The Weeknd – My Dear Melancholy,: gli struggimenti di un’anima electrosoul, ecco la recensione del disco
Abbiamo ascoltato My Dear Melancholy,, il nuovo EP di The Weeknd uscito a sorpresa il 30 marzo: l’album rappresenta Abel Tesfaye al 100%, ecco la nostra recensione.
6 canzoni per raccontare di un amore finito e di un cuore in frantumi, sparso su un pavimento electrosoul in milioni di minuscoli pezzi. È con queste parole che si potrebbe descrivere, in estrema sintesi, My Dear Melancholy, (sì, c’è la virgola!), l’ultimo EP di The Weeknd pubblicato a sorpresa lo scorso 30 marzo.
Messi per un momento da parte sesso, droga e rock’n’roll (una costanta tematica di tutti i suoi tre precedenti album), Abel Tesfaye si guarda allo specchio e ammette di aver sbagliato tutto. The Weeknd pare rinnegare tanto la relazione con Selena Gomez quanto quella con la modella Bella Hadid, anche se quest’ultima l’accoglierebbe ancora volentieri fra le sue lenzuola (“I hope you know this dick is still an option” racconta con linguaggo oxfordiano in “Wasted times”).
La malinconia sembra dunque essere intesa più come una metafora di un’autodistruzione personale, della mancanza di ciò che era e non è più e di una vita vissuta e allo stesso tempo buttata. The Weeknd ammette di aver dato tutto di sé stesso (“I almost cut a piece of myself for your life” canta nel pezzo migliore del disco, Call out my name) senza però aver ricevuto granché in cambio.
Il cambiamento di prospettiva, tuttavia, non corrisponde ad una rivoluzione nello stile di The Weeknd, che con My Dear Melancholy, ha in realtà confermato, musicalmente parlando, tutto quello che di lui già conosciamo a memoria. Il suo r&b è fatto di echi e voci distanti, di vocoder e di bassi, di qualche profondo sintetizzatore elettronico (al disco, a proposito, hanno lavorato Gesaffelstein, Guy-Manuel dei Daft Punk et Nicolas Jaar). Da questo punto di vista, insomma, niente di nuovo sotto il sole.
My Dear Melancholy, è in sostanza un The Weeknd al 100%: tormentato e sempre in bilico fra realtà e delirio, un crooner sul bordo dell’abisso. La virgola finale del titolo, tuttavia, lascia intendere che la sua storia artistica e personale non sia ancora conclusa e che ci sia un nuovo, lungo capitolo pronto per essere scritto, ma soprattutto vissuto.
Tracklist My Dear Melancholy, The Weeknd
1. Call Out My Name
2. Try me
3. Wasted Time
4. I was never there – Gessafelstein
5. Hurt You – Gessafelstein
6. Privilege