Titoli di coda, Pinguini Tattici Nucleari: testo e significato della canzone
Testo e significato di “Titoli di coda” dei Pinguini Tattici Nucleari, dedicato a chi resta, a chi ha la pazienza di arrivare fino in fondo
Titoli di coda è una canzone dei Pinguini Tattici Nucleari tratta dall’album “Hello World” disponibile dal 6 dicembre 2024. A seguire potete ascoltare il brano, leggere testo e significato del pezzo.
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Il testo di Titoli di Coda dei Pinguini Tattici Nucleari
Leggi il testo della canzone “Titoli di coda” dei Pinguini Tattici Nucleari.
Ringrazio il cielo
Perché mi ha fatto nascere incompleto
E le stelle non mi han dato ciò che cerco
Ma almeno mi evito la noia di esser pieno
Ma che bel viaggio
Sembrava il buio fosse di passaggio
Ed ho preso la tristezza sottogamba
Sbagliando, andava accompagnata sottobraccioSarà che quelli come me
Che non corrono veloce
Sanno superare tutto
Anche la fine delle cose
Ho scritto una canzone nuova
Per chi resta fino ai titoli di codaGrazie a mia madre, a mio padre
Che in mе non c’hanno mai creduto troppo
Da grande poi io ne ho capito il sеnso profondo:
Il talento deve avere il vento contro
E ringrazio chi mi fa compagnia
Che siano quattro stronzi o centomila
Che sia la musica a decidere chi deve andar via
E chi resta faccia un brindisi alla miaSarà che quelli come me
Che non corrono veloce
Sanno superare tutto
Anche la fine delle cose
Ho scritto una canzone nuova
Per chi resta fino ai titoli di coda
Sarà che quelli come me
Che non corrono veloce
Sanno superare tutto
Anche la fine delle cose
Ho scritto una canzone nuova
Per chi resta fino ai titoli di coda
Il significato della canzone Titoli di Coda dei Pinguini Tattici Nucleari
Questo brano evidenzia una profonda riflessione sulla propria incompletezza e sulle sfide che essa comporta, trasformandole in forza e unicità. L’autore ringrazia il cielo per averlo fatto nascere “incompleto”, un aspetto che potrebbe sembrare una mancanza, ma che si rivela essere una benedizione. Infatti, dice: “almeno mi evito la noia di esser pieno”, sottolineando come l’imperfezione lo renda dinamico e in continua evoluzione.
Il “viaggio” della vita è descritto come un alternarsi di luce e oscurità: “Sembrava il buio fosse di passaggio”. Tuttavia, l’autore ammette di aver sottovalutato la tristezza, dicendo: “Sbagliando, andava accompagnata sottobraccio”. Qui emerge la consapevolezza che anche le emozioni negative vanno accolte e vissute con attenzione, piuttosto che ignorate.
Un altro tema centrale è l’accettazione dei propri tempi. “Sarà che quelli come me, che non corrono veloce, sanno superare tutto, anche la fine delle cose” evidenzia una lentezza che non è debolezza, ma piuttosto una capacità di resilienza. Chi non si affretta a raggiungere traguardi effimeri riesce a sopravvivere alle difficoltà e a dare valore alla fine delle esperienze.
L’autore riflette anche sul ruolo della famiglia, ringraziando i genitori per non aver riposto troppe aspettative su di lui: “Grazie a mia madre, a mio padre, che in me non c’hanno mai creduto troppo”. Lontano dall’essere un rimprovero, questa frase sottolinea come le sfide incontrate abbiano dato forza al suo talento: “Il talento deve avere il vento contro”.
Infine, l’autore dedica il brano a chi resta, a chi ha la pazienza di arrivare fino in fondo: “Ho scritto una canzone nuova, per chi resta fino ai titoli di coda”. Questo gesto è un omaggio alla resistenza e alla lealtà di chi non si arrende o abbandona, un invito a celebrare insieme ogni frammento di vita, perfino quello più difficile.