The Voice, Timothy Cavicchini vincitore? Si perché è un rocker puro, no per non premiare il binomio bellezza – voce
Timothy Cavicchini, finalista della prima stagione di The Voice of Italy, potrebbe vincere il contratto discografico con la Universal Music Italy
E’ la scommessa di Piero Pelù, un vero animale da palcoscenico, grinta da vendere, un performer che ruggisce, un’anima dannata che non si fa mai trovare impreparata ad ogni appuntamento col palco. Timothy Cavicchini non ha sbagliato un colpo, centrando i brani giusti, diversificando le proprie interpretazioni nel tentativo di dimostrare la propria duttilità come interprete delle varie sfumature del rock. Si è calato perfettamente nei panni dell’arringatore di folle con un piglio principesco (ma al tempo stesso ammaliante) senza mai abbassare la guardia, restando l’unico superstite di una gara senza esclusioni di colpi. L’inedito, A fuoco, gli è cucito addosso.
A Tv Sorrisi & Canzoni, Timothy ha dichiarato di aver provato una grossa soddisfazione nell’aver fatto ricredere molta gente prevenuta, perché a volte “l’aspetto inganna”. Certo che, posare a petto su Vanity Fair e sparare a zero su produzione, meccanismo dei talent ed ex protagonisti, non l’ha reso particolarmente simpatico agli occhi dei telespettatori da casa (ormonose escluse).
LE RAGIONI DEL NO: il cantante potrebbe risultare assai scollato dal panorama discografico italiano e troppo legato al contesto del palco, del mondo dei live, al centro di un vortice di note con il supporto di una band. Sopravvivere all’ondata quasi distruttiva del post The Voice e superare la prova del nove con l’uscita del primo cd non è per tutti. Il buon Cavicchini riuscirà nell’impresa?