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Vinicio Capossela, il treno: testo e video

Il treno è il nuovo singolo di Vinicio Capossela tratto dal suo album Canzoni della Cupa.

pubblicato 5 Aprile 2017 aggiornato 28 Agosto 2020 07:34

E’ stato rilasciato il video de Il treno, la canzone che Vinicio Capossela ha inserito per chiudere Canzoni della Cupa, l’album che gli sta dando grosse soddisfazioni che dal 28 aprile uscirà anche in Germania, Austria e Svizzera.

Vinicio Capossela, il treno | Testo

Il treno è arrivato una mattina
Col fumo nero della notte prima
La sirena il richiamo ha tirato
E tutto il paese giù si è buttato.

Per primo è partito lo stracciato
Da quella casa sua nera di fumo
Infine se n’è andato Mandarino
Con tutte le sementi del magazzino

Quelli del Castello sono scesi
Uniti a quelli della Pagliaia
E tutta la vallata se n’è andata
E neanche una gallina l’hanno lasciata.

Il paese se n’è andato una mattina
Senza un avviso senza cartolina
Come una mandria buttati fuori,
Uomini, cani, sorelle e fiori
Come una mandria buttati fuori,
Uomini, cani, sorelle e fiori

Le loro chiacchiere le hanno inchiodate
Sulle bocche mute delle porte chiuse
E le finestre abbandonate
Come occhi neri sono restate.

Il Sonnoso è arrivato in ritardo
Per ultimo ha gettato indietro lo sguardo
Poi con la valigia ha fermato il treno,
“Fermi aspettatemi se no mi meno”.

E così se n’è andato Tavolone
Che lo faceva sul tavolaccio
Con Peppe Nacca, Breccia e Piscone
Se ne sono partiti tutti sottobraccio

Pure il diavolo hanno preso le Masciare
L’hanno preso e avvolto nel grembiale
E con il demonio così ingarbugliato
L’arco degli zingari hanno lasciato.

Uh uhhhh Uh uhhh uhhh …

E hanno lasciato i rami ritorti,
la luna nuova e le croci dei morti
i campi anneriti e le masserie
tutto si è preso la ferrovia.

Una scanata rotonda di pane
Vituccio in braccio se l’è portata
poi tutta se l’è tutta abbracciata
e per una settimana se l’è mangiata
e tutta se l’è, tutta abbracciata
e per una settimana se l’è mangiata…

Come una rosa, come una spina,
come una fortuna, come una rovina
quello che avevo ora se n’è andato,
quello che viene non è trovato
e se la vita mi viene addosso
con questo treno così la pena
così com’ero, restar non posso
quello che sono mi porto addosso,
quello che sono mi porto addosso.

Uh uhhhhh uh uhhhh …

Il treno è arrivato una mattina
Come un uccello dalla collina
Sui binari ha aperto le ali
E dentro il petto se li è portati.

E lontano lontano all’orizzonte
Uno schermo gli è apparso lontano di fronte
E tremava di luce e bagliore
La visione del grande televisore.

E lontani li inghiottiva lontani
Come il conforto dell’ultimo porto
E lontano gli vegliava dall’aia
La canizie della vecchiaia
E lontano gli vegliava dall’aia
La canizie della vecchiaia

Come una rosa, come una spina,
Come una fortuna, come una rovina
Quello che avevo ora se n’è andato,
Quello che viene non è trovato
E se la vita mi viene addosso
Con questo treno così la pena
Così com’ero, restar non posso
Quello che sono mi porto addosso,
Quello che sono mi porto addosso.

Uh uhhhhh uh uhhhh …

Vinicio Capossela, il treno | Video

Il video, che potete vedere cliccando sulla foto d’apertura, è stato girato da Chico De Luigi e Dario Cioni, in collaborazione con la Fondazione Ferrovie dello Stato, durante l’ultimo Sponz Fest 2016 (tratta Avellino – Rocchetta).

Il treno viene letteralmente preso d’assalto, tanto dai viaggiatori quanto da un drappello di banditi a cavallo (briganti della Basilicata e cow boy della vallata) in un grande momento di emozione collettiva. Le immagini ci restituiscono il senso di meraviglia e speranza che l’arrivo del treno ha portato con sé. Un treno che non arriva, come l’uccello della canzone, a inghiottirsi nel petto le persone, ma a riportarle a casa, e viene accolto con festa e viva emozione, come una persona cara di cui si sentiva la mancanza.

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