Home Interviste The Circle a Blogo: “Vogliamo che la nostra musica sia qualcosa che faccia volare in alto chi l’ascolta, nei dischi e live”

The Circle a Blogo: “Vogliamo che la nostra musica sia qualcosa che faccia volare in alto chi l’ascolta, nei dischi e live”

The Circle, leggi l’intervista rilasciata a Blogo.it, dai quattro ragazzi di Torino pronti a chiudere il loro tour il prossimo 16 giugno 2017

pubblicato 14 Giugno 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 05:06

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I The Circle sono una band torinese che, dopo aver conquistato le vette della classifica alternative di iTunes con l’album d’esordio, ha firmato con il cantautore-elettronico Fractae, il remix di HWIR, uno dei brani più intensi del nuovo disco How To Control The Clouds.

I quattro ragazzi di Torino che si erano trovati a “sfidare” i Coldplay, arrampicandosi fino al secondo posto della classifica alternative di iTunes con il loro disco d’esordio Life In A Motion-Picture Soundtrack (2014), si sono presentati in un’insolita veste, più urban che mai, con un video inedito e un nuovo remix, firmato dal cantautore-elettronico Fractae, di HWIR, il brano che chiude il loro ultimo album How To Control The Clouds, uscito il 25 ottobre 2016.

I The Circle nascono nel 2012 da un’idea di Federico Norcia (voce) e Marco Marzolla (batteria), due studenti con una passione viscerale per la musica, che il caso ha fatto incontrare tra i banchi dell’Università di Torino. Nel 2013, la line-up definitiva con l’ingresso nel gruppo di Giuseppe Gamarra, Alessandro Strumia (chitarre) e Lorenzo Bevacqua (basso). Nel 2014 la band pubblica il suo album d’esordio, Life In A Motion-Picture Soundtrack, prodotto in collaborazione con Omid Jazi, tastierista live dei Verdena. Nelle prime settimane di vendita al pubblico, l’album raggiunge la seconda posizione della classifica alternative di iTunes, entrando anche a far parte della top-100 degli album più venduti in Italia e suscitando l’attenzione di quotidiani nazionali del calibro di Internazionale e La Repubblica, che definisce i The Circle come “I cinque torinesi che sfidano i Coldplay”. Nell’ottobre 2014 esce il videoclip di Green Like Soul (Part I), primo singolo estratto da Life In A Motion-Picture Soundtrack, grazie al quale la band viene selezionata da MTV New Generation come artista Just Discovered della settimana”. Il 25 ottobre 2016, dopo l’addio al gruppo di Alessandro Strumia, esce il secondo album How To Control The Clouds, un racconto vibrante e appassionato dei mille volti dell’amore e delle emozioni nascoste nelle piccole cose.

Gli appuntamenti con i loro live, iniziati a fine ottobre 2016, termineranno questo venerdì, 16 giugno 2017, al Blah Blah di Torino. Per l’occasione, abbiamo contattato il gruppo per fargli alcune domande e un bilancio su questi ultimi mesi. In apertura post il saluto di Federico ai lettori di Soundsblog, qui sotto le risposte alle domande.

Benvenuti ai The Circle su Soundsblog. Come descrivereste voi stessi e la vostra musica a chi ci legge?

Grazie! Qualche anno fa, all’epoca del nostro album d’esordio, un vostro collega descrisse la nostra musica come “qualcosa che ti fa volare in alto”. Ci è sembrato davvero azzeccato perché, in effetti, è proprio questa la sensazione che vogliamo dare all’ascoltatore. Sia ai live che nei dischi!

Avete iniziato a ottobre 2016 una serie di numerosi live che vi vedranno chiudere questa prima parte di date il prossimo 16 giugno. Che esperienza è stata? C’è qualche ricordo particolare che vi porterete dietro per sempre?

E’ stata un’esperienza a dir poco indimenticabile. Una serie di prime volte che difficilmente scorderemo e che verosimilmente rimarranno scolpite nei nostri cuori all’infinito. Quello di “How to Control the Clouds” è stato infatti il nostro primo vero tour italiano, quello in cui abbiamo suonato davvero in ogni dove: dal Piemonte alla Sicilia, dalla Toscana al Lazio, passando per Emilia, Lombardia, Veneto, Calabria e chi più ne ha più ne metta!

Siete stati definiti “I cinque torinesi che sfidano i Coldplay”. Niente male no? 🙂 Avete ispirazioni musicali o modelli ai quali fate riferimento? Che musica ascoltavate fin da giovanissimi?

Certo! crediamo che nel nostro ultimo lavoro in studio sia parecchio forte l’influenza di gruppi come Foals, The 1975 e, anche se solo a tratti, dei Coldplay stessi. Questione di attitudine più che di sonorità vere e proprie. Che musica ascoltavamo da giovanissimi? Il bello di essere una band di 4 componenti è che spesso e volentieri ognuno ascolta musica completamente diversa dall’altro; Federico e Giuseppe erano (e sono ancora) dei veri “mad fer it” (anche se meno invasati di un tempo), Marco è il secchione del gruppo, quello che a 15 anni ascoltava Frank Zappa, mentre Lorenzo viene dal blues. E guai a chi glielo tocca!

How To Control The Clouds è il vostro ultimo progetto discografico, Che progetti e programmi avete per i prossimi mesi?

Attualmente la nostra priorità è chiudere in bellezza questo fantastico tour che terminerà il 16 Giugno al Blah Blah di Torino. Vogliamo che sia una vera e propria festa per celebrare un’annata per noi stratosferica. Dopodiché avremo modo di fermarci un poco, come non accade dall’ormai lontano 2012, per regolarizzare studio, lavoro e produrre un terzo disco in maniera serena e senza fretta alcuna.

Avreste tentato la strada dei talent show come soluzione alternativa? Che visione avete del legame musica/tv?

In passato ci abbiamo provato, ma eravamo giovani e forse ancora poco pronti ad un salto del genere. Recentemente ci hanno chiesto se volevamo riproporci ma, almeno per ora, abbiamo deciso di attendere!

Nel 2014 avete rilasciato l’album d’esordio, “Life in a motion-picture soundtrack”. Sono passati tre anni da allora. In cosa sono cambiati i The Cirle?

E’ cambiato tutto e non è cambiato nulla. Certamente siamo cresciuti molto, come musicisti e come persone. Siamo maturati sotto molti punti di vista e crediamo che ciò si percepisca da una certa differenza di approccio tra i due album pubblicati. Ciò che non è cambiato è l’entusiasmo con il quale ci approcciamo alla musica, che è e sarà sempre lo stesso di un tempo.

Domanda finale di rito: prima di ringraziarvi e salutarci, c’è qualcosa che non vi ho chiesto che vorreste aggiungere?

Non ci hai fatto la classica domanda: “perché avete scelto l’inglese e non l’italiano?”. E ti siamo grati di non avercela fatta! 😉

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