Home Recensioni musicali Uscite discografiche Gennaio 2011: recensioni (2° parte)

Uscite discografiche Gennaio 2011: recensioni (2° parte)

Verdena – Wow : Ritorno molto atteso quello dei Verdena, sia per i quattro anni che lo separano dal precedente “Requiem” sia per le informazioni (singolo compreso) che sono circolate in rete negli ultimi mesi. Attesa ripagata, perchè la band di Bergamo (che ci ha da sempre abituato a dischi sopra la media) ha voluto

pubblicato 31 Gennaio 2011 aggiornato 30 Agosto 2020 22:38


Verdena – Wow : Ritorno molto atteso quello dei Verdena, sia per i quattro anni che lo separano dal precedente “Requiem” sia per le informazioni (singolo compreso) che sono circolate in rete negli ultimi mesi. Attesa ripagata, perchè la band di Bergamo (che ci ha da sempre abituato a dischi sopra la media) ha voluto realmente fare le cose in grande, un frullato di influenze e suoni, formato da 27 tracce. Passaggi acidi, soluzioni elettro-acustiche, melodie sbilenche e cori pop immersi in paesaggi psichedelici. Capolavoro assoluto o opera fin troppo ambiziosa? Ci vorrà tempo per capirlo, ma già da ora si può dire che molto probabilemente questo “Wow” sarà il migliore disco made in Italy del 2011, almeno fra quelli che troveremo alti nelle classifiche di vendita. (z.) Voto: 7+

Esben and the Witch – Violet Cries : debutto su disco giustamente molto atteso quello degli Esben and The Witch, considerato quanto avevano proposto fino ad ora fra EP e singoli. Per farvi capire come suona “Violet Cries” immaginatevi questa scena: le ultime regine dell’art pop (Bat For Lashes, Florence) all’interno di una bara che tentano di liberarsi dalle catene (della forma-canzone), il tutto mentre Siouxsie da fuori se la spassa osservando il tutto. Si respira grande tensione emotiva lungo i dieci brani di un disco che mette l’atmosfera (molto “Twin Peaks” in “Swans”) davanti a tutto il resto. (z.) Voto: 7+

Jovanotti – Ora : ecco uno degli album destinati a vendere più copie qui in Italia durante l’anno… “Ora” di Jovanotti. Il successo enorme, ritrovato dopo qualche anno meno fortunato, ottenuto con il precedente “Safari”, da un lato l’ha obbligato a non abbandonare del tutto certe sonorità, ma dall’altro non gli ha impedito di provare di utilizzare maggiormente l’elettronica (sempre nei limiti consentiti dal pop tricolore). 25 brani (nella versione deluxe) dove non mancano gli ospiti di livello come Amadou & Mariam e, nuovamente, Michael Franti (da riscoprire i suoi Spearhead). Con “Ora”, Jovanotti si riconferma essere uno dei pochi artisti mainstream pop italiani capaci di realizzare dischi decenti (aggiungo Tiziano Ferro e Cesare Cremonini, qui presente in “I pesci grossi”). (z.) Voto: 6

Chapel Club – Palace : i Chapel Club durante il 2010 sono riusciti a far parlare di sè grazie ad una serie di singoli veramente notevoli… ma ovviamente il vero esame era quello dell’album di debutto. Finalmente è arrivato, si intitola “Palace” e conferma tutte le buone impressioni scaturite dai brani già disponibili. Certo, le influenze sono piuttosto marcate ed evidenti (atmosfere post-punk/’80s, arricchite da un uso “shoegaze-oriented” della chitarra), ma la band inglese riesce comunque a spiccare sull’esercito di cloni, facendo leva su una capacità compositiva (versante pop) veramente rara. C’è ancora da migliorare (anche live) e onestamente arrivano un po’ tardi, ma questo “Palace” è già un ottimo biglietto da visita. Da incorniciare “The Shore”. (z.) Voto: 7

Adele – 21 : come Duffy, anche Adele fu una delle protagoniste dell’immediato post-Winehouse. Contrariamente a “Endlessly”, “21” riesce a confermare quanto di buono era contenuto nell’esordio (“19”), superando più che bene la difficile prova del secondo album. Una buona alternanza fra pezzi up-tempo e ballads più classiche (ottima “Someone Like You”) supportate dalla grande voce di Adele (che scrive anche…). Non mancano gli episodi meno riusciti o troppo patinati, ma nel complesso è sicuramente un buon prodotto pop. Giovane e brava… teniamocela stretta. (z.) Voto: 6/7

Iron & Wine – Kiss Each Other Clean : sono ormai passati quattro anni dall’ottimo e ancora oggi chiaccherato “Shepard’s Dog”. Sam Beam (Iron & Wine), ha fatto tutto con calma e oggi finalmente ci propone questo “Kiss Each Other Clean”, un disco piuttosto scorrevole, rilassante e per certi versi ben inserito nella lunga tradizione cantautorale americana. Superficialmente semplice, in raltà nasconde intrecci strumentali più articolati di quel che può sembrare (molto più che in passato). “Kiss Each Other Clean” è una riconferma del grande valore di Iron & Wine, ma personalmente mi sarei aspettato qualche colpo di genio in più. (z.) Voto: 7-

Social Distortion – Hard Times and Nursery Rhymes : nonostante siano passati 28 anni dall’album di debutto dei Social Distortion, “Hard Times and Nursery Rhymes” è solamente il settimo disco in studio (esce a sette anni di distanza dall’ultimo “Sex, Love and Rock ‘n’ Roll”). Mai baciati da un successo enorme, i Social Distortion sono sempre andati avanti per la loro strada, lontani da mode e fedeli al loro sound molto “americano” di matrice punk rock. “Hard Times and Nursery Rhymes” per sua natura (non ci trovate nulla di nuovo) è uno di quei dischi destinati soprattutto ai fan, ma allo stesso tempo è l’ennesima dimostrazione delle capacità melodico-compositive di Mike Ness e soci.(z.) Voto: 6+

Gang Of Four – Content : a volte bisognerebbe appendere gli strumenti al chiodo per evitare di rovinare la propria reputazione. I Gang Of Four potevano farlo almeno 25 anni fa e invece no, fra cambi di formazione e reunion (quella del 2004 aveva sfornato il decente “Return the Gift”) hanno continuato a pubblicare dischi mediocri, poco ispirati, compresi alcuni pasticci clamorosi, come quest’ultimo “Content”. Buona occasione per riascoltare o riscoprire quel capolavoro che era “Entertainment!” del 1979…(z.) Voto: 4/5

Tennis – Cape Dory : vengono da Denver, una città tutt’altro che marittima, ma i giovani Tennis propongono musica solare e spensierata, esattamente come nella miglior tradizione del surf-fuzz-pop. Il loro più grande problema è che non riescono ad aggiungere molto ad una scena già così fortemente caratterizzata. “Cape Dory” risulta quindi essere un disco abbastanza trascurabile, importante giusto come prova del fatto che gruppi come i Best Coast potrebbero non essere stati solamente un fenomeno di una stagione. (z.) Voto: 6+

Smith Westerns – Dye It Blonde : l’omonimo debutto degli Smith Westerns passò, giustamente, abbastanza inosservato. Per “Dye It Blonde” le cose sembrano già andare diversamente e parte del merito va dato sicuramente al contenuto stesso dell’album. Un passo in avanti sotto tutti i punti di vista… il suono è stato ripulito e le composizioni ora sembrano avere quel senso di compiutezza che mancava nell’esordio. Rimane però un suono piuttosto datato (rock/pop anni ’70, glam e brit rock abbastanza generico), privo di spunti realmente interessanti. (z.) Voto: 6,5

Amanda Palmer – Amanda Palmer Goes Down Under : la ex-Dresden Dolls, sempre più lontana dal mondo del music business e sempre più alla ricerca di qualcosa di nuovo (famoso il suo uso di Twitter), torna a tre anni di distanza dal buon debutto solista “Who Killed Amanda Palmer”, con “Amanda Palmer Goes Down Under”. Un disco che sembra buttato sul mercato senza troppa convinzione, un pasticcio in cui si alternano brani senza senso (molti dei quali live) dedicati all’Oceania. Decisamente un’opera minore all’interno della fin qui ottima carriera di Amanda. (z.) Voto: 5-

Talib Kweli – Gutter Rainbows : dopo aver collaborato in alcuni importanti dischi rap (Pharoahe Monch, The Roots e soprattutto il progetto Black Star con Mos Def), Talib Kweli solista ha sempre prodotto discreti album ma non ha ancora saputo creare il capolavoro capace di consacrarlo definitivamente. Non è il caso neanche di “Gutter Rainbows”… che è sicuramente buon album, solido e con ottimi testi (in linea con le produzioni di Talib), ma che non lascia quelle sensazioni che solo i grandi album riescono a dare. (z.) Voto: 6/7

Ulcerate – The Destroyers of All : arrivati al terzo disco i neozelandesi (!!!) Ulcerate sembrano essere in stato di grazia e ci propongono alcuni dei brani più riusciti della loro carriera. In ” The Destroyers of All” impreziosicono il loro death metal super-tecnico (il batterista Jamie Saint Merat è impressionante su tutto il disco) con suoni maggiormente vicini al mondo sludge/post, portando un po’ di novità in un genere abbastanza fermo da qualche tempo. (z.) Voto: 7-

Cold War Kids – Mine Is Yours : con il loro bel debutto “Robbers & Cowards” (ricordate “Hang Me Up to Dry”?) i Cold War Kids erano riusciti a diventare la next big thing del momento. Ma come spesso accade in questi casi, il secondo album non riuscì a ripetere l’impresa (anche a livello qualitativo). “Mine Is Yours” invece da un lato recupera certe caratteristiche dell’esordio, ma dall’altro smussa un po’ troppo gli angoli, nel tentativo di seguire l’onda del successo dei Kings of Leon. Sicuramente le speranze che avevamo riposto inizialmente sono ormai scompare, rimangono “solamente” un onesto gruppo rock… uno dei tanti. (z.) Voto: 6

The Joy Formidable – The Big Roar : dopo un disco di debutto (“A Balloon Called Moaning”, 2009) a cavallo fa EP e album vero e proprio, i Joy Formidable tornano con “The Big Roar”, un lavoro che mette subito in chiaro una cosa: vogliono arrivare al grande pubblico. “The Big Roar” è un disco bifronte: se il lato strumentale (specialmente quando i suoni si fanno epici) è efficace quanto incisivo, la vocalità e le linee melodice disegnate da Ritzy Bryan invece convincono molto meno. In alcuni brani il tutto si amalgmama più che discretamente, ma ci sono alcuni passaggi (“Whirring”, “Cradle”), dove la patina pop prende il sopravvento e sembra quasi di sentire una versione più credibile di gruppettini alla Paramore. (z.) Voto: 6

Deerhoof – Deerhoof vs. Evil Voto: 6/7 (z.)
Lia Ices – Grown Unknown Voto: 6/7 (z.)
Cristina Donà – Torno A Casa A Piedi Voto: 6,5 (z.)
Robert Pollard – Space City Kicks Voto: 6,5 (z.)
Lil B – Angels Exodus Voto: 6,5 (z.)
24 Grana – La Stessa Barca Voto: 6+ (z.)
Young Prisms – Friends for Now Voto: 6 (z.)
Minks – By the Hedge Voto: 6,5 (z.)
MillionYoung – Replicants Voto: 6 (z.)
Ducktails – Ducktails III Voto: 6+ (z.)
Music For Headphones – Life in Mono Voto: 6+ (z.)
The Lovely Savalas – Pornocracy Voto: 6,5 (z.)
Sic Alps – Napa Asylum Voto: 6,5 (z.)

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LEGENDA
10: la perfezione… non esiste
9: capolavoro, fra i migliori di sempre
8: grandissimo disco, probabilmente destinato a rimanere nella storia
7: album di ottimo livello, manca solo quel qualcosa che lo renda veramente memorabile
6: discreto, passa abbastanza inosservato… innocuo
5: disco trascurabile, banale e poco degno di nota
4: album completamente inutile
3: disco dannoso, difficile trovare di peggio.
2: neanche Justin Bieber
1: …

—— Precedenti ——
Gennaio 2011 – 1° Parte
Dicembre 2010
Novembre 2010 – 2° Parte
Novembre 2010 – 1° Parte
Ottobre 2010 – 2° Parte
Ottobre 2010 – 1° Parte
Settembre 2010 – 2° Parte
Settembre 2010 – 1° Parte
Agosto 2010

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