Vasco Rossi: “Scrivo canzoni per gioco, incido dischi per scherzo, ma sul palco faccio sul serio”
Il rocker si allena in visto dei nuovi concerti negli stadi. Il primo al San Nicola di Bari il 7 giugno.
Vasco Rossi è il protagonista della copertina del nuovo numero di Rolling Stone, in edicola dal 12 maggio. Il rocker con una lunga intervista ha lanciato il suo tour al via il prossimo 7 giugno dallo stadio San Nicola di Bari (in totale sono previsti 14 concerti). Ma ha anche raccontato come il suo modo di intendere la vita sia cambiato con il passare degli anni:
Tutto quello che volevo dire l’ho detto nelle canzoni, è un diario. Ho raccontato tutto quello che vedevo, tutto quello che mi stava sul caxxo, volevo provocare reazioni. Non è tanto importante quanto vivi, ma come. Io spingevo molto sull’acceleratore. Non dormivo mai. Io ho vissuto il doppio di vita. Bruciavo la candela da tutte e due le parti. E allora, dopo la vita spericolata, mi son trovato lì a cercare di capire che caxxo fare. Ho passato due anni a non riuscire a scrivere canzoni. Poi, come un miracolo, in una notte ho scritto una decina di canzoni – Lunedì, Domenica lunatica… Mi son messo a giocare e scherzare e sono uscite le canzoni nuove. Ho dovuto ritrovare la voglia di scrivere per gioco. Io scrivo le canzoni per gioco, faccio i dischi per scherzo, poi salgo sul palco e faccio sul serio.
Il Blasco ha spiegato di riuscire a mantenere una certa leggerezza – nonostante la sua esistenza pregna, grazie al fatto di “prendermi poco sul serio“:
Rimanendo vivi arriva la consapevolezza. A tonnellate. Quando comincia la musica poi tutto torna. Non so spiegarti, non so cosa succede, ma tutto torna. È un viaggio, butto fuori tutto, anche le paure e le debolezze. Quando cominci a condividere le tue paure e scopri che c’è un altro che ha la stessa paura, allora stai meglio. Stai veramente male, quando pensi di averla solo tu.
In questi giorni il Komandante sta allenandosi in vista del tour estivo:
Il concerto sarà una bomba e quindi devo allenarmi. Io sono un professionista, sai. A 20 anni non lo facevo? Ma va, ero sicuro che sarei morto giovane. Poi mi son ritrovato vivo ed è stata durissima. E ora mi tocca correre. Io odio correre. È un sacrificio enorme. Ma lo faccio, perché poi sul palco devo spaccare tutto. Son rimasto qui e mi tocca di vedere tutto fino alla fine. È il mio destino e io amo il mio destino.