Trava, House of cards è il nuovo singolo: testo e video
House of cards è il nuovo singolo di Trava: testo e video.
“La musica c’è sempre stata nella mia vita. Ho iniziato facendo il dj per diletto, ho ancora la consolle, il mixer ed i piatti per suonare a casa. Quindi ho cominciato a suonicchiare in discoteca, ma senza troppi impegni. Mi sono avvicinato alla musica rap grazie a Fabri Fibra. E ho deciso che quella poteva essere la mia strada, ora mi dedico solo a quello”. Così Alessandro Travaglio aka Trava, classe 1995, raccontava a Blogo la sua passione per la musica rap. Una passione mai svanita, anzi cresciuta nel tempo.
E’ fuori da pochi giorni House of Cards, il primo singolo estratto dall’ep Kintsugi in uscita nel mese di giugno. Prodotto da Slim Be, il brano segna il ritorno sulla scena del valido rapper torinese. Il titolo ‘ammicca’ agli intrighi di potere raccontati dall’omonima serie televisiva statunitense con Kevin Spacey protagonista.
Il videoclip è stato realizzato da Shula/Asfvck.
Trava, House of cards, Lyrcs
Penso a me, penso per due, un’unica sostanza,
una coppia di persone vivono l’una per l’altra,
una coppia di denari per essere una scala
aumenta sempre ma chi pesca riceve la stessa carta,
che bella sintonia, perché non esser pari?
perché non supportarsi come un comitato affari?
perché non far primati da primato dei primari
invece che far funzionare veramente i funzionari?
forze combaciate mi spogliano di scrupoli
il dominio è temporaneo anche con i pedoni multipli
ed avendo, attendo, attento, un asso nella manica
e come viene giocato non la scopri la dinamica,
non essere più attori, in questo show sono finti protagonisti
e non ne esistono migliori,
la voce è chiusa a chiave finché il fatto compare
e uno dei due si era fatto comprare
Una sull’altra, una sull’altra,
col rischio di cadere anche se stanno una sull’altra,
cambiano barca, cambiano barca,
per come tira il vento, qua il vento non cambia,
arenati come la concordia,
la poca gloria e la grande bellezza,
cristalli liquidi, anestesia,
sotto una pioggia di ipocrisia
Magneti con opposti poli, in posti soli
al posto degli apostoli con boss e Police
facendosi vedere sotto gli occhi di chi scemo,
di chi ammira poi respira un’aria che sembra veleno,
posso farne a meno, sollevare il vero,
sollevare il velo, vado a votare in nero,
esigo dopo esimo i miei diritti e doveri
li ho persi mo, pessimo, ero il fila tu dov’eri?
in bilico o sicuro sopra un filo, funambolo
verità dietro l’angolo, nessuno vede, sonnambulo
e nonostante debolezze andare via col vanto
sappiamo che ognuno dei due dipende dall’altro
e quindi non li distruggiamo,
offrono solo la minestra che mangiamo e mangiavamo
e completano il castello, chiudendo la partita
col potere sopra le cinque dita