Two Fingerz, La Tecnica Bukowski: la presentazione in conferenza stampa
Danti e Roofio rispondono ad un fuoco di domande sul loro sesto disco, in uscita l’1 Giugno.
Lunedì 1 Giugno esce La Tecnica Bukowski, sesto album in studio dei Two Fingerz.
Pochi giorni prima della pubblicazione, Danti e Roofio si sono trovati nella sede milanese della loro etichetta, Sony, per rispondere ad un fuoco di domande incrociate.
Ecco il resoconto della presentazione del disco – alla maggior parte delle domande ha risposto Danti, la sua è la “voce principale” di questa intervista.
L’edizione speciale de “La Tecnica Bukowsky” contiene anche la versione fisica del cd in free download “Dansky”, accomunando quindi Bukowsky e Banksy. Hanno qualche punto di contatto, secondo voi?
“Banksy e Bukowski sono due artisti “di strada” – non intendo dire che vengano dal ghetto, ma piuttosto che fanno street art, arte contemporanea, portando il tutto ad un livello più “vero” rispetto alla fiction da cui siamo bombardati tutto il giorno.”
Il video di Bukowski ha fatto clamore, con tutte quelle ragazze…
Roofio: “Per tre giorni le nostre ragazze non ci hanno parlato. E invece mio padre non è mai stato così orgoglioso di me: prima pensava che “sta cosa del rap” fosse qualcosa di fumoso, ora invece ha visto cosa combino e mi giudica meglio!”
Danti: “Vorrei spezzare una lancia a mio favore: per come avevamo scritto la sceneggiatura, doveva essere molto più chiaro che tutte le ragazze del video sono le mie poesie, impersonificano vari componimenti, e infatti alla fine mi sveglio baciando il cuscino mentre i fogli con su le poesie volano via. Ecco, nella realizzazione del video abbiamo inquadrato troppo poco i fogli! Non si capisce la metafora!
Il messaggio della canzone non è “scrivo poesie per portarmi a letto le ragazze”, ma piuttosto, come aggiunta, “perchè la poesia non paga”. Bukowski fino a 49 anni ha lavorato in posta, le sue poesie le scriveva per altre esigenze, non ci campava.”
Gli hater si sono subito scatenati sul nome di Bukowski, dicendo che non siete nemmeno degni di nominarlo…
“Innanzi tutti siamo lettori di Bukowski, non è un nome preso a caso, e l’abbiamo scelto proprioper il suo linguaggio crudo, che secondo me è più attuale che mai. Se vai a leggere i commenti sotto i nostri video su YouTube, sono tutti molto diretti, crudi, molto Bukowskiani nello spirito: “Fai cagare” “Ti odio” “Se ti becco ti spacco”.
Quindi non siamo noi a paragonarci a Bukowski, ma diciamo che tutto il mondo è diventato più Bukowskiano.”
Oltre a Bukowski, viene citato anche Nabokov, con la sua opera più famosa: Lolita.
“Parliamo di come vediamo le ragazze di oggi, spesso più interessate nemmeno all’apparire belle, ma al farsi mettere un like. E’ un atteggiamento disastroso, e secondo me nel futuro porterà al considerare più romantico regalare tremila like rispetto ad un mazzo di rose vere. Il discorso vale anche per gli uomini ovviamente, ci sono anche i Loliti.”
Il pezzo con Vacca è un inno alla fuga dei cervelli.
“Innanzi tutto, è l’unico pezzo che abbiamo fatto via Skype. E’ la persona che conosciamo meglio, ma per ovvi motivi non abbiamo potuto ospitarlo in studio! Tutti gli altri featuring li abbiamo registrati di presenza, ci piace incontrare la gente.
Comunque, abbiamo scelto lui proprio perchè rappresenta chi ha preso tutto e se n’è andato dall’Italia. Fino a qualche anno fa ero fortemente contrario a chi se ne andava, ma negli ultimi due anni non riesco più a criticare chi se ne va. Ormai vedo che questo Paese non offre le stesse possibilità che ti offrono altre nazioni, quindi non posso più cercare di convincere a restare chi sta pensando di andarsene, ed il pezzo parla di questo.”
Siete fra i pochi artisti che non mischiano rap e politica.
“Non trovo tanto giusto invadere l’uno il campo dell’altro. Il cantante deve fare il canzoniere, il politico deve fare il politico. Se c’è una interazione “sana”, ben venga, ma spesso sono più interazioni gossippare, che rendono tutto inutile. Insomma, hai visto le risposte di Gasparri su Twitter, i suoi attacchi? Non vale la pena rispondergli, anche quando ha fatto il suo “rap”, cosa gli vuoi dire?”
Eppure B&W contiene un forte messaggio contro la crisi, la vostra proposta per migliorare i conti dello Stato…
“Secondo me rappresenta la sintesi dell’espressività in stile Bukowski: dire “legalize it” al giorno d’oggi non suscita nessun dibattito, mentre invece se diciamo “risolviamo la crisi con le p*ttane e con l’erba”, qualche orecchio si drizza. Al primo ascolto si può pensare che siamo il classico gruppo rap che parla di p*ttane ed erba, ma ad un secondo ascolto, volendo sentire meglio, si può capire che stiamo parlando di un argomento attuale, ovvero il mercato nero legato a droga e prostituzione, che potrebbe essere tassato e legalizzato per portare incassi allo Stato.”
Sul disco c’è MadMan al posto di Dargen, nel featuring di B&W (mentre nella versione su Dansky c’era Dargen). Come mai?
“Il motivo è banalissimo: il pezzo è stato pensato e registrato con Dargen e MadMan. Al momento di girare il video però MadMan era impegnato con altri lavori e non poteva essere presente. Allora, piuttosto che tagliarlo dal video, abbiamo tagliato la sua parte, recuperandola poi per questo brano.”
Ogni tanto gira la voce che Dargen D’Amico sia una sorta di ghostwriter per i vostri pezzi.
“Sai che ti dico? Vorrei tantissimo che Dargen fosse il nostro scrittore! Ma purtroppo non lo è. Anche per questo disco, gli ho chiesto un brano e lui ha risposto “Sì sì non c’è problema, il mese prossimo te la mando”. Nel dettaglio, per questo disco, gli ho chiesto se mi avrebbe mandato una cover di una canzone di “Figli del Caos”, “Io Non Ho” – gli ho dato un’idea per scrivermi un altro brano. Lui ha detto “Sìsì, te la mando eh”, poi lui è andato in Indonesia, mi mandava le foto dicendomi “Guarda dove sono Dani!”, io gli chiedevo del testo e lui “Arriva! Arriva!”, e alla fine sul disco le tracce sono tredici e non quattordici.
Andando alla base della questione “ghost writer”, quando scrivemmo “Figli del Caos” noi eravamo alla nostra prima esperienza musicale con una major, e non mi sentivo pronto al salto nel vuoto. Così ho chiesto a Dargen, con cui mi trovavo benissimo a lavorare e che aveva già tre dischi all’attivo, di darmi una mano con i pezzi, e lui mi ha effettivamente aiutato a chiudere qualche strofa. Non penso ci sia niente da vergognarsi per questo aiuto ricevuto, perchè mi ha fatto conoscere i miei limiti e mi ha aiutato a superarli, imparando come si scrive un pezzo intero da solo.”
Fra i guest sono tre ragazzi di X-Factor (Lorenzo Fragola, Valentina Tioli, Ilaria).
“Non vediamo i talent come delle scuole di formazione – a volte mettono in mostra dei talenti, a volte mostrano delle ciofeche. Senza i talent non avremmo mai scoperto Mengoni, che secondo me è un artista della Madonna. Anche Noemi… stiamo parlando di fari puntati su artisti che altrimenti non avremmo mai conosciuto, probabilmente.
Con tutti ci siamo trovati in studio, perchè ci piace la concretezza del concludere insieme, lavorare di persona. Ci siamo incontrati anche con altri musicisti – con alcuni è scattata la scintilla e sono finiti sul disco, con altri è stata solo una piacevola serata a bere birra, e poi amici come prima.”
Roofio: “Avendo lavorato nel mondo dei talent per tre anni, quando arrivavano in studio questi ragazzi ci capivamo al volo, comprendevamo che tipo di realtà stavano vivendo e tutto nasceva in maniera spontanea.”
Fragola è ovviamente sulla cresta dell’onda. Rischiate di essere accusati di aver fatto una scelta commerciale, chiamandolo?
“NO! Noi abbiamo una telefonata di mesi fa, che ci scagiona da qualsiasi ipotesi di essere saliti sul carro dei vincitori. Lorenzo conosceva il fratello del nostro regista di videoclip, e visto che doveva venire a Milano da Catania, ci eravamo messi d’accordo per vederci, ma giusto per dargli un appoggio. Quando a X-Factor ha suonato l’inedito, io sono rimasto a bocca aperta e ho chiesto al nostro amico in comune di darmi subito il suo numero di telefono, perchè secondo me era fantastico. Ci siamo sentiti, rimanendo d’accordo che finito X-Factor avremmo lavorato insieme. Mai avremmo immaginato che ci sarebbe stato questo successo da teen-idol a X-Factor, e poi sarebbe arrivato Sanremo, ed una fama di questo calibro.
Lui si è ricordato di questa telefonata, e ha accettato senza problemi di collaborare con noi, perchè ha capito che non stavamo solo cercando di sfruttare la sua fama.
Per me è un talento: ha 20 anni, scrive, compone, scrive in italiano, scrive in inglese, scrive canzoni per altri, suona… mi fa sentire un cretino quando siamo in studio, perchè mi lascia con la bocca aperta.”