Gli sbandati hanno perso, Marracash: testo e significato della canzone
Testo e significato della canzone “Gli sbandati hanno perso” di Marracash, il racconto di un’umanità frammentata e disorientata
Gli sbandati hanno perso è una canzone di Marracash tratta dal suo ultimo album “E’ finita la pace”, uscito il 13 dicembre 2024. Del brano, il cantante ha dichiarato, ospite a 105 Mi casa:
È il primo pezzo dell’album che ho scritto. Sono partito da lì, in effetti è un inizio strano. È un pezzo un po’ generazionale, forse per i più adulti, a partire dal titolo, perché la parola “sbandati” è una parola della mia generazione. Io ho perso questo titolo da Il grande Lebowski in una scena topica. Il mio gol qui era fare un singolo radiofonico che però non fosse un pezzo d’amore, lo dico anche rispetto al mio pregresso, è difficilissimo mandare dei pezzi in radio che abbiano dei temi sociali, la scommessa a ‘sto giro era quella”
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Il testo di Gli sbandati hanno perso
Ecco il testo di “Gli sbandati hanno perso” di Marracash.
Il cielo brucia certe sere
Impulsi svuotano le chiese
Chi dice in giro che sta bene, ma
Soltanto non lo fa vedere
Chi si ubriaca di lavoro
Chi torna e prende un altro volo
Chi è prigioniero del suo ruolo
Vuole essere nuovo di nuovo
Chi è dentro in una coppia a vita e poi
Invece fa la doppia vita
Chi tira avanti e somatizza
Eroi a cui star soli terrorizza
Chi è un po’ che ormai non si innamora
Chi lo voleva e ora lo odia
Chi fa i reati dopo scuola, sì
Per essere almeno qualcosaChissà come andrà, solo a me sembra che
Tutti quelli che conosco in fondo sono fuori di testa?
Come se una guerra l’abbiamo già persa
Come in un Grand Prix
Non ci fermiamo mai, mai, mai, mai
A chi chiederà: “Come va?” digli che
Avevamo solamente il sogno di una vita diversa
Tanto noi la pace l’abbiamo già persa
Ci piace così
Tutti pieni di guai, guai, guai, guaiC’è chi non vive senza un leader
Chi non è capace di obbedire
E c’è chi vuole avere un dio
Chi invece lo vuole maledire
Chi la fa grossa ed emigra
C’è chi si imbosca, eremita
Chi ha calpestato una mina
Chi cucirà la ferita
Chi crede nei governi
Chi invoca i manganelli
Chi crede nelle merci e il denaro
Chi ha troppa melanina
Chi è troppo meloniano
Chi mette tutti i soldi nel naso
Chi ha perso qualche pezzo del puzzle
Farmaci per l’anima, Lexotan, Tavor
Il fuoco che hai appiccato si è placato
Pure criticare è criticatoChissà come andrà, solo a me sembra che
Tutti quelli che conosco in fondo sono fuori di testa?
Come se una guerra l’abbiamo già persa
Come in un Grand Prix
Non ci fermiamo mai, mai, mai, mai
A chi chiederà: “Come va?” digli che
Avevamo solamente il sogno di una vita diversa
Tanto noi la pace l’abbiamo già persa
Ci piace così
Tutti pieni di guai, guai, guai, guaiE vedi quelle facce in centro
Farsi andare bene questo e quello
E i giovani ribelli adesso
Fanno danze attorno a un fuoco spento
Come una foglia nel vento
Qual è la soglia che accetto?
Dov’è la voglia di un tempo?
Fra’, gli sbandati hanno persoChissà come andrà, solo a me sembra che
Tutti quelli che conosco in fondo sono fuori di testa?
Sparano in città come fossimo in Texas
Siamo ancora qui
Non ci fermiamo mai, mai, mai, mai
A chi chiederà: “Come va?” digli che
Avevamo solamente il sogno di una vita diversa
Tanto noi la pace l’abbiamo già persa
Ci piace così
Tutti pieni di guai, guai, guai, guaiGuai
Il significato della canzone Gli sbandati hanno perso
Il brano racconta un’umanità frammentata e disorientata, dove ogni individuo affronta il proprio modo di convivere con un senso di smarrimento e insoddisfazione. “Il cielo brucia certe sere, impulsi svuotano le chiese” introduce un’immagine di inquietudine collettiva, quasi apocalittica, che riflette il vuoto spirituale e morale della società. C’è chi nasconde il proprio dolore, come indicato da “Chi dice in giro che sta bene, ma soltanto non lo fa vedere“, e chi cerca rifugio in una routine alienante: “Chi si ubriaca di lavoro, chi torna e prende un altro volo”.
La pressione sociale spinge molti a recitare ruoli che li intrappolano, come in “Chi è prigioniero del suo ruolo, vuole essere nuovo di nuovo”, mentre altri si rifugiano in contraddizioni personali, come chi conduce una doppia vita o chi somatizza il peso dell’esistenza. La canzone esplora anche il senso di insoddisfazione giovanile, con versi come “Chi è un po’ che ormai non si innamora, chi lo voleva e ora lo odia“, e il bisogno disperato di sentirsi qualcosa, anche attraverso l’illegalità: “Chi fa i reati dopo scuola, sì, per essere almeno qualcosa.”
Il ritornello esprime un sentimento di rassegnazione e consapevolezza, con la domanda: “Solo a me sembra che tutti quelli che conosco in fondo sono fuori di testa?“. La risposta implicita è che tutti vivono come se una guerra fosse già stata persa, inseguendo sogni di una vita diversa che sembrano ormai irraggiungibili: “Avevamo solamente il sogno di una vita diversa, tanto noi la pace l’abbiamo già persa.”
La seconda strofa amplia il quadro, evidenziando ulteriori contrasti e divisioni: “C’è chi non vive senza un leader, chi non è capace di obbedire”, e tocca temi sociali e politici come il razzismo e l’ideologia: “Chi ha troppa melanina, chi è troppo meloniano”. L’alienazione viene affrontata anche attraverso la dipendenza da farmaci e sostanze, come si nota in “Farmaci per l’anima, Lexotan, Tavor”. La critica sociale diventa evidente in “Pure criticare è criticato”, suggerendo una società in cui persino il dissenso è ormai mal tollerato.
Il testo si conclude con immagini di rassegnazione collettiva e perdita di significato: “E i giovani ribelli adesso fanno danze attorno a un fuoco spento“. La metafora del fuoco spento rappresenta una generazione che ha perso il vigore e l’energia per cambiare il mondo. Alla fine, il ritornello ribadisce l’accettazione amara della realtà: “Tanto noi la pace l’abbiamo già persa, ci piace così, tutti pieni di guai.”