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Vertebre, Settembre: testo e significato della canzone

Testo e significato della canzone “Vertebre” di Settembre sul dolore della separazioni con immagini crude e struggenti.

18 Dicembre 2024 23:25

Andrea Settembre, giovane cantautore napoletano classe 2001, torna sotto i riflettori con il suo ultimo singolo Vertebre, attualmente in gara a Sanremo Giovani. Il brano è il più virale su TikTok tra brani in gara a Sanremo Giovani e nel solo giorno di uscita ha superato i 100.000 streaming su Spotify.

Si tratta di un brano intimo e sincero che riesce a parlare direttamente alla sua generazione, ma che porta con sé un messaggio universale: l’importanza di accettare le proprie insicurezze e di abbracciare la complessità delle emozioni che ci definiscono. “E da qui nascono frasi come: ‘giochiamo a fare i grandi ma piangiamo all’università’ o ‘nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età’, perché di base nessuno ci ha mai insegnato come si vivono tutte queste emozioni per la prima volta, lo dobbiamo capire vivendo, sbagliando”, racconta l’artista.

Settembre si è fatto conoscere al grande pubblico partecipando alla diciassettesima edizione di X Factor, dove ha raggiunto le semifinali e noto per la sua versione di “Amandoti” (brano dei CCCP reinterpretato da Gianna Nannini), scelta come colonna sonora e trailer della serie inglese “Inganno” di Netflix (prima in classifica per tre settimane consecutive in Europa) che ad oggi ha superato i 7 MLN di streaming su Spotify.

Il testo di Vertebre

Ecco il testo di Vertebre di Settembre.

Mi hai detto: “Non fa niente”
E poi mi stai lasciando solo
Mi hai messo in bocca le tue colpe
E sai che questo non è il modo
Giochiamo a fare i grandi, ma
Piangiamo all’università
Anch’io mi sento a volte
Un cane perso in mezzo alla città

Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco, senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età

Mi hai dato il meglio di te
Le tue bugie migliori
Ed io le ho strette così forte
Mentre imparavo a cadere

Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Nei tuoi occhi brucia la città
Che poi stare qui con te è come perdere la dignità
Trascurarsi per me è uguale a fottere
È buttarsi nel fuoco, senza accendere
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età

(Piove sale dentro la tua stanza)
(‘Na dummenca ca nun m’ passa)
Nessuno ci ha mai detto, no
Nessuno ci ha mai detto, no
(Cerchiamo rimedi contro l’ansia)
Sul’ p’ nun spari’

Strappami la pelle dalle vertebre
Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me
Tra noi due non so chi vincerà
Nessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età

Il significato della canzone Vertebre

La canzone esplora il dolore emotivo e la difficoltà di navigare i sentimenti in una relazione che sembra arrivata al capolinea. L’autore si sente abbandonato e incolpato ingiustamente: “Mi hai messo in bocca le tue colpe / E sai che questo non è il modo.” C’è un senso di vulnerabilità e immaturità condivisa, con l’ammissione che, nonostante i tentativi di sembrare adulti, entrambi si trovano persi: “Giochiamo a fare i grandi, ma / Piangiamo all’università.

Il dolore della separazione si manifesta fisicamente, con immagini crude e struggenti: “Strappami la pelle dalle vertebre / Ma dimmi pecchè nun vuo’ cchiù parla’ cu me.” La relazione viene descritta come distruttiva, al punto da far perdere la dignità e portare a trascurarsi: “Trascurarsi per me è uguale a fottere / È buttarsi nel fuoco, senza accendere.

Nonostante le ferite, c’è anche un riconoscimento del valore dei momenti condivisi, seppur basati su bugie: “Mi hai dato il meglio di te / Le tue bugie migliori / Ed io le ho strette così forte.” Il brano riflette l’incapacità di affrontare il dolore e l’assenza di una guida per affrontare le emozioni alla loro età: “Nessuno ci ha mai detto come si piange alla nostra età.”

La chiusura, con toni malinconici, lascia un senso di incompiutezza, come se la lotta tra i due fosse ancora aperta: “Tra noi due non so chi vincerà / Nessuno ci ha mai detto come si ride alla nostra età.

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