Tiziano Ferro: “Io ero un alcolista, non bevo più”. Il cantante confessa il suo passato e la risalita
Tiziano Ferro si racconta in un’intervista a 7 e nel documentario “Ferro” su Prime. Il cantante confessa di essere stato un alcolista
Tiziano Ferro è protagonista del prossimo numero di 7, magazine del Corriere della Sera, in edicola e in digitale a partire da venerdì 16 ottobre 2020. Ed è a lui dedicata anche la copertina con le parole “Ero un alcolista, avevo 34 anni“. Una confessione che lo stesso cantante ha condiviso e ripreso su Instagram, raccontando i tormenti e il periodo che si è lasciato alle spalle.
L’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti.
Forse piangevo perché mi toglievo la vita ogni giorno. Forse era il dolore nel morire una, due, trecento volte. Potevo pensare quello che volevo, ma quello strazio, quel tormento non generavano niente, era solo disastro.
Ed è stato quando l’ho capito che è nata la mia voglia di risalire, da lì o da una delle altre decine di volte simili a quella”.Una vita insieme.Senza filtri.
Il mio articolo domani su @7corriere
?????. Il documentario, dal 6 novembre solo su Prime Video @primevideoit
Tiziano Ferro: “Ero un alcolista”
Come riportato dal Corriere della sera in una breve anticipazione della lettera scritta dallo stesso Tiziano Ferro, il cantante ricorda quei periodi:
Una sera la band mi convinse a bere. E da lì non mi sono fermato più. Bevevo quasi sempre da solo, l’alcol mi dava la forza di non pensare al dolore e alla tristezza, ma mi portava a voler morire sempre più spesso. Ho perso occasioni e amici. Io ero un alcolista
Un passaggio che lui stesso ha approfondito proprio sui social, raccontando come “L’alcolismo ti guarda appassire in solitudine, mentre sorridi di fronte a tutti”.
Tiziano Ferro, il ricordo del passato
Non manca uno sguardo su un passato lontano, sulle difficoltà di riuscire ad integrarsi e il sogno di essere difeso dalle umiliazioni e dalle offese ricevute:
Non sono mai stato il primo della classe, ero anonimo, non bello, per niente atletico, anzi grasso, timido, i ragazzi mi chiamavano ciccione, femminuccia, sfigato. Aspettavo che qualcuno intervenisse per difendermi, ma non succedeva mai. Vivevo perennemente frustrato, incazzato e anche umiliato. Poi ho cantato per la prima volta e il mondo è cambiato. La musica era l’unica cosa che avevo, un canale per esprimermi in un mondo nel quale non mi riconoscevo