Tiziano Ferro ospite a Domenica In (intervista e dichiarazioni)
Domenica In, Tiziano Ferro ospite della puntata di domenica 15 novembre 2020 su Rai Uno: ecco le dichiarazioni del cantante
Tiziano Ferro sarà ospite della puntata di oggi di Domenica In.
Mara Venier sarà in collegamento con il cantautore da Los Angeles dove vive con il marito, Victor. E’ un occasione per parlare del suo documentario Ferro, disponibile su Amazon Prime e del successo ottenuto con “Accetto miracoli – L’esperienza degli altri” che ha debuttato al numero 1 in Italia nella classifica dei dischi più venduti.
Tiziano Ferro, l’intervista a Domenica In
Il collegamento si è aperto con l’esibizione di Tiziano Ferro nel suo singolo “E ti vengo a cercare” tratto da Accetto miracoli – L’esperienza degli altri.
A Los Angeles sono le 5 di mattina: “Per Mara questo e altro!” racconta Ferro, ridendo. E si parla del suo ultimo progetto, sottolineando la valenza del rosso (colore del vinile) per motivi di carriera e ricordi (Rosso relativo vi dice qualcosa?). In ogni casa in cui va, tiene sempre un oggetto rosso.
Il cantante racconta come è nato Ferro, il documentario su Prime Video:
“Non è stata un’opera di coraggio ma di necessità mia, di professionista. Voglio di più. Questa cosa è salvifica. Ti permette di rimanere attento, vivo a quello che fa. Parlare delle mie ferite è stata un inizio di terapia che consiglio a tutti. Nel momento stesso in cui esce dalla segretezza la curi sempre un po’. Io non dimentico mai niente, il lavoro non è stato il ricordo ma imparare a spiegarsi. Sono diventato famoso a 20 anni e tutti mi chiedevano “Come ti senti? Chi sei? Chi ami?”. Non avevo nessuna di queste risposte. Man mano che vai avanti inizi a scoprire queste risposte. Abbiamo bisogno di tempo per scoprire e per imparare. Io l’ho fatto sempre davanti alla telecamera. Nello svantaggio, ho avuto il vantaggio di avere le persone vicine. Dove ci sono tanti haters, hai anche tanti… lovers. Non dedicare tempo a chi ti odia, dedicare un minuto a chi ti ama”
Ferro racconta di aver iniziato il percorso contro alcolismo in Inghilterra e poi ha iniziato anche a Milano: “Il primo mondo che ho scoperto è quello dell’accoglienza e il rispetto. Mi hanno portato a sentirmi protetto”.
“L’arte ci salva la vita. Se pensi a quello successo durante il Rinascimento… La musica è stata quella, ho trovato un alfabeto che non trovano nel linguaggio di tutti i giorni. Sentivo i cantanti che dicevano delle cose delle quali mi appropriavo, non sottovalutiamo questa arte, non è meno curativa della medicina” sottolinea.
Sulla scuola: “Ho iniziato facendo la primina, andando a scuola prima degli altri. Poi fai la seconda elementare e tu integrano in quella classe dove gli altri si conoscono già. A fine di ogni termine, mi dicevo “Adesso tutto ricomincia, sarà figo, parerai i colpi”. E c’era sempre il bullo, quello più perfido, tutto ricominciava sempre. Alle superiori mi comprai una giacca di una marca molto in voga che non mi piaceva ma me lo comprai per sembrare come loro. E invece ricominciò tutto perché ero grasso, non giocavo a calcio… Non celebro il rancore, poi, non lo serbo”.
Al liceo ha avuto molte ragazze come amiche che, sul diario, gli scrivevano “tvb”.
Racconta dell’amore per Victor: “L’ho incontrato 3/4 giorni prima di dover tornare in Italia. Dopo aver preso il caffè, sono tornato con una sensazione strana. Con Victor avevo capito una cosa. Mi succede spessissimo, l’empatia. Ha migliorato la mia vita, è bello e faticoso. Richiede pazienza, mediazione. Lui ha delle caratteristiche compensano delle mie carenza e viceversa. Lui dice sempre “Ogni tanto ti vedo che guardi un paesaggio, la finestra, e so che stai nel tuo mondo, chissà dove sei. Se io guardo un paesaggio o una finestra… io guardo un paesaggio o una finestra””
La prima volta che è venuto a Los Angeles non si è innamorato della città. Poi la decisione di trasferirsi e vivere lì con Victor.E lì ha continuato il suo percorso contro l’alcolismo:
“Il motivo principale è stato il recupero, i gruppi di recupero, la mia sponsor. E’ la donna che ci sposa, poi. I gruppi di recupero sono in base anonima. Si diventa amici su una base del concetto semplice, di aver vissuto lo stesso dolore”
Su Sanremo 2020 e il duetto con Massimo Ranieri: “Un privilegio quello di poter cantare con una delle persone che ammiri di più. Che lezione di vita, di mestiere. La sua generosità, il suo affetto. Lui è un re, un tesoro nazionale. Mi ha chiesto lui quali parti volessi, dove doveva entrare… Più sono grandi e meno presunzione c’è. Il vero artista rimane insicuro”
Ferro, il documentario di Tiziano Ferro
Sul documentario di Prime Video, Ferro, il cantautore ha raccontato le condizioni base per la realizzazione:
«Quando mi è stato proposto questo progetto ho detto sì, ma a patto che non fosse un documentario musicale. Lo volevo fare sporco, antiestetico, imprevedibile. Fuori dai canoni classici di backstage, stadi pieni, brindisi con la band»
Noi di Soundsblog lo abbiamo recensito, come potete vedere qui sotto.
Tiziano Ferro alla numero 1 con Accetto Miracoli – L’esperienza degli altri
Accetto miracoli – L’esperienza degli altri è l’ultimo disco di Tiziano Ferro che ha conquistato il primo posto della classifica dei dischi più venduti in Italia. Ecco le parole del cantautore in merito al disco:
Sono canzoni che mi hanno raccontato senza conoscermi, mi hanno fatto innamorare del mestiere di scrittore, uno che si consegna in quanto artista, voce, sangue, come hanno fatto questi giganti che ho reinterpretato in ACCETTO MIRACOLI: L’ESPERIENZA DEGLI ALTRI. Se faccio l’artista e il cantante, se scrivo canzoni, è perchè ho avuto grandi ispiratori che quando mi guardavo intorno cercando la strada, me l’hanno insegnata. Cambiare la vita a un ragazzo con la mia provenienza significa cambiargli la percezione della realtà. In questo senso queste canzoni sono state miracolose, hanno ribaltato la mia visione del mondo, mi hanno fatto capire che cosa volevo dalla mia vita e che cosa volevo fare. Il disco non era previsto. È la mia piccola perla nata durante il lockdown, dal periodo di indigenza, fatica e delirio che stava invadendo il mondo. Ho pensato di non avere il diritto di lamentarmi, considerando le tante persone che stavano soffrendo, ma so che la mia creatività e il mio concetto di arte sono sempre l’antidoto migliore per farmi reagire. Così ho preso il file delle “canzoni della mia vita”, ho chiesto al mio arrangiatore Marco Sonzini di entrare in studio e registrarle per puro divertimento. Mi sono trovato un pugno di canzoni in mano e solo allora abbiamo pensato di farne un album. Non c’è una linea logica nella scaletta se non per il fatto che nella loro essenza e con la loro potenza sono brani che ho sempre amato. “Ho affrontato queste canzoni senza il timore di toccare i mostri sacri, una cosa molto italiana, che non condivido. Bisogna invece celebrare i grandi artisti semplicemente con il rispetto e la stima di chi ha studiato queste cose sui banchi di scuola della musica. Soprattutto quando si tratta di canzoni così importanti, l’intervento deve essere minimo. Dico sempre che vanno avvicinate come musica classica, come un tenore o un baritono o un direttore d’orchestra affrontano Verdi: devi attenerti al libretto, aggiungere la tua voce a una cosa già scritta molto bene. Non ho mai sposato il rifacimento stravolgente di una canzone. Certo, gli arrangiamenti sono nuovi, fatti con una strumentazione moderna, nella filosofia dell’autore originale, rispettandone il messaggio. Ad esempio in E Ti Vengo a cercare abbiamo lavorato nella direzione che Battiato aveva già seguito, quella della ricerca elettronica, ma con i mezzi attuali. Lo stesso con Bella d’estate di Mango, grandissimo ricercatore”