alti
Ora c’è più nemmeno l’arte a consolarci
Sai che quattro autori scrivono a tutti i cantanti
Bolla dei confini e dell’immigrazione
Termini offensivi e libera espressione
Sui temi bollenti vai in ebollizione
Tutti gli ingredienti, le bolle nel pentolone
Fanno un crash

Nessuno reagisce
(Nessuno reagisce)
Mentre parte il countdown, -down
(Mentre parte il countdown)
Ora il tempo stringe
(Cattive notizie)
Chiudi gli occhi blackout, -out
(La tua mente è il playground)

Sempre più vicini al crash
Crash, crash, crash
Così di colpo
Crash, crash, crash, crash

Ma farà bene agli affari
Crash, crash, crash
Nessuno pensa al domani
Crash, crash, crash
Sempre più vicini al crash

Il significato della canzone Crash

Il brano “Crash” di Marracash è una lucida e spietata analisi delle crisi multiple che affliggono la società contemporanea, tutte convergenti verso un inevitabile collasso, il “crash”. Attraverso immagini incisive e riflessioni pungenti, il rapper denuncia il vuoto morale e culturale, le disuguaglianze crescenti e le ipocrisie del potere.

Fin dall’inizio, Marracash sottolinea che il marcio è evidente a tutti (“Non serve una sonda per sapere che è tutto marcio“), descrivendo un sistema ormai inesorabilmente corrotto. Si sofferma sull’ampliarsi della forbice tra ricchi e poveri, dove i primi sono identici nei loro privilegi, mentre i secondi si uniformano nella loro lotta quotidiana (“Tutti i poveri si assomigliano, tutti i ricchi sono identici“). Critica un governo che preferisce imporre l’ordine piuttosto che colmare il vuoto sociale, con politiche arretrate e discriminatorie (“Governo di fasci che dice frasi preistoriche”).

Nel ritornello, Marracash evidenzia la sensazione di imminenza del disastro (“Sempre più vicini al crash“), mentre descrive una società spettatrice inerte, incapace di reagire al conto alla rovescia verso il collasso. La mente delle persone è ridotta a un “playground”, un terreno di gioco per manipolazioni e distrazioni.

Nel secondo verso, il rapper esplora il concetto di “bolla” come metafora delle illusioni collettive e delle crisi sistemiche: la bolla finanziaria, quella climatica, quella tecnologica, fino a quella della pandemia. Denuncia l’assurdità di un mondo che cerca di cambiare con i like sui social, mentre si ignora l’impatto delle notizie e delle tragedie quotidiane, che vengono “scrollate via” senza conseguenze (“I morti con due scrolling te li scrolli di dosso”). La bolla del presente, non vissuto pienamente, e quella del passato, usato come rifugio, bloccano ogni progresso.

Marracash mette in evidenza anche la decadenza artistica e culturale, con autori che scrivono per tutti i cantanti e un’arte che non riesce più a consolare (“Ora c’è più nemmeno l’arte a consolarci”). Chiude con un’amara riflessione sull’immobilità collettiva, dove il crash diventa un’opportunità per gli affari, ma non per un vero cambiamento (“Ma farà bene agli affari, nessuno pensa al domani”).

In sintesi, “Crash” è una denuncia potente della superficialità, della disuguaglianza e dell’indifferenza di un mondo che si avvia verso il collasso, incapace di fermarsi o reagire.

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