The Rasmus a Milano: noi siamo ancora qua (con foto e report dal concerto del 21 Ottobre 2022)
The Rasmus sono in giro da decenni, ma in concerto suonano ancora come ragazzini pieni di energia: il concerto di Milano è stato un turbine di emozioni.
Ricordate quella volta in cui, nel 2005, la rivista Metal Shock fu ricoperta di m3rda per aver dedicato una copertina ai The Rasmus?
D’accordo, forse non ve lo ricordate perché:
– eravate troppo giovani
– non leggevate Metal Shock
– non vi interessavano i The Rasmus
– siete delle persone buone e non vi preoccupate delle polemichette.
In ogni caso io sì, lo ricordo – principalmente perché quella copertina portava la mia firma, per una intervista di 4 pagine con Lauri Ylonen in occasione di Hide From The Sun. La redazione fu invasa da lettere (alcune ancora cartacee!) di protesta, io venni bollato come traditore del metal, e alcuni mi invitarono a ritirarmi direttamente.
Però, ecco.
17 anni dopo, noi siamo ancora qui. Io scrivo ancora (e ancora, ogni tanto, tradisco il metal), e i The Rasmus sono ancora in giro a suonare sui palchi di tutto il mondo. In realtà solo i tre/quarti dei The Rasmus sono ancora qui: il chitarrista Pauli Rantasalmi ha da poco salutato la band, ed è stato sostituito da Emilia Suhonen, sorprendente figura femminile che si difende alla grande sul palco.
The Rasmus sono una botta di energia positiva fin dalla prima canzone del concerto (First Day Of My Life), e l’intero show è, per tutti i partecipanti, un bel percorso emozionale: tutti cantano tutto, sia i brani nuovi che quelli vecchi (incredibile come sia accolta Jezebel, messa fra i bis ed estratta dal nuovo disco), e per la maggior parte delle persone è più importante godersi lo show, piuttosto che cercare di riprenderlo con il cellulare.
La band è in forma come sempre, con Lauri che non dimostra un anno in più rispetto all’uscita di Dead Letters – forse il suo farsi crescere la barba è un tentativo di mostrare la sua età, ma si muove e canta come 20 anni fa. Al suo fianco Eero Heinonen è sempre il maestro di calma, concentrato sul suo basso e impegnato a parlare in italiano fra una canzone e l’altra, compreso un accenno di “Nel blu, dipinto di blu”; Emppu dà vivacita al palco muovendosi un po’ ovunque e ipnotizzando con i suoi tatuaggi, e Aki Hakala si gode l’accoglienza dell’eroe quando si sposta a bordo palco durante la fase acustica, che vede un’ottima performance di October & April cantata principalmente da Emppu, seguita da una
Still Standing introdotta come “una canzone triste, proprio quello ce ci vuole visto che vi state divertendo”, e infine Sophia, che mette in prospettiva l’età della band: Emppu dice che questa “quando lei era una teenager” era la sua canzone preferita, e ora può suonarla insieme alla band.
Si ritorna elettrici in maniera scanzonata, con una cover di Ghostbusters che genera una sorta di pogo, e ci si lancia verso il finale, che vede inanellare una dopo l’altra le canzoni più attese: Livin’ in a World Without You, F-F-F-Falling, In the Shadows, una dopo l’altra in un crescendo di emozioni.
Per il bis, si apre con Riccardo pescato dal pubblico per cantare “una canzone scritta da ubriachi nel 1995, quando eravamo ragazzini” (Rakkauslaulu) e poi si saluta con Jezebel e Sail Away, dopo 100 minuti di concerto.
Sì, nel 2022 The Rasmus sono ancora qua, e non mostrano nessuna intenzione di fermarsi: anzi, proprio oggi hanno ridato vita a In The Shadows, con una nuova versione ribattezzata In The Shadows of Ukraine in collaborazione con la Kalush Orchestra, vincitori dell’Eurovision Song Contest 2022. Chapeau.
The Rasmus in concerto a Milano: la scaletta
First Day of My Life
Guilty
In My Life
No Fear
Paradise
Fireflies
Time to Burn
Live and Never Die
Wonderman
October & April (acoustic)
Still Standing (acoustic)
Sophia (acoustic)
Ghostbusters (Ray Parker Jr. cover)
Justify
Rise
Immortal
Livin’ in a World Without You
F-F-F-Falling
In the Shadows
—–
Rakkauslaulu (feat. Riccardo)
Jezebel
Sail Away
PS: se per caso volete leggere l’intervista del 2005 su Metal Shock, lasciate un messaggio sulla pagina Facebook di MusicaMetal (o su Instagram), e vi mando direttamente le scansioni – non era un’intervista malvagia, dopotutto!