Up To You: il prezzo dei concerti lo decidi tu
Chi l’avrebbe mai detto: dopo i cd in vendita al prezzo deciso dagli acquirenti (i capostipiti del prezzo libero furono i Radiohead) ora anche per i concerti potrebbe capitare la stessa cosa. Anzi, capita già a Torino al mitico Spazio 211.Il locale, da anni all’avanguardia nello scoprire e proporre il meglio della nuova musica indipendente
Chi l’avrebbe mai detto: dopo i cd in vendita al prezzo deciso dagli acquirenti (i capostipiti del prezzo libero furono i Radiohead) ora anche per i concerti potrebbe capitare la stessa cosa. Anzi, capita già a Torino al mitico Spazio 211.
Il locale, da anni all’avanguardia nello scoprire e proporre il meglio della nuova musica indipendente del mondo, lancia questa iniziativa rivoluzionaria. Per una serie di concerti sarà il pubblico a decidere in totale libertà quanto pagare (a partire da 10 centesimi, giusto per non dire che è gratis).
L’esperimento ha il titolo “Up To You” e comincia con alcune band italiane (gli stranieri hanno cachet non trattabili), per il futuro si vedrà. Intervistato da Luca Castelli de La Stampa il proprietario dello Spazio 211 spiega l’idea e le aspettative:
“La musica non è gratis, il pubblico deve comprenderlo. Con questa formula, però, diamo la possibilità di stabilirne il valore e godersi il concerto. Poi se qualcuno si divertirà e vorrà pagare di più, potrà sempre farlo bevendo una birra con gli amici o comprando qualcosa al banchetto del merchandise degli artisti”
e ancora:
“Fino a qualche anno fa si percorrevano chilometri per scoprire, anche a scatola chiusa, nuovi artisti. Oggi prima di andare a un concerto tutti possono documentarsi, scaricare la discografia dei gruppi coinvolti, guardare su YouTube il live del giorno prima, o anche contattare la band su MySpace. Bisogna trovare un’idea per rendere il pubblico davvero consapevole e protagonista di un concerto”
La grande domanda è: funzionerà? Saremo capaci – noi utenti e appassionati – di rispondere in maniera adeguata e con la giusta responsabilizzazione? Staremo a vedere… e vi faremo sapere.
Via | La Stampa