U2, Songs of Innocence: recensione del web e dei lettori
Avrà convinto tutti il nuovo lavoro della band?
E’ uscito da pochi giorni, su iTunes, a sorpresa, il nuovo album degli U2, Songs of Innocence.
In occasione del keynote Apple, Tim Cook ha annunciato questa novità: il nuovo disco disco degli U2 era scaricabile su iTunes, gratuitamente. Sarà un’esclusiva fino alla data dell’uscita ufficiale, il 13 ottobre, fra un mese. Undici tracce per un disco e una scelta di marketing descritta così da Bono:
“Sin dal principio come U2 abbiamo sempre voluto che la nostra musica raggiungesse quante più persone possibile, la riprova sta già nel nostro nome, credo: quindi oggi è incredibile per noi. Il disco più personale che abbiamo scritto potrà essere condiviso con mezzo miliardo di persone..- soltanto con un click. Se solo scrivere canzoni fosse così facile. È eccitante e quasi umiliante pensare che le persone che non conoscono gli U2 o non ascoltano musica rock, per quel che importa, potranno trovarci nella loro libreria. Lavorare con Apple è sempre un’esplosione. Vogliono fare cose che non siano mai state fatte prima – è un brivido anche solo farne parte”
E non dimentichiamoci del prossimo capitolo, Songs of Experience, in programma prossimamente . Nel frattempo, però, scopriamo insieme cosa ne ha pensato la critica del nuovo disco degli U2:
U2, Songs of Innocence, recensioni
Under the radar: Non è che le canzoni qui siano necessariamente terribili. Però certamente non c’è niente in grado di scandagliare le profondità di “Elevation” o “Get On Your Boots”, ma, piuttosto, Songs of Innocence è un disco senz’anima
NME: [Songs Of Innocence] ha solo una manciata di pezzi buoni…. Questa è grave e potrebbe vincere una settimana di buona pubblicità ma prefigurare un anno negativo.
Exclaim: Se U2 fossero sempre eccitanti, quella scintilla è stata assente per ben 20 anni, con Songs of Innocence non sono mai suonati così ordinari o stucchevoli.
Pitchfork: non è nemmeno così interessante – è solo un messaggio vuoto.
Los Angeles Times: Non aspettatevi un disco mozzafiato come U2 al loro meglio. Piuttosto, questa è roba media con un paio di canzoni essenziali.
The Guardian: Come campione gratuito, va bene. Ma Songs of Innocence non è il grande ritorno della band, ovviamente, sperato da tutti.
New York Daily News (Jim Faber): E’ un album dove i ricchi ricami adombrano l’indumento essenziale. I dettagli impressionano ma il quadro complessivo non appare e convince del tutto.
The indipendent (Uk): Nonostante il coinvolgimento del produttore Danger Mouse, le tendenze più sperimentali di album come Achtung Baby e Zooropa sono stati abbandonati in favore della miscela fin troppo familiare. Purtroppo il talento per irresistibili ritornelli pop con cui Danger Mouse ha contribuito a issare a superstar i Black Keys qui è quasi del tutto assente, limitato solo occasionalmente ad un pezzo, “California (There Is No End To Love)”.
Spin: Invece di un trionfale ritorno alla forma, Songs of Innocence è più una conversazione soddisfacente, un volto familiare che appare alla porta sul retro e fa passare il tempo piacevolmente dal buio all’alba.
The A.V. Club: Le cose si fanno più interessanti nella seconda metà dell’album, quando gli U2 si lanciano in favore delle influenze più audaci e deviazioni diverse dal solito.
The Telegraph (Uk): A volte suona come se stesse cercando di risultare un po’ troppo difficile per accontentare. Ma è più pop di quanto sia mai stato il Pop e fa di certo un buon lavoro, offrendo coinvolgente pop rock con ritornelli, energia, sostanza e idee che permangono nella mente dopo che hai finito di ascoltare l’album.
The New York Times: L’album è un’esplosione di scoperte, speranze, perdite, paure e ritrovata determinazione in testi che sono apertamente autobiografici. E’ anche uno scoppio di impenitente rock, altrettanto gigantesco e dettagliato, nella musica che li trasporta.
Sputinkmusic: Resta il fatto che Songs of Innocence si sente, in ultima analisi, come una ripresa cruciale nella discografia degli U2, soprattutto perché si tratta di una fase così avanzata della loro carriera.
Mojo: Il risultato è il loro album migliore e più completo tematicamente dai tempi di Achtung Baby. Guardando verso il loro passato, gli U2 hanno trovato la loro strada verso il futuro.
Rolling Stone: Il primo album in studio degli U2 in cinque anni – è un trionfo di dinamica e rinascita mirata.